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Qui e ora al Teatro Ambra Jovinelli di Roma

fotoUna zona non precisata della periferia romana. Un rovinoso e tragico incidente fra due scooter, due uomini riversi a terra gravemente feriti. All’improvviso squilla un cellulare e uno dei due risponde. Comincia così Qui e ora lo spettacolo scritto e diretto da Mattia Torre con Valerio Mastandrea (premio Hystrio per l’interpretazione nel 2013) e Valerio Aprea che torna in scena all’Ambra Jovinelli di Roma dopo il successo dello scorso anno. Mattia Torre (co-autore anche della serie cult Boris tra l’altro) porta in scena un confronto serrato fra due uomini, due sconosciuti: uno dei due chiama i soccorsi che tarderanno ad arrivare (è il 2 giugno e tutti i mezzi sono impegnati) lasciando tutto il tempo per scavare nelle loro vite. Da una parte c’è lo chef Aurelio (un incredibile Valerio Mastandrea) che continua a lavorare anche al telefono al suo programma radiofonico in attesa dei soccorsi e che è nevrotico, strafottente, iper impegnato, arrogante. Dall’altra parte c’è Claudio (Valerio Aprea), la vittima, disoccupato, separato dalla moglie, oppresso dalla madre. Un uomo che si crede straordinario e l’altro che si crede ordinario. Ma sarà davvero così? L’apparenza inganna e come spesso accade non ci vuole molto affinché i ruoli si ribaltino repentinamente. Di certo Mattia Torre (coautore del cult Boris) mette in scena due stili di vita totalmente diversi che danno origine a un inevitabile conflitto, ma partendo dal presupposto morale di questo Paese in cui i rapporti umani ormai si fanno sempre più tesi e violenti anche verbalmente.

Mastandrea e Aprea sono davvero bravi, efficaci nella loro spontaneità e nel loro inarrestabi,e scontro umano, nel cambiare lentamente registro giocando dal dramma al comico per dare vita a un inaspettato scontro di carattere metropolitano tremendamente moderno e delineando i nuovi mostri della società nella loro apparente normalità.

In un’ora e dieci di spettacolo (in tempo reale), Qui e ora, che connota fin da subito una duplice valenza (il punto preciso dell’impatto, ma anche il nome della trasmissione radiofonica dello chef), mantiene un ritmo sempre sostenuto, fra dialoghi inaspettati e feroci e colpi di scena verso un finale inaspettato.

In scena fino al 2 marzo al teatro Ambra Jovinelli di Roma.

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