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“Carmina Burana” di Carl Orff

Foto di Attilio Borri
Foto di Attilio Borri

per soli, coro e orchestra

 

Soprano: Ivanna Speranza

Tenore: Gian Luca Pasolini

Baritono: Sergio Vitale

FuturOrchestra
Coro di Voci Bianche della Corale Arnatese,
direttore Monica Balabio

Cori: VareseVocalensemble, Giovani Cantori di Torino, Coro G, Coro XG, Coro Giovanile Italiano

Maestro del Coro: Carlo Pavese

Direttore d’Orchestra: Alessandro Cadario

 

 

L’Associazione “Amici della Musica Vittorio Cocito”, fondata nel 1946, ha inaugurato brillantemente il Festival Cantelli presso il Teatro Coccia di Novara con la cantata scenica Carmina Burana” di Carl Orff composta tra il 1935 e il 1936, basata su 24 poemi.

Un capolavoro indiscusso, ispirato a testi scritti in un idioma tra latino, francese e tedesco antico rinvenuti presso un monastero benedettino situato in Baviera nella metà dell’800 raccolti in un importante manoscritto del XIII secolo, il Codex Latinus Monacensis o Codex Buranus, i quali trattano svariati argomenti anche molto distanti l’uno dall’altro. Al loro interno sono presenti celebri inni che inneggiano al vino, all’amore erotico, al buon cibo e sono legati al tempo che passa ma al contempo sono anche una denuncia, in parte blasfema della liturgia e della ricchezza verso la curia romana intesa come ricerca del potere. L’opera in sé non presenta una trama precisa, è strutturata in un prologo e tre parti.
I Carmina Burana, presentati in un gremito teatro Coccia, nell’ottima esecuzione diretta da
Alessandro Cadario si sono rivelati un applauditissimo successo; la direzione è risultata molto attenta affiancata con misura artistica dal maestro del coro Carlo Pavese.

Nel prologo troviamo l’invocazione alla Dea Fortuna, certamente il brano più conosciuto e più potente sotto l’aspetto musicale e corale.
Nella prima parte si celebra la
Veris laeta facies ossia il lieto aspetto della primavera. Nella seconda, In taberna ossia all’osteria, si hanno prevalentemente canti goliardici. Nella terza parte, Cour d’amours cioè le corti dell’amore sono presenti brani che inneggiano all’amore. Nel gran finale la ripetizione con la ripresa del coro di apertura alla Dea Fortuna.
L’esecuzione novarese ha ottenuto un notevole successo perché la cantata di Orff figura tra i brani più amati del repertorio sinfonico-corale dal pubblico di ogni età.
L’esecuzione integrale di quest’opera, rigorosamente eseguita dal vivo, è risultata assai complessa e impegnativa in virtù del grande numero degli interpreti e degli strumenti e ha rappresentato per la città di Novara e per il numeroso ed entusiasta pubblico del
Coccia un evento raro e imperdibile.
La
Furutorchestra si è distinta per l’ottima esecuzione ricca di strumenti a percussione, e il maestoso coro affidato a giovanissimi interpreti, con la presenza dei tre eccellenti solisti, hanno tutti unitamente incorniciato, grazie all’entusiasmo, alla maestrìa e al travolgente vigore una serata di alto valore artistico e musicale.

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