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Il Monello

fotoIdeazione e adattamento LORENZO COGNATTI

Con:

BRIAN LATINI Il Vagabondo

FRANCESCA DI FRANCO La Donna

ROBERTO FAZIOLI / LEONARDO CONTE Il Poliziotto, Il Bullo, Il Dottore

GABRIELE DAVOLI / SARA AIELLO Il Monello

Regia Jobel Teatro

Jobel Teatro CREDITS

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Dal 7 al 17 maggio al Vittoria è in scena  Il Monello di Charlie Chaplin, una trasposizione teatrale del capolavoro cinematografico di Charlie Chaplin. 

Vincitore della rassegna “SALVIAMO I TALENTI – Premio Attilio Corsini” 2014, lo spettacolo traduce nel linguaggio della scena teatrale la divertente e commovente vicenda del più celebre trovatello della storia del cinema. Un poetico omaggio al personaggio più conosciuto della carriera Chapliniana. Presentato inizialmente come “Piccolo vagabondo”, lo spettacolo ha successivamente ricevuto l’autorizzazione degli aventi diritto all’uso del titolo originale. 

La trama è nota: un vagabondo si imbatte in un neonato abbandonato e, suo malgrado, decide di adottarlo. Il bimbo cresce con il padre adottivo, accompagnandolo nell’attività di vetraio ambulante (o, meglio, precedendolo con il compito di rompere a sassate le finestre….che poi per coincidenza un vetraio di passaggio sarà chiamato ad aggiustare). La madre del bambino, baciata da nuova fortuna e divorata dal senso di colpa per l’abbandono compiuto, incontra il bizzarro duo riconoscendo nel monello il proprio figlio perduto. A quel vagabondare senza sosta e alle inevitabili gag che ne conseguono, si intreccia il racconto dell’ardua impresa compiuta dallo stesso Chaplin per la realizzazione del film.

Un racconto muto ma incredibilmente comunicativo, in cui movimento, mimo, musica e situazioni toccano il cuore del pubblico di ogni età. Sulla scia del grande film, una magia senza tempo per donare un sorriso e forse una lacrima.
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Note di regia

L’attore dietro la maschera, ma soprattutto l’uomo dietro l’attore. Questo spettacolo vuole essere si un tributo alla maschera di Charlot e ai suoi 100 anni ma anche e soprattutto all’uomo/artista Chaplin, portando in scena uno dei suoi film più autobiografici. Ho voluto creare due mondi: quello del Film e quello di un immaginario magazzino di vecchie Bobine cinematografiche. In tre momenti di sospensione una piccola storia nella storia per ricordare le vicissitudini e peripezie che accompagnarono la realizzazione del Monello. In cui il mondo reale irrompe nell’incanto della narrazione, creando una piccola storia nella storia. Nel  magazzino due operai sono intenti a riordinare delle vecchie bobine: una di queste bobine contiene un luce e quella luce… racconta. Ho immaginato una strada con due vecchie finestre e un vecchio muro… oltre quel muro l’umile casa del Vagabondo. Qualche anno fa mandai alcuni degli artisti della mia compagnia a studiare l’arte del mimo moderno all’estero: Polonia, Germania, Francia e poi inviati io dei maestri per poter apprendere l’arte dell’espressione senza parole. La pantomima si disegna sulla musica è quasi una danza popolare, sono codici quasi universali, un linguaggio non sonoro ma visuale dove la narrazione può scorrere nell’immaginazione di ogni spettatore.

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