giovedì, Marzo 28, 2024

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Il mio nome è Nessuno: l’Ulisse

fotodi Valerio Massimo Manfredi
Adattamento e drammaturgia testo Francesco Niccolini

Con Maria Rosaria Carli, Turi Moricca, Carlo Calderone e Sebastiano Lo Monaco
e l’orchestra Sax in Progress dal Conservatorio Perosi di Campobasso

Scene Antonio Panzuto – Costumi Cristina Da Rold
Musiche originali Dario Arcidiacono, Davide Summaria
Luci Nevio Cavina

Regia Alessio Pizzech

Produzione SiciliaTeatro

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L’atmosfera che permane il teatro Carcano in questa rappresentazione è mistica e magica, ci sembra quasi di esserci persi tra le onde del Mediterraneo, tra i vicoli di una città Greca o Siciliana. Alla fine dello spettacolo Sebastiano Lo Monaco si prende un po’ di tempo per dialogare direttamente con il suo pubblico: cosa bella e rara, quando invece non è infrequente a molti spettacoli che gli spettatori si alzino e se ne vadano senza nemmeno applaudire. Sebastiano ci racconta dello spettacolo ma anche della sua infanzia: quando era bambino, essendo originario del luogo, ha assistito in tenera età all’Antigone nel mistico teatro di Siracusa. Racconta tutto ciò allargando verso il pubblico le maniche dei costumi di scena, la tunica di Ulisse, ed esclamando mentre ride sotto i baffi che, sì, probabilmente la cosa ha avuto una certa influenza nella sua vita.

Lo Monaco ci presenta un Ulisse eroico e imponente, che è sempre protagonista assoluto sul palco e ci narra in prima persona le sue avventure, dall’infanzia fino al ritorno a Itaca, in un monologo che è quasi un flusso di coscienza. Altri personaggi sono presenti sul palco, e dialogano con Ulisse quasi come delle visioni oniriche o dei fantasmi: Maria Rosaria Carli, Turi Moricca e Carlo Calderone hanno la maestria di caratterizzare i tanti personaggi così bene che quasi non ci accorgiamo che siano gli stessi attori a recitare ruoli diversi. Questi personaggi sono sempre collaterali ad Ulisse, leggeri come i veli di Atena e quasi fragili, così che anche sulla scena appaiono meno imponenti, persino il gigante Aiace ci appare esile in confronto ad Ulisse. Tra le svariatissime letture del personaggio la scelta dello spettacolo è proprio quella di rappresentare un Ulisse forte, punto di riferimento per gli altri, eroico e buono in tutti i sensi, andando a eliminare totalmente il suo lato più dark (ricordiamo che persino Dante decise di collocare Ulisse all’Inferno!).

Colpisce particolarmente l’ipnotica bravura dell’orchestra Sax in Progress che trascina con il suo sound, anche grazie al fatto che i musicisti non sono statici ma partecipano attivamente alla scena con grande impatto per lo spettatore e dando grande ritmo e originalità allo spettacolo.

La scenografia di Antonio Panzuto e le luci di Nevio Cavina sono essenziali ma d’effetto, così come i bei costumi di Cristina da Rold: colpisce in particolare il costume di Antinoo, a cavallo tra antico e post-modernità, che ricorda quasi quello di una drag queen o dei personaggi del Rocky Horror Show.

Il teatro Carcano non delude mai : questo spettacolo soddisferà anche i più esigenti tra gli amanti delle nostre origini classiche.

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