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Frankenstein

Il 31 ottobre, ore 21, al Piccolo Teatro Don Bosco, Padova

Foto di G. Bellingardo
Foto di G. Bellingardo

Nel bicentenario del celebre romanzo, la compagnia professionista “Barabao Teatro” tributa a Mary Shelley un libero adattamento, in chiave comica e noir, dell’omonimo romanzo. Il debutto il 31 ottobre alle 21.00 al Piccolo Teatro Don Bosco, in Via Asolo 2 a Padova. Biglietto: 10 euro intero, 8 euro ridotto (studenti fino 26 anni, over 65 e tesserati BARABAO teatro) Info: 393.9812287.

Regia: Ted Keijser. Con: Ivan Di Noia, Cristina Ranzato, Romina Ranzato, Mirco Trevisan. Musiche: Andrea Mazzacavallo. Costumi e scenografia: Licia Lucchese. Durata: 1h e 10 minuti.

Lo spettacolo si apre con Mary Shelley, scrittrice romantica che, appena diciottenne, già è considerata figura di punta dell’epoca. Un salto temporale ci porta all’estate 1816, nelle stanze buie e sinistre di Villa Diodati: è la notte dei fantasmi che darà i natali al moderno Prometeo e al primo racconto di Vampiri. E ancora un flashback: Victor Frankenstein è internato per gli squilibri di salute causati dai suoi esperimenti. Il cuore dello spettacolo è il confronto tra Victor e la Creatura. Un mostro, un reietto: creato e abbandonato. Rifiutato dal suo stesso creatore.

Una nuova produzione firmata Barabao e pensata per gli Stabili. Una produzione ponderata che nasce dallo studio di uno tra i più celebri romanzi della letteratura di tutti i tempi. Un approccio al testo che vede la luce a partire dalla sua attenta traduzione dall’inglese. Un adattamento costato più di un anno di lavoro. La compagnia di attori professionisti de “Barabao Teatro” calca la scena al completo per questa rivisitazione originale che coniuga un linguaggio comico, cifra distintiva della compagnia, allo stile nordico e del noir inglese che caratterizza invece il regista olandese Ted Keijser. Lo spettacolo – intervallato dalle musiche irriverenti di Andrea Mazzacavallo – porta in scena le suggestive maschere gotiche di Licia Lucchese, srotolando emozioni ed effetti a sorpresa, in un crescendo di suspense. Adatto sia a chi conosce l’opera di Mary Shelley che a chi pensa ancora che Frankenstein sia… il mostro.

In questa nuova produzione – spiega Ivan Di Noia – abbiamo mescolato la cultura nordica del teatro, non a caso il nostro regista è olandese, con l’uso di particolari maschere in stoffa, senza tralasciare l’ironia e la leggerezza che da sempre ci contraddistingue. Dopo aver fatto un master di specializzazione della durata di 7 mesi a Londra, abbiamo ragionato sia sull’opera originale che sulla vita stessa di Mary Shelley. In ogni spettacolo noi cerchiamo l’umano, dando voce alla poesia del corpo. Frankenstein è un testo che si presta a più livelli di lettura: mostro, diversità, scienza, etica, morte, amore. Sono davvero tanti gli spunti di riflessione. E tante le emozioni, e i brividi, che il pubblico vivrà durante lo spettacolo”.

Ivan Di Noia è un bellissimo mostro – racconta il regista Ted Keijser – con una faccia così particolare è stato facile ripensare Frankenstein. Questo però è un lavoro teatrale molto vicino al libro. Anzi, alla scrittrice. Mary Shelley scriveva Frankenstein in un periodo molto triste e luttuoso della sua vita. Lei viveva e scriveva, leggeva e scriveva. Metteva se stessa e la sua vita a servizio della sua opera. Così ho pensato di far partire lo spettacolo proprio da lei. Porto la sua vita in scena fino al momento in cui comincia a scrivere Frankenstein. Se il libro orinale ha come cornice il carteggio tra Victor e la sorella, in questo spettacolo teatrale la cornice è la vita vera di Mary Shelley, così incredibile e interessante. Il legame forte è quello con il libro e sono sicuro che dopo aver visto lo spettacolo in molti lo rileggeranno, se già lo conoscono, oppure per la prima volta saranno incuriositi da questo straordinario romanzo”.

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