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Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali

Recensione cinematografica di Wanda Castelnuovo

Genere: fantasy

Regia: Tim Burton

Cast: Eva Green, Asa Butterfield, Samuel L. Jackson, Judi Dench, Rupert Everett, Allison Janney, Chris O’Dowd, Terence Stamp, Ella Purnell, Finlay MacMillan, Lauren McCrostie, Kim Dickens, Milo Parker, Ella Wahlestedt, Pixie Davies, O-Lan Jones, Aiden Flowers e Raffiella Chapman

Origine: USA

Anno: 2016

In sala dal 15 dicembre 2016

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Tratto da La casa per bambini speciali di Miss Peregrine – primo romanzo (2011) di una trilogia (Hollow City 2014 e La biblioteca delle anime 2016 gli altri due) scritta da Ransom Riggs (nato in Florida, vive a Los Angeles), autore di cortometraggi e collezionista di vecchie foto di personaggi inconsueti e conturbanti, cui l’editore ha chiesto di scrivere una storia partendo da alcune di quelle strane immagini: il risultato è stato un best-seller per giovani venduto in tutto il mondo – il film Miss Peregrine La casa dei ragazzi speciali vede il regista Tim Burton che, non dimenticando i suoi precedenti lavori, porta sullo schermo con numerose modifiche la storia cristallizzata di una dimora che accoglie bambini dai poteri sovrannaturali affidati all’estrosa Miss Peregrine.

Compiere sul film un lavoro filologico per scoprire quanto richiami pellicole precedenti del regista o di altri è come cercare di individuare nell’opera letteraria per esempio di Foscolo quanto costui si rifaccia agli autori precedenti: quello che conta è il risultato finale, frutto della capacità di rielaborare da parte di ciascuno quanto assorbito attraverso le varie strade che portano alla formazione di una personalità.

Per il nostro film un incipit del tutto nella norma con Jacob, detto Jake (ottimo Asa Butterfield nella parte del giovane semplice, spontaneo e insieme molto maturo), adolescente di Miami, che un giorno riceve dall’amatissimo nonno Abraham (unico sopravvissuto allo sterminio della sua famiglia di ebrei polacchi) – che lo ha cresciuto popolando la sua immaginazione infantile con racconti magici e misteriosi sulle avventure di eccezionali bambini ritratti in vecchie foto – una strampalata telefonata con cui gli raccomanda di cercare un qualcosa di speciale e soprattutto di non andare a trovarlo.

Come può reagire un giovane d’oggi? Partire immediatamente attraversando l’Oceano e trovandosi di fronte a una terribile verità non desistere dalle sue ricerche e recarsi in un’isoletta remota e brumosa del Galles per cercare la dimora dove il nonno si sarebbe rifugiato insieme ad altri orfani durante il Secondo Conflitto Mondiale.

Qui Jake scopre una villa distrutta da un bombardamento il 3 settembre 1943, casa che in virtù di un arco spazio-temporale gli appare ancora nel suo splendore e vitale per la presenza degli straordinari ragazzi speciali, dotati di singolari poteri, protetti da Miss Peregrine (una Ymbryne: essere umano con numerosi poteri tra cui quello di trasformarsi in uccello, in questo caso in falco) – impersonata dall’affascinante e sensuale Eva Green – che tra gli altri ne possiede uno veramente speciale che permette il perpetuarsi della vita parallela. Un mondo per pochi: perché allora a Jake è concesso entrare? E chi sono i mostruosi Vacui che minacciano l’esistenza della singolare comunità di bambini?

Notevole il fascino di questa non dimora/dimora che Burton ha identificato nel “Kasteel Torenhof” – dove sono state effettuate una parte delle riprese – a circa dieci chilometri da Anversa, esattamente nel comune di Brasschaat: in origine appartenente a un noto produttore di biscotti, la dimora ha affascinato il regista per la sua aura tra l’accogliente e l’antico. Se il castello purtroppo non è visitabile, vale tuttavia la pena ipotizzare un viaggetto alla scoperta della magica atmosfera della città belga, patria adottiva del maestro fiammingo Pietro Paolo Rubens (di cui si può ammirare a Milano una straordinaria mostra), tra le capitali mondiali dei diamanti, della moda e del design e secondo porto d’Europa, insomma un ponte tra presente e passato esattamente come il castello nel film.

In effetti la parte più affascinante, onirica e coinvolgente della pellicola almeno per chi è più lontano dagli anni dell’adolescenza è la scoperta della vita misteriosa di Miss Peregrine con i suoi protetti all’interno della dimora dove non tutto scorre così serenamente tanto che appaiono terribili nemici (in cui si può leggere la violenza nazista) e un insieme di altre creature fantastiche che rendono un po’ troppo baroccamente tecnologica una parte del film diverso rispetto al testo letterario con l’assenso e la collaborazione dell’autore.

Un film curioso che vale la pena vedere.

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