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“L’uomo che non capiva troppo” con Lillo e Greg

L’uomo che non capiva troppo è la nuova commedia di Lillo e Greg che, in prima nazionale, ha debuttato con successo al Teatro Olimpico di Roma, e che prende spunto dalla fortunata serie della trasmissione radiofonica SeiUnoZero. È una parodia, un po’ sui generis, della letteratura e del cinema di spionaggio consacrato dall’agente 007 James Bond nell’eterna lotta fra il bene e il male, buoni e cattivi (qui un po’ rivisitata).

Surreale e contaminato tributo al genere, citato fin dal titolo con la parafrasi della celebre pellicola di Hitchcock, L’uomo che sapeva troppo con James Stewart, la commedia scritta da Claudio Greg Gregori (massiccia la sua presenza nello spettacolo in cui figura anche come compositore delle musiche swing con Attilio Di Giovanni e interprete camuffato di  diversi personaggi) è forse il testo più completo e strutturato dell’autore da un punto di vista drammaturgico.

Insieme al regista Mauro Mandolini (incontrato già per Intrappolati nella commedia), il famoso duo comico romano si diverte a dar vita a una surreale quanto improbabile commedia strizzando non solo l’occhio al capostipite 007, ma anche ad Austin Powers o a Matrix, con un taglio tutto cinematografico, con tanto di esilarante sigla iniziale, cantata da Max Paiella con titoli di testa memorabili. E naturalmente sfruttando ogni tipo di topos classico del genere, che viene preso per essere regolarmente stravolto e quasi ridicolizzato. E così ecco che la più semplice e classica delle trame (l’inconsapevole gettato al centro di complessi intrighi) si dipana con colpi di scena e gag diventando un gigantesco e colorato fumettone arricchito da un linguaggio con termini ed espressioni del tutto inventate.

Felix (Lillo) è un uomo che conduce una vita tranquilla, seppur con qualche problema coniugale, e con uno strano hobby, dipingere scarabei. Tutto cambia quando scopre che il suo migliore amico Oscar (Greg) e sua moglie Edna (Vania Della Bidia) sono in realtà agenti segreti sotto copertura che devono salvare l’umanità sventando un terribile piano. All’improvviso Felix-Lillo si trova coinvolto in un intrigo più grande di lui, catapultato in situazioni sempre più pericolose, in un mondo di spie e cloni che parlano attraverso codici per lui incomprensibili con evidenti conseguenze comico-catastrofiche dato che è proprio lui è l’uomo che non capisce troppo.

Riusciranno i nostri eroi a salvare l’umanità? Finale a sorpresa in questa commedia dal sapore surreale che non si fa mancare nulla per mostrarsi come un vero e proprio film d’azione spostandosi fra rifugi segreti e scenari esotici, fra scene-quadri in stile storyboard di fumetti colorati e alternando proiezioni di quanto accade fuori scena in un crescendo di stralunata consequenzialità. E al centro le maschere di Lillo, l’uomo comune e un po’ imbranato e Greg, playboy 007 che ostenta savoir, fair, protagonisti di gag e dialoghi del marchio di fabbrica del duo comico, ma non solo. Gravitano intorno ai protagonisti Edna, la moglie-agente segreto di Felix, inguainata in attillate tute nere che e che ama fare entrate plateali fino a citare Ursula Andress in bikini bianco; la cattiva di turno crudele come non mai e sempre in bikini succinto (Francesca Ceci). Da antologia poi la partecipazione di Marco Fiorini e Danilo De Santis, impegnati in una serie esilarante di caratteri diversi tanto brevi davvero impagabili (dai cloni all’improbabile guida dell’isola che ha imparato male l’italiano al barman ossequioso). La commedia diverte combinando con successo la comicità sopra le righe di Lillo e Greg a una linea narrativa più ampia arricchita dalla partecipazione degli altri attori. In scena fino all’8 gennaio al Teatro Olimpico di Roma.

 

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