venerdì, Marzo 29, 2024

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Macbeth

Macbeth o il dramma del  pensiero che, inchiodato alla sua crudeltà,  soccombe di fronte a inganni e a enigmi indecifrabili. Sfrondata degli eventi, relegati oltre una metaforica parete, della tragedia rimangono, come un’ossatura, i trasalimenti, le paure, le percezioni alterate, gli strepiti e i furori. Al male fatalmente conduce la deviazione dalla realtà.

E’ uno stato mentale quello che si vuole esplorare, mettendo sotto una lente i pensieri dell’atroce coppia, focalizzando l’attenzione su di essa  anziché sull’andamento della storia in tutti i suoi passaggi .
Uno stato mentale alterato dagli eventi. Prima di tutto dal progetto iniziale di uccidere il re. Spinti dall’ambizione  Macbeth e la Lady superano le paure e  i dubbi ma  i loro pensieri si corrompono  fino alla dissoluzione finale.
La macchina inizialmente è mossa dalla feroce  Lady che tiene le fila della storia  e  manovra il suo sposo. Ma gli avvenimenti tradiranno i propositi e si rivelerà  una Lady fragile e un Macbeth travolto dal gioco sanguinario.
Negli intrecci di pensieri,  intenti e conflitti  dei protagonisti prendono forma le streghe, emanazioni delle loro stesse menti nutrite di visioni inconsistenti.
Le fatidiche sorelle appaiono e scompaiono come fantasmi /spettri che predicono e maledicono, affascinando il protagonista che ha sete e smania di sapere e di conquistare.
Nell’ atmosfera notturna e sinistra di cui è impregnata la tragedia non si vedrà mai un raggio di sole.
Il viaggio finisce la sua corsa non nella sua plausibile conclusione tragica. Il tragico stop è  dato dall’Autore che sceglie di far dichiarare  a Macbeth  la sua funzione di attore.
In quel momento la narrazione è abbandonata  e quel che rimane è un attore in scena, solo a dichiarare la sua misera esistenza come uomo e come personaggio.
La vita non è che un’ombra in cammino; un povero attore che si agita e si pavoneggia per un’ora sul palcoscenico e del quale poi non si sa più nulla. È un racconto narrato da un idiota pieno di strepito e di furore e senza alcun significato.((Macbeth  atto v scena v)

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