Dal 6 al 18 marzo il Teatro Vittoria ospita uno dei capisaldi della drammaturgia del Ventesimo secolo: Sei personaggi in cerca d’autore di Luigi Pirandello. Si tratta dell’ultima regia firmata dal compianto Giulio Bosetti (1930-2009). Profondo conoscitore del teatro pirandelliano e soprattutto di questo testo, che interpretò una prima volta giovanissimo nel ruolo del “Figlio” e negli anni della maturità in quello del “Padre” in due acclamate messinscene, Bosetti ha diretto questo allestimento in modo esemplare, con amore, rigore e rispetto, ponendo particolare attenzione nei dettagli, nella precisione della dizione, nella cura dei movimenti e soprattutto nell’incidenza della parola.
Interpreti principali dello spettacolo, prodotto dal teatro Carcano di Milano, sono Edoardo Siravo, il Capocomico, pacato e curioso; Antonio Salines, il Padre, ambiguo e problematico; Silvia Ferretti, la Figliastra, passionale e lacerata; Paola Rinaldi, la Madre, composta e dolente; Marina Bonfigli, Madama Pace, equivoca e affilata. Un’opera fondamentale, un capolavoro assoluto che, edizione dopo edizione, continua ad affascinare il pubblico, stregato dalla sua misteriosa teatralità.
Note di regia
Chi non ha visto Sei personaggi? Chi non ne è rimasto sorpreso e affascinato la prima volta, e poi l’ha voluto rivedere e di nuovo l’emozione è tornata?
Molte sono le edizioni proposte in questi ultimi anni. E perché allora riprenderlo? Il fatto è che solamente vedendolo e rivedendolo lo spettatore potrà cogliere il fondo della sua misteriosa teatralità. E poi ci sono i giovani, che non l’hanno mai visto. Non possiamo privarli di questa scoperta, se li vogliamo anche spettatori di domani.
Sei personaggi è esploso negli anni Venti, ma è rimasto in vita per ogni generazione, e chiunque abbia scritto di teatro non ha potuto fare a meno in seguito di tenerne conto.
Da parte mia posso dire di essere stato a lungo vicino a questo testo. Fui “il Figlio” all’inizio della mia carriera, nella messa in scena con maschere curata da Gianfranco De Bosio. E poi lo misi in scena io negli anni Settanta e lo replicai a lungo recitando il ruolo del “Padre”. E ancora fui “il Padre” negli anni Ottanta, quando chiamai Peppino Patroni Griffi per la regia, e Peppino ci fece ottenere un successo clamoroso, che si ripeteva ogni sera in tutti i teatri della penisola.
Ecco: ricordando Peppino e il lavoro fatto da lui mi occuperò della nuova messa in scena, che voglio dedicare ai giovani. Vedendo per la prima volta Sei personaggi si sentiranno partecipi di una grande avventura teatrale.
Giulio Bosetti