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Oscura immensità

tratto dal romanzo L’oscura immensità della morte di Massimo Carlotto (edizioni e/o)

con Giulio Scarpati, Claudio Casadio

scene di Gianluca Amodio

costumi di Lauretta Salvagnin

luci di Pasquale Mari

musiche e videografia di Marco Schiavoni

regia Alessandro Gassmann

produzione  Teatro Stabile del Veneto, Accademia Perduta Romagna Teatri

La Stagione di Prosa 2012-2013 del Teatro Goldoni di Venezia inaugura mercoledì 7 novembre alle ore 20.30 con Oscura immensità, spettacolo in prima assoluta tratto dal romanzo “L’oscura immensità della morte”di Massimo Carlotto (pubblicato da edizioni e/o) per la regia di Alessandro Gassmann. Oscura Immensità è interpretato da Giulio Scarpati e Claudio Casadio ed è una produzione di Teatro Stabile del Veneto e Accademia Perduta Romagna Teatri.

Il lavoro svolto in queste due stagioni teatrali alla direzione del Teatro Stabile del Veneto, orientato alla valorizzazione della drammaturgia contemporanea e al rinnovamento del linguaggio teatrale, ha ottenuto risultati molto incoraggianti. In sintonia con questo orientamento ed anche per la mia personale ammirazione nei confronti di Massimo Carlotto – dopo spettacoli di autori come Vitaliano Trevisan, Tiziano Scarpa che hanno riscosso ottimi consensi e critiche molto favorevoli – ho accolto con favore la sollecitazione dell’Accademia Perduta Romagna Teatro – Teatro Stabile d’Innovazione di co-produrre uno spettacolo tratto dal suo romanzo “L’oscura immensità della morte” e di curarne la regia.

Con un linguaggio incisivo, essenziale, crudo e un ritmo dell’azione serrato e coinvolgente, l’autore racconta un tragico fatto di cronaca, avvenuto nella provincia del nord-est italiano, mettendo a confronto vittima e carnefice, entrambi lacerati da rispettivi drammi personali. Felice circostanza è stata l’individuazione e l’adesione da parte dei due attori, le cui caratteristiche così diverse si adattano perfettamente alle psicologie dei protagonisti: Giulio Scarpati, che ho sempre apprezzato nei suoi lavori teatrali e che in questa operazione potrà far uso di inconsuete corde drammatiche e Claudio Casadio, del quale ho ammirato la splendida interpretazione nel film “L’uomo che verrà”, che si servirà del suo carattere romagnolo per conferire maggiore naturalezza, incisività e verità al personaggio creato da Massimo Carlotto. Con questo originale noir potrò così continuare quel percorso artistico, iniziato con ”Roman e il suo cucciolo”, che indaga, con sguardo neutrale e inquietante, tra le pieghe di un’umanità senza speranza. Un limbo esistenziale dove il confine tra bene e male non è perfettamente tracciato, ma è solo una sottile linea destinata a far sì che i ruoli si possano invertire, che le vittime possano diventare carnefici e i carnefici vittime. Uno stimolo a riflettere sul lato tragico dell’esistenza, sui rapporti fra gli uomini e su quegli avvenimenti che a volte possono segnare la loro vita in modo irreversibile.

Alessandro Gassmann

Giustizia, vendetta, perdono, pena. Questi sono i temi universali di Oscura immensità, un progetto narrativo nato come romanzo e che ora trova una sua articolazione naturale come testo teatrale. Quando venne pubblicato in Italia, il romanzo provocò, nel senso migliore del termine, un intenso e lacerante dibattito tra autore e lettori, che mi ha poi coinvolto nei paesi dove è stato tradotto: Francia, Germania, Stati Uniti…

In questa pièce, a differenza del romanzo, sono fortemente presenti i sentimenti contrastanti che ho potuto cogliere negli anni. Oscura immensità non lascia scampo. Alla fine ognuno è costretto a prendere posizione, a non eludere le domande che i due personaggi, Raffaello Beggiato e Silvano Contin, carnefice e vittima, pongono con la forza disarmante dei destini contrapposti e ineluttabili. Chi deve perdonare colui che ha commesso un delitto e che sta scontando una pena detentiva o è rinchiuso nel braccio della morte? I familiari della vittima o lo Stato? O entrambi? La ragione, la politica, la religione, la filosofia non sono ancora riuscite a dare una risposta esauriente e in grado di soddisfare coloro che hanno sofferto il danno irreparabile della perdita di un loro caro, per mano assassina, perché prevalgono sentimenti ancestrali che offuscano, accecano, trasformando l’esistenza in una oscura immensità. La nostra società è incapace di lenire il dolore di coloro che hanno subìto tale torto. La comunità in cui vivono tende a escluderli, a condannarli a un ergastolo di dolore, solitudine e livore perché la punizione del reo non è mai soddisfacente. La vendetta, la più dura e terribile, rimane come unica soluzione di razionalizzazione del lutto, di possibile via a un futuro diverso. Proprio quella vendetta che porta persone miti ad assistere all’esecuzione di un uomo e a uscire dal carcere con un sorriso stampato sulle labbra.

Non vi è nulla di inventato nell’Oscura immensità. Per costruire i due personaggi ho incontrato decine di parenti di vittime, di condannati. La necessità di una realtà implacabile, che abbattesse il muro dell’ipocrisia, mi ha costretto a un viaggio nell’oscurità di dolori immensi. Solo una signora, dopo aver letto il romanzo, mi ha contattato e mi ha raccontato la sua vicenda di figlia di un uomo buono e amato, ammazzato a pugni da un giovane. Alla fine si sono incontrati, parlati e questa donna ha trovato il coraggio di perdonare e seguire questo giovane assassino nel suo reinserimento sociale. Una vicenda umana straordinaria. Una. Perché il cuore spezzato di Silvano Contin è ormai incapace di ritrovare il filo di un’esistenza fondata su valori positivi. Questa è la durissima lezione di queste storie. Raffaello Beggiato è l’altra faccia della medaglia. Reo di un delitto odioso ha diritto a una seconda possibilità? La giurisprudenza sostiene che solo lo Stato potrebbe forse dare una risposta sensata a nome della collettività ma escludendo il dolore delle vittime.

Scrivere questa pièce è stata un’avventura professionale e umana importante e coinvolgente. Mi sono ritrovato davanti alla pagina bianca con il timore di “liberare” la carica di emozioni, raccolte negli anni in giro per il mondo. Per fortuna la magia della scrittura teatrale che ti catapulta in un palco immaginario ha estratto parola dopo parola dall’oscura immensità per riuscire a raccontarla. Quando l’amico Ruggero Sintoni mi ha telefonato per trasmettermi il suo entusiasmo e la volontà di portarla in scena, ho capito che poteva realmente trasformarsi in un grande progetto. Ora che è nelle mani sapienti di Alessandro Gassman ne ho la certezza.

Massimo Carlotto

Calendario spettacoli:

turno P mercoledì 7.11 ore 20.30

turno G giovedì 8.11 ore 16.00

turno V venerdì 9.12 ore 20.30

turno S sabato 10.11 ore 20.30

turno D domenica 11.11 ore 16.00

Biglietti:

Platea: interi € 29; ridotti € 26; giovani € 17

1° ordine: interi € 26; ridotti € 24; giovani € 15

2° ordine: interi € 24; ridotti € 22; giovani € 13

3° ordine: € 13; studenti € 11

4° ordine: € 8.

 

Prevendita alla biglietteria del Teatro Goldoni e ai punti vendita HelloVenezia (P.le Roma, Ferrovia Scalzi, Tronchetto, Lido S.M. Elisabetta, Mestre, Sottomarina, Dolo).

Prevendite on-line www.teatrostabileveneto.it

Prenotazioni telefoniche al n. 041.2402019 (lun-ven 15.00-17.00)

Informazioni e prenotazioni telefoniche: HelloVenezia 041.24.24

 

Informazioni:

Teatro Goldoni

San Marco 4650/b, Venezia

Tel. 041.2402011

 

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