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Recital del baritenore americano Michael Spyres

fotoR.O.F. 2013

Pesaro – AUDITORIUM PEDROTTI

 

(15 agosto 2013)

Pomeriggio di ferragosto al calore della musica

 

Un viso solare aperto al sorriso è una buona carta di presentazione, se si aggiunge una vocalità particolare, bella e interessante, e uno stile di canto accuratissimo si crea subito un’empatia tra pubblico e cantante.

Il baritenore statunitense Michael Spyres ha tenuto un bel recital all’Auditorium Pedrotti nel pomeriggio di ferragosto, accompagnato al pianoforte dal M° Gianni Fabbrini.

Eccolo nel dettaglio.

Alessandro Stradella “Se i miei sospiri“, bellissima pagina accorata con delicata introduzione strumentale; il canto legato, ora sospeso ora a mezza voce, mette in luce l’estensione vocale dell’artista che passa dalla pienezza dei suoni gravi alla luminosità dei suoni acuti, peculiarità evidenziata anche nell’aria a tempo di danza di Alessandro Scarlatti “Già il sole dal Gange”, più mossa e solare.

Di stile rossiniano l’aria di Antigono “Tu m’involasti un regno” da Antigone di Antonio Maria Mazzoni e con introduzione più estesa e sbalzata, evidenzia l’abilità di Spyres di passare dai gravi al di sotto del registro tenorile alla tessitura acuta e ai sovracuta e viceversa (petto testa, testa petto, sbalzando di tre ottave).

Fiati lunghi per l’aria di Ferrando “Un’aura amorosa” da Così fan Tutte  di Wolfgang Amadeus Mozart, che si chiude col tocco argentino del pianoforte; la voce non è dolce ma è usata con dolcezza, il timbro è robusto seppur chiaro, il canto è aperto e proteso verso il pubblico.

Preciso dosaggio del suono, messa di voce, sovracuti appena sfiorati, virtuosismo nel canto e nella musica per l’aria di Dorvil “Vedrò qual sommo incanto” da La Scala di Seta di Gioachino Rossini, di cui Spyres ha cantato anche la cavatina di Otello “Ah! Sì per voi già sento” da Otello con voce robusta di baritenore che va dai gravi fondi e lunghi agli acuti chiari e luminosi; l’artista esegue bene il canto di sbalzo, pone attenzione nel canto di coloratura, perché pur essendo esuberante non è un cantante funambolico.

fotoIl canto è più morbido e legato con brevi leggerissimi filati, nell’aria di Georges “Viens, gentille dame” da La dame blanche di François-Adrien Boïeldieu, il suono è gradevole e carezzevole sopra i ricami del pianoforte, l’accento è incisivo, il modo di porgere è perfetto anche nel canto più deciso e la pronuncia francese è ottima. (Ah, la musique française, quelle merveille!)

Canta molto bene la scena e aria del Duca di Mantova “Ella mi fu rapita” da Rigoletto di Giuseppe Verdi, predilige il canto spiegato, perché la voce è robusta, ma rispetta le dinamiche del forte e del piano e l’emissione è precisa, piccola défaillance nel sovracuto finale.

Come bis una canzone napoletana, la Serenata di Bracco su testo di Caruso, la canta con voce robusta e ampissima, con centri pieni e acuti luminosi ma a volte penalizzati dall’irruenza del canto.

Spyres non è un tenore di grazia, anche se la duttilità vocale glielo permette, ma un baritenore belcantista estesissimo e di peso, che esegue le agilità con oculata spavalderia e non con spericolatezza, ha una vocalità che dovrebbe esplorare anche altri stili oltre al canto di coloratura. It’s my opinion.

Nato a Mansfield negli Stati Uniti, la sua è una famiglia di musicisti: la moglie e il fratello sono cantanti lirici, la sorella è cantante/attrice di Broadway e il di lei marito compositore e violoncellista. Ha esordito nel 2006 e l’anno scorso ha debuttato a Pesaro il ruolo di Baldassarre in Ciro in Babilonia, ma io l’avevo notato in Candide all’Opera di Roma qualche mese prima. Curiosità: l’anno passato ha accompagnato Jessica Pratt al Teatro Tiberini di San Lorenzo in Campo alla serata del Premio Tiberini e ha cantato insieme al soprano nonostante fosse solo un ospite. Ề simpatico, generoso e bravo.

 

Rigoletto: http://youtu.be/0ZAgjWql7Wg

La dame blanche: http://youtu.be/hRJlYFPei1I

Così fan tutte: http://youtu.be/XOtVmTuzzWQ

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