martedì, Ottobre 3, 2023

Area Riservata

HomeSenza categoriaRiccardo III di Shakespeare al Silvano Toti Globe Theatre di Roma

Riccardo III di Shakespeare al Silvano Toti Globe Theatre di Roma

foto“Astuto, falso, traditore”: si definisce così il Riccardo III di Shakespeare al suo entrare in scena svelando ben presto la sua natura malvagia e sanguinaria che lo rende eroe negativo per eccellenza, pronto a tutto per di conquistare l’agognato Potere assoluto.

Così è per il regista Marco Carniti che mette in scena la più efferata delle tragedie del Bardo al Globe Theatre di Roma (repliche fino all’8 settembre) e che vede proprio nella disumanità del re shakesperiano lo svolgersi concreto della Storia e del Potere attraverso i secoli, al di là di ogni moralità se non del male stesso.

Come spesso accade nel teatro moderno, la vestizione del protagonista si consuma a scena aperta, davanti al pubblico, mentre la costumista sistema gli abiti e i tecnici si occupano degli ultimi ritocchi disponendo lo specchio in scena, ma all’attacco della musica (di David Barittoni, fra musica classica e rock assordante) Maurizio Donadoni si trasforma e diventa Riccardo III, gobbo, claudicante, malvagio, pronto a mostrare fin da subito la sua duplice doppia natura, committente di atroci e reiterati delitti sanguinari che vengono riproposti ciclicamente in scena con una tale metodicità (la rapidità dell’esecuzione, la musica, gli inservienti che puliscono il sangue a ripristinare l’apparente ordine) da risultare quasi l’uno uguale all’altro, quasi senza importanza.

Comprensivo e servizievole dinanzi alla corte, malvagio e disumano in realtà e non senza una spiccata cifra squisitamente sarcastica e ironica che tende a smorzare anche la tensione dell’escalation di violenza, Maurizio Donadoni è un Riccardo III molto convincente e non solo fisicamente, un villain contemporaneo che dà anima e corpo al dramma interiore di un individuo scellerato e cupo, da risultare ammaliante nella sua perfidia.

Intorno al protagonista Maurizio Donadoni che gigioneggia come Riccardo III, è ottimo il resto del cast, anche se una menzione speciale va al Duca di Buckingham (Gianluigi Fogacci) e alle attrici, soprattutto la regale Elisabetta (vedova di Edoardo) di Pia Lanciotti e la Duchessa di York di Paila Pavese.

Il Riccardo III di Carniti, contemporaneo e terribilmente attuale, diventa una tragedia riproposta come incubo psichiatrico sull’ascesa del potere, anche con il visionario incubo finale del Re, assediato dai fantasmi delle sue vittime, e agli spettatori di penetrare quasi nella mente dell’efferato protagonista che si confronta con la sua malvagità e deve fare i conti con le sue fragilità, le deformità fisiche innanzitutto e il confronto con la famiglia.

Ma nulla riesce a fermare Riccardo: il delitto chiama delitto e il mondo (scene di Fabiana Di Marco) si presenta come una lunga passerella-praticabile che si getta nella platea, fra tende rosse e lunghissime corde e catene con una sedia di ferro, ora trono, ora letto, ora prigione, strumento di morte e di tortura.

Abiti moderni, quasi fuori dal tempo, con i cattivi vestiti di nero con dettagli in pelle, gli innocenti in bianco, gli uomini con maschere e costumi da schermidori, le donne in abiti d’epoca rossi (il sangue) o nero (il lutto).

Tre ore avvincenti di spettacolo in cui Carniti serve senza sconti al pubblico l’escalation del potere in tutta la sua violenza in immagini forti e crude, attraverso una rilettura crudele e ironica in perfetta linea con il testo originale della sanguinaria parabola del Duca di Gloucester. In scena fino all’8 settembre.

RELATED ARTICLES

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Most Popular