Un luogo polifunzionale in cui da sei stagioni si rincorrono, miscelandosi, musica e prosa, corsi di danza ed esposizioni di video arte, incontri rivolti ai non vedenti ed altri momenti di aggregazione sociale. Questo è lo Spazio, il teatro ubicato in zona San Giovanni (Roma) e diretto da Alberto Bassetti e Francesco Verdinelli che proporrà anche quest’anno una programmazione incentrata su autori ed interpreti contemporanei del teatro italiano atti a presentare l’opera come strumento di forza e vitalità, piuttosto che elaborato di pura ricezione, con l’obiettivo di coinvolgere attivamente i sensi e il pensiero del proprio interlocutore in sala.
Il dramma è il filo conduttore, se non addirittura il triste protagonista di altri spettacoli in programma, in particolare la barbarie italiana raccontata da Betta Cianchini nelle Storie di donne morte ammazzate, dodici monologhi di cronaca nera interpretati da altrettanti attrici che anticiperanno la prima “Notte Rossa” dedicata alle vittime del femminicidio. Attualità shock in scena anche per la prima italiana del musical diretto da Enzo Iacchetti sulla vicenda horror di Erika e Omar che qualche anno fa sconvolse i nostri telegiornali, qui improntata su una feroce satira rivolta ai nostri media e presentata con uno stile inglese black humor. Iacchetti è invece in scena come protagonista, sempre in primavera, nel suo speciale omaggio a Giorgio Gaber, nel quale riscrive a suo modo le canzoni televisive del signor G, arrangiandole e contaminandole con le musiche di oggi.
Debutto in prima linea invece per il poetico e surreale Domestica, ideato e diretto da Juan Diego Puerta Lopez con un cast di ben 22 attori che animano un carrozzone di eccentrica umanità intorno ad una tavola imbandita. Fresco di scena è anche il lavoro di Ulderico Pesce sul rapimento Moro, un’operazione teatrale che vuole prima di tutto contribuire alla scoperta della verità e alla sua divulgazione, prendendo come punti di vista quelli del giudice Imposimato e di tre dei membri della scorta.
Tornano invece sul palco dello Spazio due testi collaudati: il primo, Il Custode di Antonio Lauro, oramai da una decina d’anni ha decretato il successo performativo di Paolo Triestino, attore completo ed emozionante nei panni di una guardia giurata museale che dialoga con i Bronzi di Riace all’interno di una Calabria specchio di sogni e malesseri dell’anima; il secondo, Il Segreto della vita, celebra il quarto di secolo dall’esordio nella scrittura di Alberto Bassetti che fu notato inizialmente dalla critica teatrale proprio con questa pièce dedicata al gioco del ribaltamento dei ruoli nella coppia la prima notte di nozze: un letto nuziale piazzato in platea – sul quale dibattono i due interpreti Pierpaolo De Mejo e Olivia Cordsen – farà vivere agli spettatori intorno la dimensione più intima e ironica dei neo-sposi in un crescendo di rivelazioni tra l’assurdo ed il drammatico, al punto da diventare decisamente comica e spiazzante!
Eccelsa prova d’attore è poi quella di Paolo Graziosi su Leopardi che, insieme ad Elisabetta Arosio riprende la produzione del giovane poeta con sapiente uso di punteggiatura interiore, accompagnato sul palco dalle proiezioni di immagini oniriche in movimento e da una colonna sonora elettronica dagli accenti suggestivi.
Dalla letteratura si passa alla storia e alla religione, presenti rispettivamente in Mi no me som notà, ambientata durante il primo conflitto mondiale con l’Austria, per la regia di Gabriella Pedrai, e 33, in cui il messaggio cristiano ambientato nella complessa realtà contemporanea mette a dura prova il senso della Fede nel rapporto involutivo odierno tra Spirito e Istituzioni.
Carrellata di spettacoli dalle tematiche ironiche ma pur sempre attuali quella che parte da Sissi Boy, in cui protagonista è un bambino in contrasto alle tradizionali regole di condotta del sesso di appartenenza, e che continua con l’amore del primo appuntamento scaturito dalle chat narrato da Luca Zilovich in Love date, per approdare ai conflitti familiari di tre fratelli alle prese con la gestione di una fattoria ereditata (i Tre terrieri di Angelo Sateriale, Fulvio Maura e Roberto di Marco) o le liti tra amiche scaturite dalle differenti opinioni su un’opera d’arte acquistata, rivisitazione tutta al femminile di Marzia Turcato sul noto testo di Yasmina Reza Art qui rinominato Bianco.
Comicità e provocazione è riscontrabile infine nel monologo dell’agrigentino Paolo Macedonio (Un fulmine a ciel sereno), intonato sulla sua verve comica ed abilità mimetica, nella partitura per una nota sola Quasido, scritta da Claudio Forti per la talentuosa Diana D’angelo, e nelle veloci divagazioni in loop vocale di Daniele Parisi e del suo Ab Hoc Et Ab Hac.
Una stagione, quella dello Spazio, che dunque presenta una raffinata degustazione per ogni palato e che si incrementerà, all’interno degli spazi recentemente restaurati, anche di appuntamenti musicali ed esposizioni d’arte, per generare un’atmosfera eclettica e conviviale con l’obiettivo di socializzare e far socializzare fra di loro artisti provenienti da diverse discipline e di creare uno stile e un modo nuovo di vivere lo spettacolo dal vivo a Roma.
Via Locri 42/44,
(traversa di Via Sannio, a 100 metri da Metro S. Giovanni)
Roma
Tel. 06 77076486 – 06 77204149 – info@teatrolospazio.it