venerdì, Marzo 29, 2024

Area Riservata

A.H.

Foto di Brunella Giolivo
Foto di Brunella Giolivo

drammaturgia Federico Bellini e Antonio Latella

regia Antonio Latella

con Francesco Manetti

elementi scenici e costumi Graziella Pepe

luci Simone De Angelis

assistente alla regia Francesca Giolivo

fonico Giuseppe Stellato

production Brunella Giolivo

management Michele Mele

special thanks Manetti Italia

coproduzione Centrale Fies

in collaborazione con KanterStrasse/Valdarno Culture

Dopo il debutto del 27 luglio 2013, nell’ambito di MEIN HERZ presso la Centrale Fies di Dro e la presentazione nell’ambito del Festival Internazionale Castel dei Mondi di Andria, A.H. di Antonio Latella con Francesco Manetti arriva a Firenze e apre la stagione teatrale 2013/2014 del Teatro Cantiere Florida, in due repliche venerdì 25 e sabato 26 ottobre 2013, ore 21.00.

Partendo dal concetto di menzogna, Antonio Latella compie, con A.H., un percorso che si propone di ricercare le radici del male. Attraverso una drammaturgia – curata dallo stesso regista e da Federico Bellini – che spazia dalla Torah alla Bibbia, da Tolkien a Chaplin, da Lars von Trier a Antony and the Johnson, la performance giunge fino all’emblema del male del Novecento, Adolf Hitler. In scena Francesco Manetti non imita, non interpreta, non recita il Fuhrer, ma incarna lo stesso concetto di male. Collaboratore di lunga data della compagnia di cui ha curato il training a partire da Hamlet’s Portaits, Manetti utilizza la propria esperienza sul movimento come codice di partenza per una partitura drammaturgica sul corpo che diventa la toccante cifra della performance.

Un lavoro sulla centralità dell’attore in scena che si inscrive nel più ampio percorso di ricerca del regista sul tema della menzogna e che sfocia in due nuovi spettacoli: Die Wohlgesinnten – produzione Schauspielhaus Wien in collaborazione con stabilemobile – compagnia Antonio Latella che ha debuttato lo scorso 4 ottobre 2013 alla Schauspielhaus Wien, e in Italia il 12 e 13 ottobre al Teatro Eliseo nell’ambito di Romaeuropa Festival – e Il servitore di due padroni, che debutterà il 21 novembre al Teatro Bonci Cesena.

Subito dopo le due repliche fiorentine A.H. sarà presentato a Le Fornaci (Terranuova B.ni, Arezzo) domenica 27 ottobre, alle ore 21,15.

Seconda Visione | Sabato 26 ottobre, ore 18

Menzogna e potere

Assieme alla stagione prende avvio Seconda Visione, un progetto che si articolerà in una serie di incontri legati alle tematiche suggerite dagli spettacoli proposti per il 2013/2014, allo scopo di approfondire proprio partendo dall’opera alcuni temi che s’intersecano con altri campi del sapere contemporaneo, per tornare allo spettacolo con una visione inedita.

Il primo appuntamento di Seconda Visione è per sabato 26 ottobre, ore 18 presso il Teatro Cantiere Florida. Prima della replica di sabato di A.H., il regista Antonio Latella e il drammaturgo Federico Bellini dialogheranno con Roberto Incerti (La Repubblica) e il filosofo Massimo Cacciari sul rapporto tra “menzogna e potere” nella società di oggi. Un momento di scambio a cui il pubblico è invitato per approfondire i contenuti dello spettacolo e arricchirli di nuovi spunti di riflessione o per prepararsi alla visione dello spettacolo che andrà in scena la sera.

Sempre sabato 26 ottobre, ore 17 nel foyer del teatro si terrà un evento di action painting ad opera di ComeAchille.

Biglietti:

La biglietteria del teatro è aperta al pubblico dal lunedì al venerdì, dalle ore 10.00 alle ore 18.00 in orario continuato.

Nei giorni dello spettacolo il botteghino sarà aperto dalle ore 19.00 alle ore 21.00.

I biglietti inoltre sono acquistabili presso tutti i punti vendita del circuito Boxoffice e online su Boxol.

Informazioni e prenotazioni:

È possibile effettuare la prenotazione telefonica chiamando il numero 0557130664 dal lunedì al venerdì dalle ore 10.00 alle ore 18.00 o scrivendo una mail a prenotazioni@teatroflorida.it specificando nominativo, titolo e data dello spettacolo, numero di posti richiesti e numero di telefono.

As I search for a piece of kindness

And I find Hitler in my heart

(Antony and the Johnsons)

E se invece di mettere i baffi alla Gioconda li togliessimo a Hitler?”.

Questa domanda non vuole essere una provocazione ma è, nella sua assurdità, il punto interrogativo da cui partiamo. Spostare lo sguardo da quel quadratino peloso, quella mosca sotto al naso maschera dell’orrore di tutto il ‘900, a qualcosa di interiore, di terribilmente intimo, umano.

Non è nostra intenzione mettere in scena la figura di Adolf Hitler, non vogliamo cucire una divisa e farla indossare ad un attore per portarlo a recitare, a interpretare, a personificare o più probabilmente a scimmiottare Hitler. Sarebbe una pazzia e un fallimento di intenti, una mancanza di gusto e altro ancora.

Ci interessa invece intraprendere una riflessione sul male. Esiste il male? Certo, per esempio il cancro, un male terribile di cui tutti abbiamo paura perché uccide e non guarda in faccia a nessuno (ricco, povero, famoso, buono, cattivo, santo, peccatore, re, operaio, papa o laico…).

Di fronte a un simile male, la domanda non è solo “come sconfiggerlo?” ma soprattutto “perché nasce?”. Partiamo da questo interrogativo per confrontarci con il cancro che ha colpito l’Europa, l’ha infettata, mutata, devastata, uccisa; è entrato nei cuori e nelle menti e si è trasformato in pensiero, in politica, si è mascherato da ragione, da bene ed ha sterminato senza nessuna pietà, come un angelo vendicatore. Poi un giorno, dopo anni di guerra, il male è stato sconfitto: il cancro e le sue metastasi sono state vinte, un coro di voci ha gridato alla vittoria e abbiamo ricominciato a vivere, a ricostruire e, anche, a dimenticare. Hitler è stato distrutto e sconfitto ma come tutti i grandi mali non è stato ucciso, si è ucciso per non morire, per custodire l’orrendo segreto della sua nascita. Come è stato possibile che il cancro Hitler sia entrato nel cuore di milioni di persone?

Come è stato possibile che queste persone abbiano creduto in lui e si siano messe la mosca sotto al naso?

Questo progetto di stabile, mobile, legato ad un percorso artistico sulla menzogna, nasce dal bisogno di riflettere intorno ad una semplice e terribile domanda: “c’è Hitler nel mio cuore?” A questo scopo abbiamo scelto una modalità di lavoro slegata dai tempi di produzione, una modalità molto intima fatta di discussioni continue che porteranno ad una drammaturgia di messinscena o, come auspico, ad una drammaturgia costruita sul corpo, un corpo a corpo con gli spettatori. A Francesco Manetti, compagno di tante avventure, l’arduo compito di condurre i giochi, a Federico Bellini il compito di non essere un drammaturgo, a me quello di non allestire uno spettacolo ma di creare i presupposti affinché il pubblico possa inficiare sull’andamento della serata.

Antonio Latella

Antonio Latella, nasce a Castellamare di Stabia il 2 marzo 1967. Studia recitazione presso la scuola del Teatro Stabile di Torino, diretto da Franco Passatore e presso La Bottega Teatrale di Firenze, diretta da Vittorio Gassman. Tra il 1986 e il 2000 lavora come attore. Nel 1998 firma la prima regia. Nel 2004 si trasferisce a Berlino. Ha curato la Direzione artistica del Nuovo Teatro Nuovo di Napoli per la stagione 2010/2011.

I suoi spettacoli sono stati ospitati da diversi teatri e Festival: 11° Union des Théâtres de l’Europe Festival a Villeurbanne, Festival di Avignone, Festival di Salisburgo, Festival Theaterformen di Braunschweig/Hanover, Festival Grec di Barcelona, Festival Shakespeariano di Santa Susanna, Festival internazionale “Scène Etrangères” di Villeneuve d’Ascq, Festival Svjetskog Kazalista di Zagabria, Théâtre National Populaire Villeurbanne, Volksbuhne Theatre di Berlino, Théâtre National de l’Odeon di Parigi, Festival delle Colline Torinesi, Festival Internazionale del Teatro di Lugano, Radialsystem Theatre of Berlin, Culturgest and Centro Cultural De Belem di Lisbona, Comédie di Reims, Teatrul Clasis Festival di Arad e il Sibiu International Theatre Festival, Rumania, Wiener Festwochen, Napoli Teatro Festival Italia e De Internationale Keuze Van de Rotterdamse Schouwbur.

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