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Il Vasetto di Pandora

fotoscritto e diretto da Luciano Capponi
Aiuto regia: Ilaria Mancini
Musiche: Luciano Capponi
Scenografie: Stefania Del Re
Costumi: Simonetta Fois
Tecnico luci: Dario Forte
Tecnico suono: Davide Di Santo
Produzione IL FLAUTO s.r.l
Progetto speciale Il teatro di Luciano Capponi nell’ambito dell rassegna teatrale a cura di Giacomo Carlucci

Cast
Il Re – Pietro Daniele Aldrovandi
Bertazio – Giulio Brando
Cecilio – Urania
Clotilde – Valentina Scorsese
La Regina – Ione Medina
Uomo del telegiornale – Manlio Guadagni

Cronache dalle ultime zone abitate (dopo la fine del mondo). Di scena Il Vasetto di Pandora di Luciano Capponi, autore e regista indubitabilmente ‘di frontiera’, che continua a sorprendere spettatori (e non) con i suoi coup de théâtre, quei suoi racconti imprevedibili, capaci di rilanciare la mente aldilà dei propri ostacoli. Questa volta porta in scena, forse per la prima volta a teatro, la teoria apocalittica della fine del mondo, insieme a una curiosa ipotesi di sopravvivenza. Il Vasetto di Pandora, per chi ha occhi per vedere e cuore per sentire, è una favola divertente (inquietante?) sul futuro non tanto remoto dell’umanità, un racconto sarcastico ed esilarante sui sopravvissuti all’ultimo cataclisma. Una fortuna assistervi e immaginare di essere tra quei 23 fortunati (fortunati?) scampati all’estinzione. Nello spettacolo, una manciata di impavidi controeroi si confronteranno non solo con la scarsità di risorse e di cibo, ma con gli inganni della mente e resteranno a testimoniare l’ultimo ‘pit stop’ della razza umana. Fine della storia. Fine delle parole. Fine dei maestri. Fine. La domanda è d’obbligo: ‘Riusciranno i nostri eroi….?’ Forse loro no, ma noi, parafrasando una celebre dichiarazione, ‘noi… speriamo che ce la caviamo’.
Sinossi
Sulla favola medievale di un guardio (Bertazio) e di un principe (Cecilio) si svolge la lotta per la supremazia del maschio da una parte e per l’esplosione del sentimento dall’altra. Sentimento che è la parte più intelligente della dualità umana. “Cogito ergo non sum” sembrerebbe indicare il principe. E poi il re, la regina, Clotilde la fidanzata di Bertazio, si intrecciano con i loro propositi irrisolti e devastanti. Ma non è questa la storia: tutti sono testimoni che il mondo sta per finire (siamo in epoca contemporanea) e in attesa di morire per fame decidono di recitare un vecchio copione sperando che qualcosa possa salvarli. Una sorta di analisi “pre-mortem” condita da riflessioni audaci. Dentro e fuori il personaggio alla disperata ricerca di un’identità’ che non prevede un protocollo di attivazione se non nella follia. Una sarabanda senza soste, un carosello di ritmi e coralità, una coreografia di suoni e sudori incalzanti. L’attore nudo, senza pietà né ripensamenti. Se fossi un critico direi: da non perdere. Presunzione o consapevolezza? Decidetelo voi. Tanto siamo già morti.

ufficio stampa compagnia
Daniela Bendoni, +39 3355325675, danibendoni@gmail.com

Orari recite:
31 dicembre e 1 gennaio ore 18.30
gio ven sab ore 20.45
domenica ore 17.00

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