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Quell’estate al Teatro Testaccio di Roma

fotoLa terrazza di un palazzo nel quartiere di Hell’s Kitchen a New York nella calda estate del ’72 è il luogo dove si incrociano le vite, le aspettative, glia amori, i timori, i sogni, i segreti di un gruppetto di giovani e giovanissimi. All’apparenza spensierati e gaudenti, sono in realtà accomunati da un denominatore comune: un’esperienza personale per qualcuno traumatica o deviante, per altri fuori dalle regole. Tutti si sentono al sicuro quando la sera si ritrovano sulla grande terrazza, lontano dai pericoli e dalle insidie della città, sotto l’ala protettiva di padre Frank, prete cattolico nominato curatore testamentario dall’anziano proprietario ebreo suo amico, incaricato di verificare che il nipote trascorra le serate sulla terrazza, pena la perdita dell’eredità. Emergono malumori e intemperanze che svelano una condotta fuori dagli schemi e un carattere irascibile.

Ha un bel da fare il sacerdote a mitigare gli eccessi di ciascuno, della liceale saccente che si esprime solo con citazioni e aforismi, della svampita che si prostituisce per diletto, e perfino respingere le profferte amorose dell’avvocatessa di successo che nasconde inibizioni affettive.

Mitici anni Settanta, quelli in cui gli incontri avvenivano di persona in luoghi reali, ignari della tecnologia odierna che proietta nella realtà virtuale e dei network che cancellano la spontaneità nelle relazioni interpersonali. Quelli in cui si abbandonavano tutti gli affetti per un viaggio in India alla ricerca di sé.

Uno dopo l’altro, l’estate snocciola i suoi giorni, scanditi dal notiziario trasmesso quotidianamente dalla radio in cui lo speaker annuncia avvenimenti politici, sportivi, di costume, come la notizia che un gruppo si sta affacciando nel panorama musicale, i Pink Floyd. Fra gli ospiti della terrazza nascono sentimenti d’amicizia e pian piano d’amore sognando il futuro, confidandosi col sacerdote che media i contrasti. Le note dei nuovi generi musicali (pop, disco dance…) trasmessi dalle radio libere sottolineano i momenti significativi di passaggio dall’ingenuità alla consapevolezza.

Il testo di Stefano Mondini, che cura anche la regia, ha il merito di fotografare con una certa verve un periodo aureo della nostra storia recente, connotato da una totale fiducia nel futuro, ma inciampa in qualche passaggio emotivo un po’ affrettato verso il lieto fine.

Spontanei e briosi gli interpreti Teo Bellia, Barbara Villa, Edoardo Stoppacciaro, Lidia Perrone, Fabio Cavalieri, Francesca Caracci, Carlotta Guido. Variopinti e vintage i numerosi abiti di scena ideati da Barbara Villa, commoventi (per chi ha reminiscenza di quegli anni) le musiche scelte da Angelo Talocci.

Teatro Testaccio

Via Romolo Gessi, 8 – Roma

tel.: 065755482

fino all’8 dicembre 2013

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