giovedì, Marzo 28, 2024

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Il Grande Mago

fotoSi scriverà, in primo luogo, che Il Grande Mago di Vittorio Moroni non è la storia di quelli che Platone chiamava malinconicamente figli della luna, quanto il racconto di una straordinaria venerazione per il mondo femminile, per le sue forme e le sue fattezze, che raggiungono, nell’immaginario della protagonista, latitudini omeriche. Servirà, poi, dire che il Grande Mago altri non è che Dio, riferimento costante di Andrea, che piange la sua misera figura di uomo allo specchio, desiderando un corpo ed una voce femminili. Nella protagonista c’è la forza di correggere la natura, di sfidare il Grande Mago, di piegarlo alla propria volontà, di rendere vani i trucchi del suo cabaret: diventare una donna è una rivalsa sulla scelta con cui la natura ha voluto umiliarlo. Luca De Bei interpreta il suo personaggio con un profondo senso di adesione alla parte ed un talento che il teatro non può non riconoscergli, specie nei momenti di forte impudicizia che sopravvivono alla volgarità cui sembrano destinati e si fanno poesia. Il Grande Mago è allora la storia di un viaggio oceanico all’interno del proprio dolore e della propria insoddisfazione: Andrea sceglie di diventare Aurora a rischio della solitudine, della vergogna, dell’insulto. Non si conceda ad Aurora il beneficio del dubbio, ché la sua scelta è invece affatto combattuta, ma il termine naturale di una patetica insoddisfazione. Aurora diviene allora il simbolo non soltanto di un malcontento, ma di un bisogno di emancipazione che è al contempo una denuncia sociale ed un’esigenza morale per la protagonista. Riesce facile pensare all’attualità dello spettacolo, alla sua capacità di penetrare le maglie della morale rigida e bigotta che nuoce a questo paese: sintomatico è, a proposito, la scelta del Tribunale dei minori di sottrarre ad Aurora il piccolo Simone, suo figlio. Il Grande Mago, allora, oltre ad essere un cattivo mestierante è anche uno spettacolo che seduce e smuove le coscienze, permettendo allo spettatore di riconoscere, nel travaglio di un’insoddisfazione, la storia di una donna onesta.

 

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