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In memoria di Jim Hall

Enrico Pieranunzi pianoforte

Philip Catherine chitarra

Venerdì 31 gennaio alla Casa del Jazz, il concerto “In memoria di Jim Hall” renderà omaggio ad uno storico musicista da poco scomparso: sul palco il chitarrista belga Philip Catherine e il pianista Enrico Pieranunzi (che con Jim Hall ha condiviso progetti discografici e concerti) proveranno a restituire al pubblico la poesia del chitarrista.

Jim Hall, uno dei più virtuosi ed influenti chitarristi jazz dell’era moderna, è morto a New York all’età di 83 anni. Dopo Charlie Christian (1916-1942), che ha introdotto la chitarra elettrica nel jazz codificandone il linguaggio moderno e contribuendo anche alla nascita del be-bop, solo un altro chitarrista ha avuto per la musica afro-americana la stessa grande importanza, trascendendo i limiti specifici dello strumento: Jim Hall.

Dei diversi chitarristi che già negli anni Cinquanta si fecero valere seguendo le orme di Christian (Wes Montgomery, Barney Kessel, Tal Farlow, Joe Pass, Kenny Burrell), Hall è il più originale per l’eloquio solistico: continue sofisticate frasi brevi e spezzate, sonorità pastosa, lirica e introspettiva, uso inarrivabile della tecnica del voicing che da sempre ha testimoniato anche la sua attitudine alla composizione (suoi sono diversi pezzi per ensemble orchestrali).

Oltre che leader di un suo trio, Jim Hall ha avuto collaborazioni storicamente molto importanti (con Chico Hamilton, Jimmy Giuffre, Sonny Rollins, Art Farmer, Bill Evans, Ron Carter); infine, dopo Christian, è colui che ha più influenzato i chitarristi delle generazioni successive (Pat Metheny e Bill Frisell lo considerano il loro maestro supremo).

Ho avuto il privilegio di suonare con Jim Hall in diverse occasioni: un’intera settimana in duo, a Roma, nel 1983. Poi un bellissimo tour europeo nel 2004 durante il quale incidemmo “Duologues”, un cd  pieno di quei blues che Hall suonava con un feeling e un’intensità straordinari. Il suo stile era unico.  E condividere la musica  con lui  dopo essere rimasto decine di volte a sentire incantato  il suo  suono in dischi storici come “The Bridge” con Rollins o “Undercurrent” con Bill Evans era come volare. Metteteci un pò della mia storia personale, in cui la chitarra di mio padre ha giocato un ruolo molto importante e capirete di cosa parlo. Nel 2010 il nostro ultimo incontro, nel corso del festival  Eddie Lang di Monteroduni. Il Maestro appariva provato da un’operazione alla schiena che l’aveva lasciato in non buone condizioni. Prima di salire sul palco mi disse in un’orecchio “Non ho potuto studiare molto negli ultimi tempi a causa di questa schiena”.  Non credo servano commenti.La musica di Hall era profonda, intensa, “assoluta”, senza concessioni o ammiccamenti. Vi si avvertiva una ricerca costante, instancabile della soluzione formalmente ed espressivamente più bella ed emozionante. Non è un caso se tutti i grandi chitarristi del nostro tempo, da Bill Frisell a Pat Metheny, hanno indicato in lui il loro punto di riferimento. Jim Hall ha dato moltissimo al jazz e rendergli omaggio, anche se ora è doloroso, è doveroso. Sono felice di farlo con Philippe Catherine, fenomenale chitarrista belga da anni al top del jazz europeo. Sarà bello “incrociare” le corde del mio pianoforte con le sue, ricordando il Maestro”.(Enrico Pieranunzi)    

Casa del Jazz

Viale di Porta Ardeatina, 55 – Roma

Info: 06/704731

Ingresso  10  euro

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