venerdì, Marzo 29, 2024

Area Riservata

HomeProsaAlessandro Gassmann dirige Giulio Scarpati e Claudio Casadio in Oscura immensità di...

Alessandro Gassmann dirige Giulio Scarpati e Claudio Casadio in Oscura immensità di Massimo Carlotto

fotoUn racconto crudo e spietato che genera emozioni mutevoli e contrastanti. Nessuna ipocrisia. Nessuna rappresentazione manichea. Il romanzo di Massimo Carlotto, L’oscura immensità della morte, incontrando il regista Alessandro Gassmann si materializza, acquista i volti di Giulio Scarpati nel ruolo di Silvano Contin, l’uomo che ha perduto moglie e figlio uccisi in una tragica rapina, e di Claudio Casadio alias Raffaello Beggiato, ergastolano malato di cancro che sogna di morire da uomo libero. Il bene e il male si fronteggiano in due monologhi dal ritmo serrato, in ottanta minuti di spettacolo senza intervallo. Ma chi è il buono? Chi il cattivo? Chi la vittima e chi il carnefice? I due protagonisti non sono personaggi letterari di fantasia; sono stati plasmati dall’autore incontrando decine di parenti di condannati e di vittime di tragiche storie di cronaca. Massimo Carlotto ha così grattato via con le unghie ogni rappresentazione falsata della realtà, toccando con mano l’oscurità di dolori immensi, che spesso non conoscono il perdono, ma solo la disperazione e il desiderio di vendetta. Alessandro Gassmann si conferma un regista impegnato nello scandagliare storie difficili; questa volta fonde in uno spettacolo di grande intensità il tema della giustizia, già affrontato in La parola ai giurati, e il ritratto di un’umanità senza speranza, così ben descritta in Roman e il suo cucciolo. Oscura immensità lascia in bocca l’amaro, misto al sapore del sangue di innocenti e colpevoli. Alla forza recitativa di Claudio Casadio, con la sua voce rauca e il perfetto physique du rôle, fa da contraltare il personaggio interpretato da Giulio Scarpati, che parte in sordina, apparentemente rassegnato in una vita fatta di privazioni e prigioniera del dolore, per esplodere in tutta la sua rabbia e pazzia nel colpo di scena finale. Le videografie di Marco Schiavoni danno un tocco cinematografico al testo scenico, restituendo ad un testo così duro immagini poetiche ed evocative. I lettori del romanzo forse non ritroveranno tanti particolari feroci, ma rivivranno tutti i brividi davanti ad uno spettacolo ben costruito e fedele all’anima del libro.

RELATED ARTICLES

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Most Popular