giovedì, Marzo 28, 2024

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Oblivion in “OtHello, la H è muta…”

Qualche volta bisogna lasciarsi andare. Mettere in sonno la ragione, lo impegno, la grigia seriosità che accompagna la nostra esistenza. Abbandonarsi alle sensazioni che nascono spontanee, senza mediazioni culturali, che non stimolano domande di senso. La pancia, ecco lasciamo libero sfogo al viscerale divertissement. Il merito di questa boccata di ossigeno, di questa flebo di allegria va ascritto a cinque bravissimi cantanti, attori, fantasisti, trasformisti, mimi che, con le loro capacità vocali, con la loro verve e simpatia ci hanno regalato una bellissima serata. Questi artisti (Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda e Fabio Vignarelli) nel loro Show “Oblivion in OtHello, la H è muta…” mettono nella centrifuga l’Otello di Verdi (in omaggio al duecentesimo anno dalla nascita del Maestro) e Othello (con la H) di Shakespeare, contaminano con sublime improntitudine musiche e parole e quel che ne esce è un melting pot che ricompone la storia abbinando senso del grottesco, ironia ed eleganza.

Questa volta non si tratta di una serie di siparietti, ma c’è un fil rouge che scompare e ricompare fra una divagazione e l’altra, è la vicenda di Otello col Moro, Desdemona, Cassio, Emilia, il fazzoletto, Cipro la flotta insomma non manca niente, nulla sfugge alla dissacrante comicità dei nostri valorosi eroi.

Ma con il pretesto dell’Otello i nostri attori propongono una sorta di amarcord musicale. Interpretano, con i testi riscritti in modo funzionale al racconto, arie d’opera, canzoni di Lucio Battisti, Elio e le Storie Tese, Nannini, Pupo, Ligabue Dario Fo, Vasco Rossi…

I cinque attori con le loro elaborazioni parodistiche, l’umorismo, le gag esilaranti, la satira bonaria, la comicità surreale, gli intelligenti accostamenti e la grande versatilità ricordano il teatro dei Gobbi, il trio Marchesini, Lopez, Solenghi nel confronto dei quali non hanno proprio nulla da invidiare. Al loro fianco il maestro Denis Biancucci li accompagna al pianoforte e interagisce con gli attori con divertita ironia. Consulenza registica di Giorgio Gallione.

Uno spettacolo da non perdere. Anzi da rivedere.

 

 

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