di Carlo Gozzi
Studio per una messa in scena del Canovaccio
a cura di Riccardo Massai
con i partecipanti all’Officina Teatrale di Archètipo /Teatro Comunale di Antella.
Il canovaccio de L’analisi riflessiva della fiaba L’amore delle tre melarance di Carlo Gozzi nutre al suo interno già gli albori della futura riforma goldoniana, nonostante le critiche implicite dello stesso Gozzi. La scrittura drammatica suggerisce inoltre un parallelo con i meccanismi insiti nella creazione dell’opera d’arte in senso lato: il suo primo abbozzo nella mente dell’autore in un limbo anteriore alla nascita, un processo che va dallo schizzo dei caratteri con qualche battuta definita all’approdo alla struttura a tuttotondo dei personaggi con i loro dialoghi prefissati. Il gioco di specchi di teatro nel teatro serve a Gozzi per rivelarsi vincitore nei dettami del far teatro, sui suoi contemporanei: l’abate Chiari e Carlo Goldoni. Nel canovaccio infatti l‘autore/attore/regista diventa artefice non solo del testo e della rappresentazione, ma si fa relatore anche delle conseguenze che il risultato dello spettacolo produce, descrivendo l’insieme nella messa in scena al Teatro S. Samuele di Venezia nel 1761.
Il laboratorio teatrale che ha condotto al presente studio di messa in scena dell’Analisi riflessiva, è stato rivolto ad essenzializzare un lavoro sull’attore che possa fare a meno dell’allestimento scenografico, di luci e costumi, nell’ottica della povertà spettacolare propria della commedia dell’arte.
Con
Gianni Andrei
Miriam Bardini
Duccio Barlucchi
Ugo Benini
Massimo Bonechi
Riccardo Bono
Niccolò Curradi
Piera Dadizzi
Raffaello Gaggio
Massimiliano Mastroeni
Caterina Nencetti
Rosa Sarti
Guido Signorini
Silvio Zanoncelli
http://www.operadifirenze.it/events/77-festival-mmf/carlo-gozzi-s-l-amore-delle-tre-melarance
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