venerdì, Marzo 29, 2024

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A parole

Foto di Roberto Rognoni
Foto di Roberto Rognoni

di Susanna Baccari e Debora Virello

scritto e interpretato da Debora Virello

scene e costumi Maria Chiara Vitali

musiche Gipo Gurrado

disegno luci Monica Gorla

regia Susanna Baccari

Prima nazionale

Un’indagine psicologica ed umana su due controverse donne della storia argentina, dal destino apparentemente simile eppure così tremendamente opposto, entrambe spose dello stesso uomo, l’ex presidente Juan Domingo Perón.

In prima nazionale al Teatro Leonardo da giovedì 5 a sabato 14 giugno 2014, debutta “A parole”, di Susanna Baccari e Debora Virello, con Debora Virello per la regia di Susanna Baccari, per raccontare l’ambigua e fosca storia di Isabel Martinez Perón – terza moglie del generale, vissuta all’ombra della seconda moglie Eva – detta Evita, ancora oggi oggetto di venerazione popolare in Argentina ed eroina dell’omonimo musical di Lloyd Webber da cui Madonna ha tratto il celebre film.

Dopo la sua morte, Peròn sposò Isabelita, una ballerina che, nel luglio del 1974, esattamente 40 anni fa, diventò presidente – la prima donna del Sudamerica – per essere poi destituita con il golpe del 1976 e ritenuta, da alcuni, responsabile di aver aperto le porte al governo dei dittatori, uno dei periodi più neri e sanguinari della storia dell’Argentina.

Senza l’intenzione di interpretare fatti storici e politici, prende vita una storia di inadeguatezza, di profonda solitudine e di macabro senso del confronto che Quelli di Grock, attraverso gli strumenti teatrali, tentano di indagare in forma di monologo: il tema del doppio, dell’emulazione, dell’ambizione, la vicenda umana della “presidenta”, una donna tormentata dalla necessità di essere ricordata.

Una donna che oggi invece, nonostante sia ancora viva, esiliata a Madrid, è soltanto un’ambigua figura per l’Argentina e una sconosciuta per tutti gli altri.

Il 24 marzo 1976 Maria Estela Martínez Cartas, detta Isabelita, terza e ultima moglie del generale Peròn e presidenta destituita di Argentina, viene lasciata sulla soglia del Messidor, castello della provincia di Neuquen, nella quale viene reclusa in regime di alta sorveglianza: le finestre oscurate perché non siano visibili movimenti dall’esterno, i pasti assaggiati da una colomba e un cane per evitare pericoli di avvelenamento, le passeggiate fino al lago travestita da uomo per non destare sospetti. Sola senza alcuna compagnia se non una Bibbia, una piccola radio, i suoi due cagnolini e i ricordi della vita passata.

Ricordi ingombranti, pericolosi perfino, se pensati politicamente, ma nello stesso tempo così borghesi e infantili se visti umanamente.

Maria Estela che forse, da adolescente, ascoltava sognando, i radiodrammi interpretati da Eva Duarte.

Maria Estela che, proprio come Eva, decide di allontanarsi dalla famiglia per dedicarsi all’arte, cambiandosi il nome in Isabel.

Maria Estela che vede Eva trasformarsi in Evita, sposa legittima di Peròn, prima eroina acclamata dai descamisados e poi santa, pianta da folle intere.

Maria Estela che un giorno incontra il generale Peròn e si trova a vivere la vita nell’ombra di un’altra, cercando di essere un’altra. Evita.

Evita che non si limita a rimanere un’ombra, ma ricompare anche fisicamente: dopo 15 anni di peregrinazioni e misteri, ne viene finalmente ritrovato il cadavere imbalsamato (e orrendamente mutilato) al cimitero Maggiore di Milano.

Maria Estela che, praticando sulla mummia quei riti esoterici che tanto la affascinavano, cerca di impossessarsi del carisma di Evita e si occupa del rimpatrio del corpo.

Maria Estela ed Eva. Isabelita ed Evita.

Debora Virello e Susanna Baccari

Informazioni e prenotazioni:

Teatro Leonardo da Vinci

Via Ampère 1, angolo piazza Leonardo da Vinci, Milano

Tel: 02 26.68.11.66 dal lun al sab dalle 15.00 alle 19.00

biglietteria@teatroleonardo.itwww.teatroleonardo.it

Date e orari: ore 20.45 (anche domenica 8 giugno). lunedì riposo

Prezzi: intero:22,00 euro – ridotto under 30: 15,00 euro, over 60: 11 euro – il martedì 10,00 euro

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