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Caffè Némirovsky al Napoli Teatro Festival

fotoPiù di un semplice reading ma non ancora propriamente spettacolo. Un format ibrido sperimentato al Napoli teatro festival. L’idea di Luca De Fusco è di portare la letteratura a teatro, ma nel caso di Caffè Némirovsky non con un adattamento teatrale (com’era stato recentemente per i racconti di Raffaele La Capria), ma con delle letture affidate a bravissime interpreti. La letteratura in questione è l’opera di Irène Némirovsky, scrittrice ucraina, nata a Kiev nel 1903, rifugiatasi in Francia dopo la Rivoluzione d’ottobre e morta ad Auschwitz nel 1942. Ricoperta grazie al suo romanzo inedito “Suite francese”, pubblicato nel 2004, la Némirovsky è in realtà autrice di numerosi racconti e romanzi brevi, opere in cui contamina la letteratura, il racconto diaristico e il teatro. Ad inaugurare il ciclo di reading di Caffè Némirovsky è stato “Il ballo” letto e interpretato nella sala Ridotto del Mercadante da una bravissima Sara Bertelà.

Forse uno dei romanzi brevi più belli della Némirovsky, “Il ballo” racconta del rapporto madre-figlia. L’autrice lo scrisse a venticinque anni, mentre si affacciava alla vita mondana parigina dopo essere scappata dalla Russia. Le pagine della Némirovsky raccontano la storia di Antoinette Kampf, quattordicenne parigina, di famiglia benestante, della categoria dei “nuovi ricchi”. La sua famiglia infatti non è sempre stata facoltosa. Quattordici anni, non più bambina, ma non ancora donna, età in cui ci si vuole affacciare alla vita, desiderio che stride con l’atteggiamento della madre Rosine che “la vita” non l’ha ancora mai vissuta. In occasione di una ricorrenza i genitori di Antoinette decidono di dare un ballo, ma alla ragazzina viene proibito di parteciparvi. La vendetta di Antoinette sarà rivelatrice della fragilità materna.

Per l’occasione il palco del Ridotto è allestito come un vero caffè, con tanto di tavolini e tovaglie rosse. Ad accompagnare l’interpretazione della Bertelà c’è la musica, eseguita dal vivo al pianoforte, che accompagna lieve le fasi del racconto. Tiene alta l’attenzione del pubblico il talento dell’attrice che riesce con la sua semplice lettura (chiaramente interpretata) a far vivere l’universo di personaggi della scrittrice ucraina. Questi elementi insieme alla bellezza del testo saziano ampiamente l’immaginazione del pubblico per un allestimento, lo ripetiamo, che è più di un reading, ma meno di uno spettacolo.

I prossimi appuntamenti con Caffè Némirovsky sono con Cristina Donadio in “Le Vergini”, l’11 giugno, Angela Pagano in “Come le mosche d’autunno”. Poi sarà la volta di Gea Martire che dedicherà due appuntamenti (12 e 13 giugno) a “Il colore del sangue”. Il 16 giugno a Pietrarsa in un’atmosfera particolare ritorna Sara Bertelà con “Il Ballo”. Saranno tre invece gli appuntamenti (17, 18 e 19 giugno) con Margherita Di Rauso per “David Golder”, Manuela Mandracchia e Anna Bonaiuto interpreteranno nell’ordine “Un bambino prodigio” e “Film Parlato” il 21 e il 22 giugno.

Per ulteriori informazioni sul programma: http://www.napoliteatrofestival.it/

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