giovedì, Aprile 18, 2024

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Casanova

foto…Casanova… per l’uomo contemporaneo non è un nome proprio, ma un modo di essere: di vivere e di amare. È una maschera del carnevale veneziano: un grande cappello, una parrucca bianca, stoffe damascate, pizzi e calzettoni. Con linguaggio moderno, Casanova sarebbe un “personaggio”.
Ebbene, lo spettacolo Casanova, in scena al Teatro Franco Parenti (Sala grande) fino a domenica 20 luglio, scardina la tradizione e racconta di un uomo, vero: Giacomo Casanova. No, non quel Giacomo Casanova che tutti (o meglio tutte) credono di conoscere; Giacomo Casanova, raccontato da Giacomo Casanova.
È la notte del 4 giugno 1798.
La scena è una stanza senza pareti, al loro posto ci sono dei teli bianchi. I sudari che avvolgono un cadavere? Le lenzuola dei letti da cui un libertino è appena fuggito? Le pagine bianche di un libro che aspetta di essere scritto?
Sono le pareti illusorie che, per Casanova, si frappongono tra sogno e realtà.
Nella stanza stanno cinque bambole di porcellana, cinque statuine di Capodimonte con un mazzo di fiori in mano.
In mezzo a queste cinque damine si trova un uomo: secco e vibrante, come una lettera scritta in corsivo; minuto e verticale, come un pennino. Giacomo Casanova.
All’origine di ogni seduttore, sembra voler raccontare la drammaturgia di Ruggero Cappuccino, sta un uomo sedotto, e Giacomo Casanova racconta il primordiale innamoramento: un bambino malato, proprio la notte in cui crede di morire, incontra in un mondo sospeso tra il sogno e la realtà una fata che, dandogli un dolce confetto colorato, guarisce il piccolo e lo riconsegna alla vita. Quella notte nasce Giacomo Casanova: da un lato eterno bambino in cerca della sua fata salvatrice; dall’altro uomo che racconta le sue vicende, i suoi pensieri, le sue parole.
La sua vita non è fatta di amore, come il pubblico crede di sapere, ma di lotta: una guerra continua tra la vita e la morte. Casanova esiste in perenne bilico: contendente in un duello sulla neve; amante di una donna malata; prigioniero della Santa Inquisizione; evaso, sospeso ad una fune.
Al bivio tra la vita e la morte c’è sempre una donna, un po’ salvatrice e un po’ strega. Le donne sono una condanna per Casanova, non delle vittime: anche nel momento di sconforto estremo, in carcere dimenticato dal mondo, Giacomo chiede aiuto a un libro che ha come protagoniste donne di cui non bisogna assolutamente fidarsi, Orlando furioso.
Roberto Herlitzka dà una, cento, infinite voci all’esistenza dell’uomo Casanova, sorpreso dal pubblico durante l’ultima notte della sua lunghissima esistenza (73 anni, un record per una vita in bilico tra Santa Inquisizione e sifilide). Giacomo Casanova è anziano e scavato, mentre la tradizione lo mostra spesso giovane e sorridente.
Ad accompagnarlo sul palco, cinque donne (Franca Abategiovanni, Carmen Barbieri, Giulia Odori, Rossella Pugliese, Marina Sorrenti) ora fate di zucchero che salvano i bambini dalla morte, ora meduse che scottano le carni degli uomini; le loro vesti sono gabbie che imprigionano la gioventù di Casanova; le loro mani sono gli artigli delle Baccanti che, invece di carni, lacerano le pagine delle memorie del vecchio Giacomo.
In questa ultima notte, lontano da due delle sue amanti più care, Venezia e la libertà, sospeso tra la morte e un pubblico di uomini e donne milanesi che lo ascoltano, Casanova ha l’occasione di ricomporre la sua vita, inseguendo con la memoria dell’anziano il suo giovane alter-ego di cui aveva perso le tracce, per riprenderlo con sé, chiuderlo nella sua valigia piena di pagine e parole e andarsene.
Se il pubblico uscirà dal teatro ricordando le 7000 pagine scritte da Giacomo Casanova e non le decine di amanti avute da Casanova, questa notte non sarà andata perduta.
L’uomo vincerà sul personaggio.
In un’epoca, la nostra, in cui sembra che l’impresa più importante sia creare un mito di sé da consegnare al futuro, Casanova grida la necessità di essere autentici. Non sono le chiacchiere a rendere speciale una vita, ma: lo sputo di un papa, la stretta della mano destra di Goldoni, l’inchino ad un sovrano, la riverenza di una bella dama…

 

 

CASANOVA
di Ruggero Cappuccio
Con Roberto Herlitzka
e con Franca Abategiovanni, Carmen Barbieri, Giulia Odori, Rossella Pugliese, Marina Sorrenti.

Costumi Carlo Poggioli
Musiche Marco Betta
Luci Carlo Mastrogiacomo
Organizzazione e produzione Teatro Segreto
Regia Nadia Baldi

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