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Io, Nessuno e Polifemo

fotoÈ difficilissimo scrivere una recensione su questo spettacolo, perché ad ogni interruzione di frase vorrei gridare: «ANDATE A VEDERLO, ORA!». L’entusiasmo detta parole a un ritmo tale che le mani non sono sufficientemente veloci a digitare…

Io, Nessuno e Polifemo una terna omerico-pirandelliana.

Emma Dante, regista e autrice di questo spettacolo (in scena al Teatro Franco Parenti fino a martedì 30 settembre, in Sala Grande), ci guida alle radici del suo metodo teatrale e lo fa indagando le radici della civiltà, accompagnandosi con le radici del sapere occidentale.

L’Uomo, la Maschera e il Mistero.

Prima della civiltà c’è un turbine di passioni danzanti, un po’ donne e un po’ spiriti, pupazzi, muscoli e sudore: le tre pazzesche danzatrici (anche se è poco definirle solo così, sono delle Forze, nel senso più multiforme della parola) e la musicista/cantante Serena Ganci (anche per lei, una definizione è troppo poca cosa). È da questo caotico sublime di corpi e musica che prende le mosse il viaggio di Emma Dante nel mondo dell’arte, nel mito: il prodromo di ogni storia, il mistero che si fa parola; prima dell’epica, prima della storia e di qualsiasi narrazione.

Il mito con cui s’incontra la Dante è Polifemo (Salvatore D’Onofrio). Un incontro che da subito si definisce con lo scontro, verbale e culturale. Perché Polifemo non parla siciliano, né tantomeno lo è, come tutti sappiamo e abbiamo studiato, Polifemo è campano. Ma come?

Ma come? ce lo chiede il mitico Polifemo: voi contemporanei veramente basate il vostro sapere su storie raccontate da uomini che non avevano cartine e bussole? Vi fidate ciecamente del cieco Omero e avete smesso di indagare le vostre origini?

L’accecato Polifemo ci sta facendo (nemmeno tanto gentilmente) notare che qualcuno è messo peggio di lui…

Polifemo e la sua isola sono l’inciviltà e non c’è alcuna accezione negativa nel termine, perché l’isola dei Ciclopi esiste prima della civiltà. Polifemo non è imbrigliato in leggi e regole, ha buonsenso. Originariamente in lui non c’è nessuna cattiveria: non cuoce cibi, perché sceglie di mangiarli crudi; non lavora la terra, ma vive in contatto con essa; non è un mangiatore di pane, ma produce formaggi e vino… è naturalmente cuoco.

Ma, allora com’è possibile che a noi sia arrivato come un mostro?

Forse perché la malizia non sta in Polifemo, ma nell’occhio di chi l’ha guardato e nella bocca di chi l’ha tramandato….

Ecco che compare in scena il terzo personaggio. Terribilmente affascinante e veracemente cialtrone. Sì, lui: Odisseo, Ulisse, Uno, Nessuno, Centomila… (diamogli un nome, chiamiamolo Carmine Maringola).

Odisseo è il macchinatore di inganni, il viaggiatore che ognuno di noi occidentali vorrebbe essere. Odisseo è l’origine e il principio di tutte le storie che l’uomo ha raccontato, racconta e racconterà, perché con lui iniziano e da lui prendono parola.

Odisseo è chi accompagna gli uomini contemporanei nella conoscenza del mondo: tra Bibbia e Iliade/Odissea è difficile stabilire chi è più classico.

Ma quale verità può provenire da Odisseo?

È un ingannatore, un distruttore di rocche e di popoli, un traditore di compagni e di donne, Polifemo lo becca a rubare nella sua caverna… Bell’eroe!

Emma Dante in Io, Nessuno e Polifemo mette in campo tutta la sua maestria per spiegare cosa sta all’origine di ogni lavoro teatrale, di ogni spettacolo e narrazione: l’indagine della Verità. Una verità autentica e scomoda, che fa mancare la terra da sotto i piedi; che fa muovere, mette in viaggio; illumina l’accecante buio.

Questo è il vero teatro: incontro e scontro, di idee e di uomini.

Teatro non è chiacchiera, non è la comodità del rendere bello il già detto e il già pensato; è la curiosità che indaga il Mistero, nella speranza che la ricerca sia infinita, immortale. Teatro non è la sterile polemica di quanti giudicano uno spettacolo prima di andarlo a vedere, perché leggono il nome di Tizio o non leggono il nome di Caio (per la cronaca di facebook: i nomi ci sono tutti, anche quelli delle danzatrici; forse, prima di gridare allo scandalo, è meglio fare la fatica di andarlo a conoscere, lo scandalo); teatro è la passione di creare, la vivificante fatica di smuoversi dalle proprie certezze.

Emma Dante sveglia il pubblico del Teatro Franco Parenti con uno spettacolo dal ritmo serrato e l’ironia leggerissima, in una cornice scenografica meta-teatrale, perché a teatro non si raccontano storie, si indaga la Storia e la si fa!

«ANDATE A VEDERLO, ORA!»

Chiudo egoisticamente con un pensiero da spettatrice (del resto ho iniziato in maniera assolutamente personale): se questo spettacolo è il biglietto da visita della stagione 2014/2015 del Teatro Franco Parenti… WOW!

 

IO, NESSUNO E POLIFEMO

Testo di Emma Dante

Con Emma Dante, Salvatore D’Onofrio, Carmine Maringola, Federica Aloisio, Giusi Vicari, Viola Carinci

Assistente alla regia Daniela Gusmano

Scene Carmine Maringola

Costumi Emma Dante

Luci Cristian Zuccaro

Musiche eseguite dal vivo da Serena Ganci

Produzione Teatro Biondo Stabile di Palermo

in collaborazione con 67ºCiclo Spettacoli Classici al Teatro Olimpico di Vicenza

Regia Emma Dante

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