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“Il prestito” al Teatro Sala Umberto di Roma

il prestito (1)Un uomo cerca disperatamente di ottenere un prestito in banca. Un direttore di banca refrattario e infastidito si rifiuta di concederlo. Sono gli effetti della crisi economica che emergono nel dialogo d’apertura de Il prestito, la nuova graffiante e attualissima commedia di Jordi Galceran interpretata da Antonio Catania e Gianluca Ramazzotti in scena alla Sala Umberto di Roma fino al 14 dicembre.

Ma che cosa accade quando la sfera degli affetti personali tocca la sfera lavorativa?

Il prestito è una commedia interamente costruita sull’estro e sulla perizia dei bravissimi due attori in scena, Antonio Catania, nel ruolo del direttore di banca, e Gianluca Ramazzotti, nel ruolo di un onesto disperato, che pone immediatamente lo spettatore di fronte all’amarezza dei tempi. L’uomo in effetti avrebbe bisogno solo di un piccolo prestito, ma non ha garanzie se non la sua parola e il direttore di banca, infastidito lo allontana in malo modo, forte del suo potere e della sua posizione.

Ma a questo punto s’insinua l’insospettabile reazione dell’uomo, perbene, che minaccia il direttore della banca di sedurgli la moglie. Una minaccia che semina subito nello spettatore la curiosità e offre una svolta inattesa alla vicenda. Un ricatto innocente? Così sembrerebbe, ma non troppo perché tanto basta per innescare il germe del dubbio nell’animo del direttore di banca che si trova immediatamente coinvolto in qualcosa di più grande di lui e per far traballare la sua vita in perfetto equilibrio fra carriera e famiglia.

Con tanto di colpo di scena finale. Il primo atto è molto ben costruito sotto il profilo drammaturgico perché insinua il dubbio nello spettatore, perché il dialogo fra Catania e Ramazzotti, estremamente controllati nella recitazione, è allettante e crea delle insospettate possibilità e una certa, sottile tensione scatenando una serie di eventi più o meno imprevedibili. Il secondo atto, in cui i ruoli di potere e di controllo si invertono repentinamente, tende ad assestarsi su un piano maggiormente prevedibile: fra equivoci e goffi tentativi di riscatto assume temi e toni più da pochade e da farsa, ma resta certamente molto piacevole offrendo maggiore spazio all’istrionismo degli attori, maggiormente controllati nel primo anno.

D’atmosfera la scenografia girevole di Alessandro Chiti che introduce lo sguardo dello spettatore nell’ufficio del direttore di banca, di supporto nei momenti clou, le note musicali. Una commedia graffiante diretta con brio da Giampiero Solari che lascia pensare al valore che attribuiamo al denaro e agli affetti personali. In scena al Teatro Sala Umberto di Roma fino al 14 dicembre.

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