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Massacritica, il totalitarismo nell’era di Facebook

Foto di Serena Pea
Foto di Serena Pea

di Giorgio Sangati

con (in ordine alfabetico) Giulia Briata, Massimo Scola, Francesco Wolf, Marco Zoppello

scene e costumi Alberto Nonnato

luci Paolo Pollo Rodighiero

video Raffaella Rivi

regia Giorgio Sangati

produzione Teatro Stabile del Veneto

Stupisce un po’, dopo i bei lavori visti al Verdi, trovare in cartellone uno spettacolo che, forse, avrebbe un senso se proposto non tanto a un pubblico adulto, quanto piuttosto a dei ragazzi, presumibilmente delle scuole medie e delle prime classi delle superiori.

Forse. Perché quello che più stonava nello spettacolo era il solito cliché del ragazzo visto e interpretato secondo gli schemi dell’adulto.

Cliché, perché l’idea dello studente così come proposta dal regista è piuttosto datata: il secchione imbranato, la ragazzina so tutto io, il qualunquista che – a 16 o 18 anni??? – confonde il protone col plotone. Poco credibile.

Orbene, non che dal teatro si esiga verosimiglianza, lungi da noi!, ma se togliamo questo appiglio dello spettacolo resta ben poco. Un professore che parla come un ragazzino, un ragazzino che sembra la brutta copia di Woody Allen, ma senza l’arguzia la profondità la presenza scenica di Woody Allen, ça va sans dire…

Insomma, debole lo spettacolo, deboli gli attori, debole la regia.

L’idea che dava lo spettacolo era di aver messo su un lavoro con pochissimi soldi – e questa non è una critica, anzi – ma la povertà dei mezzi poteva semmai far risaltare una recitazione e una regia dirompenti. Mentre qui fondamentalmente ci si annoia.

E non servono i video con le proiezioni, che nell’economia dello spettacolo, stanno come i famosi cavoli a merenda.

I ragazzini delle medie con il loro bagaglio tecnologico e scientifico forse resterebbero basiti di fronte a questi “coetanei” alle prese con protoni e plotoni, ma almeno passerebbero un’oretta diversa dal solito svolgimento delle lezioni.

Noi, purtroppo, proprio non ce l’abbiamo fatta.

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