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“Don Giovanni” al Teatro Rossetti di Trieste

Foto di Noemi Commendatore
Foto di Noemi Commendatore

Tra tutte le rivisitazioni del Don Giovanni, Alessandro Preziosi ha scelto quella firmata da Moliére per salire sul palco e dare ancora una volta mostra della sua bravura. Un pubblico non eccessivamente caloroso, nel primo atto, ha seguito con molta attenzione tutti i movimenti, le sfumature di voce, i cambi di tono del protagonista per poi elargire uno spumeggiante applauso finale che ha richiamato più volte l’apertura del sipario. La traduzione e l’adattamento del testo è di Tommaso Mattei, le scene di Fabien Iliou, i costumi di Marta Crisolini Malatesta, le luci sono create da Valerio Tiberi, le musiche da Andrea Farri. Preziosi che aveva già interpretato, nel 2013, al Rossetti il Cyrano de Bergerac, ritorna a Trieste ancora con un classico e regala al pubblico una passione bruciante sia nella regia che nell’interpretazione. Il donnaiolo che vediamo sul palco è un uomo mai divorato dal rimorso, un uomo bello ed affascinante che fa del suo vivere un eterno piacere. Sapiente l’ambivalenza tra don Giovanni e il suo servitore Sganarello interpretato magistralmente da Nando Paone. La figura dritta e fintamente allampanata di Paone incarna un sublime arlecchino dibattuto costantemente tra il proprio senso di giustizia e la lealtà verso il padrone. Una sinergia perfetta l’alternanza della sfrontatezza del protagonista e la moralità del suo servitore; sinergia perfetta anche il movimento, dell’alzarsi di Sganarello nel momento in cui diviene “coscienza” del padrone e l’abbassarsi di don Giovanni nell’essere vile accusato, per poi ribaltare l’azione nell’attimo della presa di coscienza dei ruoli. A Preziosi va riconosciuta la bravura nella regia di un adattamento moderno, frizzante e coinvolgente. Nei panni della disperata Donna Elvira una brava Lucrezia Guidone, altri interpreti dello spettacolo Roberto Manzi, Matteo Guma, Daniele Paoloni, Barbara Giordano e Daniela Vitale.

Don Giovanni  dice Alessandro Preziosi – con la sua frenesia, il suo essere oltre, il suo slancio vitale e il suo destino di morte, attira tutti gli altri personaggi, sia uomini che donne; anche quando lo odiano o lo negano, non fanno che pensare a lui, parlare di lui, agire per lui.” Preziosi che è sempre in scena, tranne che per brevissimi cambi d’abito, tiene lo spettacolo, di più di due ore, con passione e determinazione e dà una prova d’attore ricca di variegate sfaccettature ed esaltanti monologhi”.

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