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I Musicanti di Brema ovvero Mein Lieben Bremen

fotodi Catalyst con i Camillocromo

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Liberamente ispirato alla celebre fiaba scritta dai Fratelli Grimm e al Felliniano Prova d’orchestra, I Musicanti di Brema è una vera e propria fusion di queste due opere, un concerto-spettacolo, un susseguirsi sulla scena teatrale di musica, sketch divertenti, gag da clown, musicisti puri e puro divertimento per un pubblico che non conosce limiti di età. Scritto e diretto da Riccardo Rombi.

La trama incomincia con uno scorbutico direttore d’orchestra, mentre sta aspettando l’arrivo della sua orchestra per eseguire la “famosa” opera “Mein Lieben Bremen”, che, tra l’altro, non arriverà mai. Al suo posto, invece e inaspettatamente, saranno sei musicisti-animali ad irrompere nel Teatro dell’Opera di Brema, nell’ordine un cane triste e sconclusionato di origini russe, un gallo raffinato e romantico francese, un trio istrionico di gatti spagnoli e un buffo asinello dall’accento romagnolo e tambureggiante.

Per non venire meno al proprio impegno e spinto dall’euforia dei sei musicanti il Direttore d’Orchestra decide di metterli alla prova, per saggiare la loro capacità di eseguire correttamente la famosa e amata “Mein Lieben Bremen”. Tuttavia il suo senso di disciplina finisce per scontrarsi, e anche lasciarsi trasportare divertito, dalle improvvisazioni di ogni musicante, ognuno con un carattere peculiare, che si esprime attraverso sempre diverse peripezie sonore.

A turbare i lazzi e i guizzi musicali di questa allegra brigata, le loro spettacolari battaglie tra strumenti musicali, girotondi e gag comiche da film muto, numeri da avanspettacolo, ruoli da solista, è una telefonata, che annuncia che il Gran Teatro di Opera di Brema sarà presto chiuso e al suo posto costruiranno un grande supermercato. Al che lo sconsolato e burbero Direttore tedesco, vede infrangersi i suoi sogni di arte e di gloria, preparandosi così a fare le valigie.

Ma è proprio ai chiassosi e spassosi animali che arriva l’idea per salvare il Teatro e la loro Musica: “Il Gran Direttore di Magazzino ci vuole chiudere il Teatro? Tanto peggio per lui! Noi lo teniamo aperto a dispetto e ci suoniamo pure dentro. Conosciamo ad orecchio la musica colta e quella dei bar, la musica dei matrimoni e dei funerali, le ninne nanne, i cori sacri e degli ubriachi. Vamos. La music c’est l’amour…”

La multietnica festa musicale termina in una sinfonia finale che abbraccia terre e culture diverse. Un viaggio picaresco in una terra lontana e vicina: la musica.

La musica come linguaggio universale, strumento d’intercultura capace di scavalcare i confini e le differenze tra i popoli e unirli in un valore comune, che è quello della bellezza e della fratellanza. Questo il messaggio di questa favola teatrale. Gli animali, provenienti dalla strada, giramondo, funambolici e per questo poetici, stravolgono la lentezza dei brani classici con i vivaci colori dei loro paesi di origine, in uno swing collettivo che li lega assieme, tra ritmi zingari o circensi, rumbe, fraseggi da balera, non basandosi su uno spartito, ma sull’incontro di ritmi diversi, sul divertimento del creare, sulla propria differenza come una ricchezza per l’intera improvvisata orchestra.

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Testo e regia Riccardo Rombi, con Riccardo Rombi e i Camillocromo, musiche originali Camillocromo, Giovanni Delfino Fisarmonica – Giordano Geroni Sassofono – Francesco Masi Tromba – Jacopo Rugiadi Clarinetto – Rodolfo Sarli Trombone – Gabriele Stoppa Batteria

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