Opera in un prologo e tre atti
Libretto di Giovan Francesco Busenello
Musica attribuita a CLAUDIO MONTEVERDI e FRANCESCO CAVALLI
Finale composto da FRANCESO SACRATI e BENEDETTO FERRARI
Prima rappresentazione: Venezia, Teatro SS. Giovanni e Paolo, 1643
Prima rappresentazione al Teatro alla Scala: 1 giugno 1953, dir. Carlo Maria Giulini
Collazione acritica, revisione, completamento ed edizione
dei manoscritti cosiddetti di Venezia e di Napoli,
a cura di Rinaldo Alessandrini
Nuova produzione
in coproduzione con Opéra National de Paris
Direttore RINALDO ALESSANDRINI
Regia, scene e luci ROBERT WILSON
Collaboratore alla scenografia ANNICK LAVALLÉE-BENNY
Costumi JACQUES REYNAUD
Lighting designer A.J. WEISSBARD
Drammaturgia ELLEN HAMMER
Orchestra del Teatro alla Scala
Basso continuo Concerto Italiano
Personaggi e interpreti
Nerone Leonardo Cortellazzi
Poppea / La Fortuna Miah Persson
La virtù / Ottavia Monica Bacelli
Amore Silvia Frigato
Ottone Sara Mingardo
Lucano, 1° soldato, 2° famigliare, 2° console Luca Dordolo
2° soldato, Liberto, 1° tribuno Furio Zanasi
Arnalta Adriana Di Paola
Nutrice Giuseppe De Vittorio
Seneca Andrea Concetti
Valletto, 1° console Mirko Guadagnini
Drusilla Maria Celeng
Mercurio, Littore, 3° famigliare, 2° tribuno Luigi De Donato
Damigella Monica Piccinini
1° famigliare Andrea Arrivabene
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Date:
domenica 1 febbraio 2015 ore 20 ~ turno E
mercoledì 4 febbraio 2015 ore 20 ~ turno A
sabato 7 febbraio 2015 ore 20 ~ turno N
martedì 10 febbraio 2015 ore 20 ~ turno B
venerdì 13 febbraio 2015 ore 20 ~ turno D
martedì 17 febbraio 2015 ore 20 ~ turno C
venerdì 20 febbraio 2015 ore 20 ~ turno G La Scala Under 30
venerdì 27 febbraio 2015 ore 20 ~ ScalAperta
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Prezzi: da 180 a 11 euro
Prezzi ScalAperta: da 90 a 5,5 euro
Infotel 02 72 00 37 44
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L’incoronazione di Poppea
Rinaldo Alessandrini e Robert Wilson portano a compimento la trilogia monteverdiana
inaugurata dall’Orfeo nel 2009 e proseguita con Il ritorno di Ulisse in patria nel 2011
L’incoronazione di Poppea in scena dal 1° febbraio conclude il trittico dedicato a Claudio Monteverdi realizzato dal Teatro alla Scala in coproduzione con l’Opéra National de Paris e affidato a Rinaldo Alessandrini per la direzione d’orchestra e a Robert Wilson per la regia. Il progetto è stato inaugurato da L’Orfeo nel 2009 ed è proseguito con Il ritorno di Ulisse in patria nel 2011. Per la Scala si tratta di un viaggio alle radici del melodramma e alla riscoperta di un musicista immenso il cui teatro conserva un’efficacia che incanta e seduce anche gli ascoltatori di oggi.
Con L’incoronazione di Poppea Monteverdi e il suo librettista Gian Francesco Busenello presentano per la prima volta nella storia del teatro musicale accadimenti storici e non mitologici, attingendo ai resoconti di Tacito e mettendo in scena personaggi reali se pure con abbondanti licenze. Il racconto si dipana rapido tra sfrenate ambizioni, delitti e una sensualità che non conosce costanza o rimorso, ostentando un’indifferenza ai dettami della morale che desta stupore anche tenuto conto dei costumi della Venezia secentesca e delle correnti culturali libertine che animavano consessi quali l’Accademia degli Incogniti, di cui il Busenello faceva parte.
La produzione scaligera si avvale per la parte musicale dell’esperienza di Rinaldo Alessandrini, uno dei più prestigiosi musicisti italiani. Organista, clavicembalista, direttore d’orchestra e fondatore del Concerto Italiano, Alessandrini ha dato un contributo decisivo all’interpretazione della musica barocca in particolare italiana, restituendo alla prassi esecutiva storicamente informata gli elementi di cantabilità, fluidità e soprattutto attenzione all’articolazione della parola che restavano difficilmente accessibili a molti dei migliori complessi europei. Non a caso il Times di Londra lo ha definito “the man who has done so much to make Italian Baroque music sound Italian again”. Nel 2003 Rinaldo Alessandrini è stato nominato Chevalier dans l’Ordre des Artes et des Lettres dal Ministro francese della Cultura.
Il regista, scenografo e light designer Robert Wilson colloca la vicenda in una scena continuamente cangiante, in cui il contrarsi e l’allargarsi degli spazi segue la stringente concatenazione degli eventi. Il prologo si svolge in un atrium romano il cui muro è stato ricoperto dalle radici di un fico, allusione a una natura che insidia le costruzioni della civiltà (il riferimento è anche alle radici del fico che coprono il muro del tempio di Angkor, in Cambogia, delle quali si dice che destino l’amore in chi le tocca). Il muro torna, libero e intatto, nella casa di Poppea: ma all’infittirsi dell’intrico delle passioni corrisponderà il moltiplicarsi degli alberi che via via sostituiranno le colonne come nella Betsabea al bagno del Veronese. Il palazzo di Nerone è uno spazio aperto delimitato da colonne in cui l’irrequietezza dei sentimenti è rappresentata da un blocco di pietra incrinato. Si torna a spazi delimitati per la casa di Seneca, un atrio da cui s’intravede un albero le cui radici sono state strappate dal suolo. L’obelisco oggi sito in Piazza San Pietro (un tempo circo di Nerone) campeggia nella scena successiva, che si svolge in una strada romana. Vedremo poi anche un enorme capitello proveniente dal foro romano. Lo spettacolo si conclude in una stilizzazione astratta della Domus Aurea. Ammantando le scene in luci dai sovrannaturali colori pastello Wilson ci ricorda che L’incoronazione di Poppea è un racconto che attraversa gli istinti peggiori del’uomo ma si conclude con il trionfo di Amore.
Robert Wilson è tra le figure di maggior spicco del teatro e dell’arte contemporanea: il suo segno astratto ed elegante ma capace di straordinari affondi emotivi come di efficacia umoristica è parte essenziale della cultura visiva e teatrale degli ultimi decenni. Wilson ha debuttato al Piermarini nel 1979 con il balletto Edison su musiche di Michael Riesman; è tornato nel 1987 con la storica Salome di Richard Strauss diretta da Kent Nagano con Montserrat Caballé e quindi nel 1979 con il Doktor Faustus di Giacomo Manzoni diretto da Gary Bertini con i costumi di Gianni Versace.
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Il soggetto
Prologo
Fortuna e Virtù disputano la loro ascendenza sul genere umano. Amore le sfida,
proclamando la sua superiorità.
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Atto primo
Dalla presenza dei soldati di Nerone a guardia della dimora dell’amata Poppea, Ottone
comprende che l’imperatore ha trascorso con lei una notte d’amore. Infatti,
poco dopo, Nerone si congeda da Poppea, la quale, spinta da grande ambizione,
non bada alle prudenti parole di Arnalta. Abbandonata da Nerone, l’imperatrice
Ottavia lamenta la sua sorte: a nulla valgono i consigli della Nutrice che la incita a
trovarsi un amante, né le parole del precettore di Nerone, il filosofo Seneca, al quale
la dea Pallade preannuncia la prossima morte. Nerone comunica a Seneca il proposito
di ripudiare Ottavia per sposare Poppea. A tale decisione il precettore si oppone
con fermezza, ma Nerone, infastidito dalle sue rimostranze, lo allontana bruscamente.
Ormai padrona dell’animo dell’imperatore, Poppea lo persuade a ordinare
la morte di Seneca. Ottone rimprovera a Poppea il suo tradimento, ma la
donna lo respinge con fermezza. Per dimenticare l’amata infedele – dopo essersi
vanamente proposto di ucciderla – Ottone promette il suo cuore a Drusilla.
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Atto secondo
Inviato da Pallade, il dio Mercurio annuncia a Seneca la morte. Di lì a poco, infatti,
il capitano delle guardie reca al filosofo l’ordine di Nerone: entro sera egli dovrà
suicidarsi. Congedati i discepoli, Seneca si uccide. Alla notizia della morte del
precettore, Nerone canta con Lucano la bellezza di Poppea. Decisa a vendicare
l’affronto subìto, Ottavia comanda a Ottone di uccidere la rivale: per agire indisturbato
e non essere riconosciuto, egli dovrà indossare abiti femminili. Ottone si
reca da Drusilla e, dopo averle svelato il progetto omicida, indossa le sue vesti e si
dirige nel giardino dove Poppea sta dormendo. Ma il piano omicida è sventato
dal sùbito intervento di Amore. Arnalta dà l’allarme, mentre Ottone fugge.
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Atto terzo
Guidati da Arnalta, i soldati dell’imperatore arrestano Drusilla, accusata dalle sue
vesti di avere attentato alla vita di Poppea. Tradotta innanzi a Nerone, Drusilla,
per salvare la vita dell’amato, si proclama colpevole, ma Ottone interviene, confessando
di avere agito per ordine dell’imperatrice. Nerone condanna all’esilio
Ottone e Drusilla, dopo aver ripudiato la consorte. Mentre Arnalta gioisce per la
vittoria della padrona, Ottavia sconsolata abbandona Roma. Alla presenza di
consoli e tribuni, Nerone incorona Poppea imperatrice.
Alberto Bentoglio*
* Alberto Bentoglio (1962) è professore associato di Discipline dello spettacolo all’Università
degli Studi di Milano e ha numerosi incarichi organizzativi, scientifici e didattici (Princeton
University, USA). Ha pubblicato volumi sul teatro, tra i quali studi sui rapporti tra scrittura