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Vecchi per niente

fotoTesto e regia di  Nicola Russo

ispirato a La forza del carattere di James Hillman

con Benedetta Barzini, Laura Mazzi, Teresa Piergentili, Marco Quaglia, Agostino Tazzini, Guido Tonetti 

scene e costumi Giovanni De Francesco 
luci 
Cristian Zucaro
foto e grafica Liligutt Studio 

Produzione Teatro Franco Parenti in collaborazione con Monstera

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Vecchi per niente è uno spettacolo che ho trovato profondamente innovativo.

La società contemporanea tende a categorizzare le varie età della vita, rappresentandole sempre in modo stereotipato, e nel caso degli anziani più che mai: la maggior parte delle volte si inscena la tragedia della vecchiaia come perdita di tutto ciò che si aveva e come inesorabile declino. Altrimenti si descrivono i vecchi saggi imperturbabili, o gli anziani che “nonostante l’età sono ancora in gamba”.

Lo spettacolo vuole mettere in scena la realtà, ovvero che gli anziani sono nientemeno che persone, come tutte le altre con i lati negativi e positivi che l’età può portare.

Si ha sempre l’idea che con il tempo si guarisce da tutto e che a una certa età non si sarà più turbati dagli accadimenti del passato più remoto.

Nulla di tutto ciò: sul palco Nicola Russo rappresenta come i fantasmi del passato, che sul palco prendono forma in modo vero e proprio, ci continuino a perseguitare e a nulla vale “chiudere le porte”.

Risulta molto toccante vedere sul palco come una persona di ottanta o settanta anni possa ritornare ad avere dieci anni, se solo pensa ai propri drammi familiari.

Si arriverà paradossalmente al punto in cui gli attori reciteranno la parte dei vecchi sul palco, perché loro, in effetti, vecchi non sono.

Assisteremo ai frammenti della vita dei protagonisti, la loro fanciulezza, l’età adulta, le tragedie, i drammi.

Piano piano, tassello dopo tassello, ci renderemo conto che le età sono solo relative e non hanno senso, se non quello strettamente anagrafico, e che la vera età corrisponde a quello che ciascuno di noi ha vissuto e ha imparato dalle proprie esperienze.

Il testo e la regia di Nicola Russo risulta a tratti crudo, ma in modo da copire lo spettatore in modo costruttivo, facendolo riflettere e dando moltissimi spunti di riflessione.

Le luci di Cristian Zucaro sono davvero molto interessanti e creano un’atmosfera che si sposa perfettamente con il clima dello spettacolo, e rendono l’ambiente quasi onirico, perfetto alla trasposizione dei ricordi.

Gli attori sono bravissimi e riescono a calarsi perfettamente nei vari ruoli, aiutati anche dai costumi di Giovanni De Francesco (che rappresentano benissimo l’indole del personaggio), in una sorta di viaggio del tempo che non li spaventa mai, perché in fondo loro non sono vecchi per niente.

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