giovedì, Marzo 28, 2024

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Il fantasma di Canterville secondo la signora Umney

fotoLucia Poli torna a interpretare il personaggio pensato per lei da Ugo Chiti nella rivisitazione de Il fantasma di Canterville di Oscar Wilde, nella quale la signora Umney, la governante della residenza inglese di Canterville, diventa protagonista. Se nel racconto originale ella ha un ruolo marginale, funzionale all’esposizione della vicenda, qui diventa parte attiva della commedia, anzi risulta l’unico personaggio caratterizzato da sensibilità e fragilità umane, l’unico in grado di percepire e accettare la presenza del fantasma, di cui presto si trova insieme vittima e complice. La signora Umney è in precario equilibrio sul labile confine tra realtà e immaginazione, punto focale della letteratura e dell’humor di Wilde, ed è in netto contrasto con gli altri abitatori di scena, i flemmatici componenti della famiglia americana Otis, che, rigidi, sminuiscono le parole contrite della governante. Sottile e gustoso anche l’accenno all’abissale divario tra le diverse identità culturali.

La signora Umney apre le porte di Canterville Chase agli Otis e al pubblico, trasportandoli nel mondo dell’occulto attraverso il racconto di una tradizione a cui è intimamente affezionata e che abita ormai la sua mente più che le stanze del castello. Improvvisi stridori, sibili di catene e misteriosi crepitii sembrano non intaccare il supponente pragmatismo della famiglia americana, la cui unica preoccupazione di fronte alla chiazza di sangue che è rimasta indelebile sul tappeto da quando, nel Cinquecento, il proprietario della villa vi uccise la moglie, è cercare di cancellarla con uno smacchiatore in stick di ultima generazione.

In questa regia, curata dalla stessa Poli, tutto ciò che la spiritualità non coinvolge è accessorio e ridicolizzato, minimizzato nella sterilità del reale, senza la carnosità e il colore della fantasia.

In scena con Lucia Poli Simone Faucci e Carlo Zanotti, che portano sul palco un laboratorio teatrale quasi improvvisato, costruendo ogni volta gli Otis con una meccanicità che li rende surreali, e creando singolari apparizioni ad effetto del fantasma. La percezione ribalta l’approccio razionale e, mentre la famiglia americana risulta irrealistica, le chimere della signora Umney sono rappresentate nella loro violenza, nel loro tangibile potere aggressivo.

Il fantasma di Canterville secondo la signora Umney è uno spettacolo che ripropone in forma originale il racconto di Wilde, rendendo giustizia alla sostanza; ne conserva il carattere inedito della letteratura e rende possibile il dialogo senza epoche tra l’attrice fiorentina e lo scrittore irlandese, confermando un sodalizio artistico che forse supera la distanza temporale con apparizioni e possessioni misteriose…

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