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“Il Vestito di Marlene” al Teatro Olimpico di Roma

Foto di Antonio Agostini
Foto di Antonio Agostini

Che cosa accade quando due mondi apparentemente diversi, il rock dei Marlene Kuntz e la danza di Mvula Sungani s’incontrano? Nasce Il vestito di Marlene, ammaliante progetto che ha debuttato con successo in prima assoluta ieri sera a Roma (stasera in replica alle ore 21 al Teatro Olimpico), terzo appuntamento del Festival Internazionale della Danza di Roma 2015 organizzato dall’Accademia Filarmonica Romana e dal Teatro Olimpico, mai tanto eclettico quest’anno.

L’idea (il soggetto è di Tom Cardinali) che si sviluppa nella drammaturgia (di Sungani e Paolo Cardinali) racconta la femminilità e la donna rappresentata da Marlene, declinata nelle sue diverse sfumature e nei suoi molteplici effetti. Il risultato è uno spettacolo affascinante e ibrido in grado di destare la curiosità di molti: se da una parte infatti si gode di un vero e proprio concerto rock (non pochi i fan dei Marlene in sala) con i musicisti velati coperti da pannelli semitrasparenti via via opportunamente utilizzati sulle scena dai danzatori, dall’altra persiste imprescindibile l’accompagnamento della danza, nella volontà di regalare fisicità e anima alla musica. Le note acide delle chitarre dei Marlene Kuntz contrastano spesso con il romanticismo insito del testo, sciogliendosi nella melodia e nella poesia. Ad accompagnare quello che in pratica è un vero e proprio concerto dei Marlene Kuntz, band rock di culto italiana formata da Cristiano Giordano (voce e chitarra), Riccardo Tesio (chitarra), Luca Bergia (batteria), è la physical dance di Mvula Sungani e della sua giovane compagnia dove brilla la stella internazionale Emanuela Bianchini. La danza di Mvula Sungani poi ben riflette l’essenza della musica della rock band italiana: coniuga classico, contemporaneo e acrobalance, coinvolge il pubblico con coreografie ammalianti, ora più corporali, ora più aggraziate interpretando i volti della donna Marlene fino a sciogliersi in alcune immagini di grande effetto visivo, la tra la dirompente scena in cui la danzatrice si erge maestosa sul palco in un lungo abito fluttuante. Bellissima la chiusura con Libertà è partecipazione di Giorgio Gaber, già cover cult dei Marlene.

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