venerdì, Marzo 29, 2024

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La famiglia Addams

fotocon Elio e Geppi Cucciari

regia di Giorgio Gallione

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Con la traduzione e l’adattamento di Stefano Benni approda in Italia il musical di Broadway che rispolvera la macabra famiglia ideata come striscia a fumetti da Charles Addams. In questa puntata gli insoliti protagonisti di una commedia cantata vivono – se così si può dire – una situazione di spaventosa quotidianità, trovandosi a dover invitare per cena la famiglia di Lucas, il fidanzato della fin troppo euforica primogenita Mercoledì (Giulia Odetto). L’incontro-scontro tra il cinismo funereo degli Addams e la stucchevole squisitezza dei Beineke mette a nudo l’aleatorietà del concetto di normalità, snaturato e conteso tra grotteschi abitatori di cimiteri e variopinti parlatori in rima. Le gotiche, lugubri sontuosità della dimora Addams sono presto macchiate dalla paglierina, cerulea, scarlatta ridicolezza degli ospiti, in un sapiente accostamento di stranezze che vanifica ogni tentativo di trovare una comune idea di normalità, appunto. E per una commedia che predilige l’originale, l’unico, che sceglie l’alternativo, che cerca il raro, non si poteva che scovare una coppia straordinaria come quella formata da Geppi Cucciari e Stefano Belisari, in arte Elio.

I personaggi di Benni, fedeli alla caratterizzazione originaria ma con lo sguardo sempre rivolto all’attualità italiana, volentieri fanno rivestire i propri panni a due personalità artistiche il cui spirito sarcastico si plasma senza sforzi sullo humor nero di Morticia e Gomez. Il cantante milanese si cala perfettamente, dalle folte sopracciglia alla punta della spada, nel capofamiglia che stenta a nascondere sotto il rigor mortis la passione per la sua sposa autoritaria. Sposa a cui ben si addice l’accento sardo, sebbene faticosamente disciplinato, della Cucciari, che riesce a giustificare il suo incerto portamento con una particolare caratterizzazione di tetro languore di cui circonda il suo personaggio. Pierpaolo Lopatriello è un formidabile zio Fester, a capo di una mostruosa delegazione di antenati Addams, un corpo di dieci ballerini che riempiono la scenografia da brividi, aggiungendovi, coi propri ingombranti costumi, quasi un’ ulteriore dimensione.

Ognuno, in famiglia, grande o piccino, troverà ne La famiglia Addams qualcosa di divertente e congeniale, un sorriso e una riflessione, non soltanto per la sua forma di musical, che costituisce di per sé un linguaggio universale, ma anche per la varietà di tenore delle battute, per la vivacità -se così si può ridire- dei dialoghi, non sempre mantenuta, però, nella parte cantata, il cui ritmo talora rallenta quello scenico.

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