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“Mozart e Salieri” al Teatro Belli di Roma fino al 31 maggio

fotoL’idea che Salieri avesse avvelenato Mozart era ampiamente diffusa anche ai tempi di Puskin tanto da ispirare al drammaturgo russo un celebre microdramma in versi: Mozart e Salieri è un potente, potentissimo affresco psicologico in versi che racconta la storia di una rivalità a senso unico che il regista  Alberto Oliva porta in scena al Teatro Belli di Roma. E se l’ipotesi dell’omicidio, vera o falsa che fosse, ha esercitato un notevole fascino anche nel corso dei secoli a venire e si unisce indissolubilmente a una storia concreta di rivalità e di invidia, Oliva affida questo dialogo-scontro alla coppia coppia di attori, Mino Manni, un Salieri elegante e ambizioso, e Davide Lorenzo Palla, un Mozart balzuziente e libertino. Non è certo facile portare in scena un testo del genere, ma in poco più di un’ora la drammaturgia di Alberto Oliva e Mino Manni presenta contaminazioni e influenze riconducibili anche al celebre Amadeus di Milos Forman e suggestioni da Il Soccombente di Thomas Bernhard: l’idea portante è di aver in qualche modo estrapolato l’azione stessa dalla contigenza del periodo storico giocando sulla modernità dei costumi (Mozart è un ragazzo in jeans strappati e anfibi, Salieri un composto professionista in pantaloni e panciotto), trasformando il momento della creazione artistica nella visualizzazione di note disposte su un ipotetico pentagramma, amplificando la religiosità opportunista del compositore di corte di Vienna in una sorta di rituale massonico che sfocia nell’omicidio. Un autorevole Mino Manni che veste i panni di Salieri ripercorre passo dopo passo la nascita e la crescita inesorabile di questa invidia mostrando l’amara consapevolezza del compositore italiano che la sua paziente artigianeria nulla avrebbe potuto contro la genialità del salisburghese. L’affascinante sfida fra il genio e la mediocrità, fra un Mozart, genio inconsapevole e quasi naif, volgarotto e libertino, e un potente Salieri, Maestro di cappella) di Corte, ma artigiano mediocre, assetato di gloria e continuamente roso dall’invidia consapevole dei propri limiti artistici, si svolge su una scena essenziale, illuminata dalle magnifiche musiche di Mozart, dal Flauto Magico al solenne Requiem chiudendosi nella presa di coscienza di Salieri che spesso “non esistiamo, ma siamo esistiti dalla vita”. In scena al Teatro Belli di Roma fino al 31 maggio.

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