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Segnalazioni – Agosto 2015

foto6042Questa rubrica non vuol rappresentare una panoramica di quanto esce sugli schermi nel mese, né una selezione del meglio, ma semplicemente l’indicazione di opere che presentano motivi d’interesse.

Vorrebbe inoltre essere d’aiuto a chi volendo recarsi al cinema cerca un film adatto ai suoi gusti o allo stato d’animo del momento: non sempre infatti si ha voglia di problematiche sociali o esistenziali, c’è anche il momento in cui andare al cinema significa, giustamente, fuggire dal quotidiano per distendere la mente con due risate (ridere è un diritto) o fuggire nel sogno identificandosi con gli ‘eroi’ dello schermo o farsi catturare dall’enigma di un thriller.

La grandezza del cinema è di essere un diamante con mille facce: si può sempre trovare quella adatta al momento che si sta vivendo.

L’importante è andare al cinema e non guardare il film sullo schermo di casa: vedere un film è un rito e come tutti i riti ha bisogno di un tempio.

Quello che la rubrica si propone, nei limiti del possibile, è evitare l’inutile imbecillità, la volgarità fine a se stessa e l’idiozia: ce ne sono già troppe nella vita quotidiana fuori dal cinema.

Poiché però sbagliare è umano, si chiede scusa in anticipo per eventuali errori.

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Mesi precedenti: GIUGNO 2015

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Ant-ManANT-MAN

Genere: Fantasy

Regia: Peyton Reed

Cast: Paul Rudd, Evangeline Lilly, Michael Douglas, Corey Stoll, Hayley Atwell, Judy Greer, Bobby Cannavale, John Slattery, Anthony Mackie

Il film: il film è tratto da un fumetto-cult poco noto degli anni sessanta (apparso per la prima volta nel 1962). Lo scienziato Hank Pym (Michael Douglas) recluta Scott Lang (Paul Rudd), abile ladro appena uscito di prigione per realizzare una rapina con cui recuperare una sua invenzione: il costume da Ant-man. L’eroe stavolta è un uomo dotato della straordinaria capacità di ridurre le proprie dimensioni fino a quelle di una formica, ma con una forza eccezionale, inversamente proporzionale alle dimensioni corporee. Originale l’eroe e caratterizzato da una sana autoironia e irriverenza il film specialmente per l’interpretazione di Paul Rudd. Riusciranno lo scienziato e il ladro a salvare il mondo (è questa – come spesso in film del genere – la posta in gioco) nonostante i pericoli e gli ostacoli apparentemente insormontabili che incontrano sulla loro strada? Nei Paesi in cui è uscito il film ha realizzato incassi record.

Origine: Usa

Anno: 2015

In sala dal 12 agosto 2015

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COME TI ROVINO LE VACANZECOME TI ROVINO LE VACANZE

Genere: commedia

Regia: John Francis Daley, Jonathan M. Goldstein

Cast: Ed Helms, Leslie Mann, Christina Applegate, Chevy Chase, Chris Hemsworth

Il film: Ed Helms (divertente protagonista di “Una notte da leoni”) interpreta Rusty Griwold che da ragazzino era andato in gita con i genitori a Walley Word, il più amato parco di divertimenti (peraltro immaginario) degli States, e ora vuol portare a sua volta moglie e figli a vivere quella che era stata la vacanza più bella e memorabile della sua vita. Ma non tutto va secondo i programmi… La famiglia Griwold (uno dei cult della comicità Usa) nasce nel 1970 con la pubblicazione del primo numero del National Lampoon, rivista umoristica che ben presto diviene simbolo della comicità demenziale. Come ti rovino le vacanze è il quinto episodio della saga iniziata nel 1983 con National Lampoon’s Vacation (di cui è anche un po’ il remake) e proseguita con Ma guarda un po’ ‘sti Americani, Un Natale esplosivo e Las Vegas – Una vacanza al casinò a conferma del successo anche cinematografico delle avventure e sventure della famiglia Griwold. La popolarità arrisa alla serie non solo negli Usa è un’ulteriore conferma della progressiva globalizzazione sociale e di costume degli stili di vita e della famiglia stessa: in quella della saga, infatti, non si riconoscono solo gli Americani.

Origine: Usa

Anno: 2015

In sala dal 12 agosto 2015

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MISSION IMPOSSIBLE-ROGUE NATIONMISSION IMPOSSIBLE-ROGUE NATION

Genere: spy-action

Regia: Christopher McQuarrie

Cast: Tom Cruise, Jeremy Renner, Simon Pegg, Rebecca Ferguson, Alec Baldwin, Ving Rhames

Il film: giunge sugli schermi a circa vent’anni dall’esordio cinematografico (1996, quello della serie tv è del 1966) il quinto episodio di Mission Impossible – come sempre protagonista Tom Cruise nel ruolo dell’agente Ethan Hunt – che fa eccezione alla norma poiché, come il buon vino, invecchiando migliora. Stavolta l’agente Hunt si batte per neutralizzare una pericolosa e addestratissima organizzazione terroristica internazionale che vuol sovvertire l’ordine mondiale organizzando una serie di clamorosi attentati. La situazione per il nostro eroe è complicata dal fatto che il direttore della Cia non crede al suo allarme e scioglie l’unità operativa che a Hunt faceva riferimento. Per salvare il mondo Hunt è costretto ad agire in latitanza contando solo sull’aiuto di qualche ex-collega, forse di un agente doppiogiochista e soprattutto su se stesso (e a quanto si vede sarebbe più che sufficiente). Film molto godibile (tra i migliori d’azione usciti di recente) anche perché il regista evita quei ritmi isterici che sembrano divenuti la regola nel genere. Infine una chicca: Tom Cruise nonostante i suoi 53 anni non usa controfigure dimostrando una forma fisica eccezionale che gli consente di affrontare un decollo appeso alla calinga di un aereo, scene in apnea, un inseguimento da brividi in moto… Da seguire la new entry Rebecca Ferguson la cui recitazione è interessante e ricca di riferimenti cinematografici: ai meno giovani il gioco di individuarli.

Origine: Usa

Anno: 2015

In sala dal 19 agosto 2015

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THE GALLOWS - L_ESECUZIONETHE GALLOWS – L’ESECUZIONE

Genere: horror

Regia: Travis Cluff, Chris Lofing

Cast: Cassidy Gifford, Pfeifer Brown, Ryan Shoos, Reese Mishler, Alexis Schneider, Price T. Morgan

Il film: nel 1993 in un liceo del Nebraska la recita di fine anno fu rovinata da un terribile incidente: Charlie, il giovane protagonista, morì impiccato sotto gli occhi di una platea sconvolta. Dopo circa vent’anni un gruppo di allievi della stessa scuola decide di rendere omaggio alla memoria dello sfortunato ragazzo riproponendo quel testo. Non si rivela una buona idea: la recita palesa l’esistenza di uno spirito maligno molto arrabbiato (Charlie? una presenza negativa richiamata dal testo?) il cui scopo pare volere distruggere quel gruppo di ragazzi. Riuscirà nel suo intento o le forze del bene avranno il sopravvento? Il film si muove quindi su uno schema classico, ma può avere anche un’altra chiave di lettura, forse più stimolante: una rivisitazione dissacrante degli stilemi che caratterizzano con poche varianti molte opere del genere che finiscono con l’essere afflitte da una noiosa routine proponendo una scrittura che a volte sembra voler stemperare nell’autoironia l’alta tensione della lotta con le forze negative.

Origine: Usa

Anno: 2015

In sala dal 19 agosto 2015

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CORN ISLANDCORN ISLAND

Genere: drammatico

Regia: Giorgi Ovashvili

Cast: Nugzar Shataidze, George Ovashvili, Roelof Jan Minneboo

Il film: Film inconsueto e opera straordinaria di una cinematografia pressoché sconosciuta, Corn Island merita di essere visto se non altro per la sua originalità: vi domina il silenzio interrotto dai suoni ora amichevoli, ora nemici della natura e dalle rare parole degli ottimi interpreti che dialogano soprattutto con i gesti e con una straordinaria espressività degli occhi e del viso. Un film antico e severo che è una boccata d’ossigeno in una cinematografia troppo spesso urlata. La vicenda si svolge lungo il fiume Enguri che segna il confine conteso tra Georgia e Abkhazia: una guerra strisciante che dura da oltre vent’anni espressa nel film dalle pattuglie dei due Paesi sul fiume, da spari nella notte e dall’eco di combattimenti. La Natura con le piogge torrenziali e lo scioglimento delle nevi che rendono tumultuose le acque del fiume semina morte e distruzione, ma è anche fonte di vita poiché porta dalle montagne del Caucaso terreno fertile che spesso forma nel centro del fiume effimere isole per la loro posizione terra di nessuno. Su una di queste si stabilisce un vecchio contadino dell’Abkhazia il quale – com’è tradizione tra la popolazione delle due rive – vuol coltivare una di queste isolette dal terreno adattissimo alla coltivazione del mais. Nell’impresa si fa aiutare dalla nipote sedicenne che studia in città. Il passare monotono dei giorni scandito dal ritmo della natura e dei lavori è turbato dall’arrivo di un soldato ferito, il vero pericolo però non sono gli uomini, ma gli elementi. Il film è scandito dal passaggio delle stagioni dalla primavera all’autunno caratterizzate ciascuna dal loro colore tipico. Una parabola sulla precarietà umana, ma non senza speranza. Il film ha meritatamente raccolto in giro per il mondo una valangata di premi.

Origine: Georgia

Anno: 2014

In sala dal 20 agosto 2015

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QUANDO C_ERA MARNIEQUANDO C’ERA MARNIE

Genere: animazione

Regia: Hiromasa Yonebayashi

Il film: Il mitico Studio Ghibli riesce sempre a produrre opere notevolissime per la leggerezza del tratto, la poesia del racconto e la bellezza delle immagini difficilmente riscontrabile in altri film d’animazione. Il racconto anche se semplice non è mai banale e fornisce spunti di riflessione. La protagonista, Anna, è una ragazzina dodicenne che vive con i genitori adottivi e il carattere timido e solitario non è di certo aiutato dal vivere in città in cui ormai a ogni latitudine e in ogni Paese è difficile trovare spazi e situazioni che facilitino la socializzazione. Un’estate è mandata dalla famiglia a trascorrere le vacanze a Hokkaido, una tranquilla cittadina vicina al mare. Anna vive le sue giornate sulla spiaggia tra le dune di sabbia e come tutti i ragazzi solitari insegue la propria immaginazione sognando avventure fantastiche, finché un giorno girovagando per la spiaggia in una vecchia casa disabitata incontra Marnie. Marnie è una bambina misteriosa, disponibile a quell’amicizia di cui Anna percepiva la mancanza: tra le due ragazzine si stabilisce subito un forte rapporto affettivo. Ma chi è Marnie?

Origine: Giappone

Anno: 2014

In sala dal 24 agosto 2015

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FUOCHI D_ARTIFICIO IN PIENO GIORNOFUOCHI D’ARTIFICIO IN PIENO GIORNO

Genere: drammatico

Regia: Diao Yinan

Cast: Liao Fan, Kwai Lun-Mei, Wang Xuebing, Ni Jingyang, Wang Jingchun

Il film: L’opera di Yi Nan Diao è un’interessante espressione di una cinematografia di cui giungono sui nostri schermi pochi film, generalmente sull’onda di premi conseguiti nei Festival. Non fa eccezione Fuochi d’artificio in pieno giorno, vincitore a Berlino 2014 dell’Orso d’oro per il miglior film e dell’Orso d’argento per il miglior attore. Il quarantacinquenne Diao Yinan, laureatosi all’Accademia Centrale di Arte Drammatica del suo Paese, inizia l’attività come sceneggiatore collaborando con i più importanti registi cinesi e realizza il suo primo lungometraggio (Uniform) nel 2003 ottenendo al Festival di Vancouver il primo premio a livello internazionale. Fuochi d’artificio in pieno giorno (Black Coal, Thin Ice il titolo originale) è un poliziesco ambientato in una piccola città della Manciuria (Cina del Nord). Il racconto inizia nel 1999 con la scoperta di un efferato omicidio (la vittima è stata sezionata e sparsa in diverse miniere di carbone) e la conseguente indagine della polizia per identificare e arrestare gli assassini. Durante un’azione per catturare il presunto colpevole due poliziotti vengono uccisi e un terzo (Zhang Zili, interpretato da Liao Fan di cui è superfluo sottolineare la bravura) ferito gravemente. Quest’ultimo, costretto a ritirarsi, vive lavorando come guardia giurata in un’azienda. Nel 2004 nella cittadina avvengono omicidi con le stesse caratteristiche di quello di cinque anni prima, circostanza che spinge Zhang Zili a tornare in azione avviando una personale indagine con il supporto di un ex collega. Scopre che tutte le vittime hanno un rapporto con la stessa persona: l’assassino? una persona vicina all’assassino? Diao Yinan ha realizzato un noir sociale in cui attribuisce una lettura politica alla difficoltà di arrivare alla verità.

Origine: Cuna, Hong Kong

Anno: 2014

In sala dal 24 agosto 2015

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IN UN POSTO BELLISSIMOIN UN POSTO BELLISSIMO

Genere: drammatico

Regia: Giorgia Cecere

Cast: Isabella Ragonese, Alessio Boni, Piera Degli Esposti, Paolo Sassanelli, Michele Griffo, Faysal Abbaoui, Tatiana Lepore

Il film: L’opera seconda di Giorgia Cecere (già aiuto regista di Gianni Amelio) – a cinque anni dal bel film d’esordio (Il primo incarico) – è ambientata in una provincia italiana del Nord: tranquilla, rassicurante e abbastanza ricca. Lucia – di cui Isabella Ragonese fa trapelare con pudore i sentimenti e il loro evolversi – è madre affettuosa e premurosa di un adolescente un po’ introverso e condizionato dall’ambiente perbenista e moglie apparentemente felice di Andrea (Alessio Boni), ingegnere brillante sul lavoro (ma non in famiglia) e padre affettuoso ma distratto. Il film ruota su Lucia, simbolo di una concezione molto tradizionale e probabilmente ancora viva nell’ambiente provinciale italiano del ruolo della donna in famiglia: accontentarsi, eventualmente ingoiare rospi sorridendo, portare avanti la casa e il lavoro (se si ha) e non infrangere le regole – non scritte ma condizionanti – imposte dal ‘decoro’ perbenista. Pena l’emarginazione come forse avvenuto per l’anziana signora di cui Piera degli Esposti disegna un incisivo e affettuoso cammeo. Lucia interpreta scrupolosamente il ruolo dividendosi tra la famiglia e il negozio di fioraia di cui è socia e fingendo finché può di non vedere alcune anomalie nel comportamento di Andrea e anche quando ne scopre il tradimento (con una brillante collega) evita di esteriorizzare la propria crisi che comunque silenziosamente e impalpabilmente finisce con investire la famiglia. Si chiede se il suo atteggiamento sommesso e rinunciatario (ogni decisione è delegata al marito, non ha nemmeno la patente) non sia all’origine del tradimento e decide di recuperare la propria personalità. L’incontro casuale con Ahmed (Feysal Abbaoui), un giovanissimo immigrato che vive vendendo bigiotteria per strada, le fa rivivere sensazioni e sentimenti di solidarietà e pietà che la routine e la piattezza imposte dall’ambiente le avevano fatto dimenticare. La Cecere ha realizzato sotto l’apparente semplicità un film complesso in cui con toni sommessi e incisivi (ricordano quelli di Carlo Mazzacurati che di questo cinema è stato maestro) scandaglia l’animo femminile e i falsi timori e i preconcetti di una società dalla mentalità piccolo borghese impegnata a difendere con miopia uno statu quo che vuol ignorare futuro e cambiamento.

Origine: Italia

Anno: 2015

In sala dal 25 agosto 2015

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MINIONSMINIONS

Genere: animazione

Regia: Pierre Coffin, Kyle Balda

Cast doppiatori: Luciana Littizzetto, Fabio Fazio, Alberto Angela, Riccardo Rossi, Selvaggia Lucarelli

Il film: I Minions sono uno dei più interessanti fenomeni cinematografici dell’ultimo quinquennio come dimostrano gli incassi stratosferici (complessivamente circa un miliardo e mezzo di dollari) dei due precedenti film in cui sono apparsi peraltro come comprimari (Cattivissimo me e Cattivissimo me 2). Sono piccoli esseri comici e pieni di vitalità, imprevedibili e curiosi, dall’animo buono e con la pervicace aspirazione a voler essere cattivi (contraddizione che è fonte d’irresistibile comicità): sono, quindi, sempre alla ricerca di un datore di lavoro che sia ‘il più cattivo degli esseri umani’ di cui invariabilmente causano la distruzione per i pasticci che combinano. Se si vuol cercare il ‘pelo nell’uovo’, sono un po’ troppo zuccherosi e ricchi di gentilezze, peraltro spessissimo sono esilaranti, anzi tra i personaggi più esilaranti che popolano gli schermi. In loro si sommano comicità fisica e verbale grazie a un linguaggio ricco di tonalità e sfumature che lo rendono comprensibile, anche se le frasi sono formate da parole delle lingue più svariate dall’italiano al giapponese, dall’inglese al cinese. Il film – una specie di presequel – racconta la loro nascita nella notte dei tempi e l’evoluzione fino al nostro millennio: i Minions attraversano quindi (accompagnati dalla voce di Alberto Angela nella versione italiana) ere e continenti e il loro linguaggio sintetizza – riuscendo a scatenare un mare di risate – questo lungo percorso. Peregrinando nel tempo e nello spazio dopo essere transitati nella New York hippie del 1968 e aver adottato la ‘divisa’ dei giovani di quegli anni (la salopette jeans), arrivano a Londra dove s’imbattono nella cattivissima Scarlet Sterminator e nello scienziato Herb, suo marito, ai quali le voci di Luciana Littizzetto e Fabio Fazio assicurano ulteriore comicità. Eccezionale la colonna sonora in cui i meno giovani ritrovano brani di cantanti molto amati: dai Beatles ai Doors, a Jimi Hendrix… Un altro motivo per vedere Minions anche se non si hanno bambini da accompagnare.

Origine: Usa

Anno: 2015

In sala dal 27 agosto 2015

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TAXI TEHERANTAXI TEHERAN

Genere: drammatico

Regia: Jafar Panahi

Cast: Jafar Panahi, Hana Saeidi

Il film: Jafar Panahi è un esponente di punta di quel cinema iraniano che, attento alle sfumature delle vite semplici, in modo sommesso e poetico e senza proclami o anatemi – per questo più incisivo anche se meno immediato – illustra le condizioni di vita del suo Paese: nonostante tutto lo fa con un amore che si evince da ogni inquadratura. Premiato con l’Orso d’oro e il Premio Fipresci alla Berlinale 2015, Taxi Teheran è un importante messaggio che va ben oltre le frontiere iraniane come hanno sottolineato – in occasione della consegna del premio a Hana Saeidi, giovane nipote del regista e brava coprotagonista del film – le parole di Darren Aronofsky (presidente della giuria del Festival): “Invece di lasciarsi distruggere la mente e lo spirito e di lasciarsi andare, invece di lasciarsi pervadere dalla collera e dalla frustrazione, Jafar Panahi ha scritto una lettera d’amore al cinema. Il suo film è colmo d’amore per la sua arte, la sua comunità, il suo Paese e il suo pubblico…”. Il cinquantenne (è nato nel 1960) Panahi, infatti, per realizzare il film ha dovuto inventarsi un modo per aggirare la condanna a sei anni di reclusione (è agli arresti domiciliari) e al divieto di lasciare l’Iran e di fare film per vent’anni. Condanna ricevuta per aver appoggiato una protesta contro Ahmadinejad, il leader del Paese. Taxi Teheran è il primo film girato in esterni dal 2010 (anno della condanna) e realizzato da solo mettendo una telecamera incorporata in un cellulare sul cruscotto del suo taxi e percorrendo le vie della città. Di volta in volta salgono un commerciante di video pirata, due anziane signore, un uomo ferito che vuol fare testamento a favore della giovane moglie per evitare che le sia sottratta la casa in cui vivono… Girato come un documentario, il film narra i fatti con grande leggerezza e ironia e testimonia le diverse idee dei passeggeri: c’è chi vorrebbe punizioni esemplari e chi difende due ragazze ‘colpevoli’ di essersi fatte trovare nei pressi di uno stadio (luogo riservato ai soli uomini). Taxi Teheran è un grande film che in tono tra l’ironico e l’amaro racconta la difficolta di vivere in un regime che teme la libertà di pensiero e cerca di impedire che sia testimoniato quanto succede nel Paese. Un barlume di speranza e di ottimismo è fornito dalle moderne tecnologie (per esempio il telefonino con telecamera incorporata) che rendono sempre più difficile evitare la circolazione delle idee. Panahi fin dal suo film d’esordio (Il palloncino bianco) ha raccolto premi nei più prestigiosi Festival internazionali.

Origine: Iran

Anno: 2015

In sala dal 27 agosto 2015

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IL GRANDE QUADERNOIL GRANDE QUADERNO

Genere: drammatico

Regia: János Szász

Cast: László Gyémánt, András Gyémánt, Piroska Molnár, Ulrich Thomsen, Ulrich Matthes, Gyöngyver Bognar, Filippo Tó

Il film: Ambientato in Ungheria sul finire della seconda guerra mondiale quando la miseria suggerisce gesti estremi e dolorosi, Il grande quaderno – tratto dall’omonimo romanzo di Ágota Kristóf, primo capitolo della pluripremiata ‘Triologia della città di K’ – racconta la drammatica educazione alla vita di due gemelli tredicenni affidati dalla madre alla nonna, che vive in un villaggio sperduto, per sottrarli alla povertà e alla fame della città. La donna però è micragnosa, alcolizzata e crudele (è soprannominata ‘la strega’ e i suoi compaesani vociferano che abbia avvelenato il marito) e accetta i due nipoti non per affetto, ma sperando di poterne lucrare benefici facendoli lavorare duro. Ben presto i due ragazzi sono abbandonati a loro stessi e si trovano a dover lottare per sopravvivere in un ambiente in cui l’umanità è un concetto sconosciuto e in cui tutti sono violenti, crudeli e pervertiti dal parroco pedofilo agli ambigui ufficiali tedeschi del confinante campo di concentramento. I gemelli imparano ben presto a guardare il mondo con occhi disillusi e si rendono conto che devono essere il più possibile insensibili e spietati per affrontare la disumanità della guerra e gli adulti. S’impegnano quindi a fortificare i loro corpi e le loro menti attraverso l’assuefazione al dolore, la quotidiana lettura della Bibbia e lo studio delle lingue. Annotano, adottando una prosa priva di emozioni e con notazioni rigorose, tutto quello cui assistono in un grande quaderno regalato loro dal padre. Anche se la guerra resta sempre fuori dal film (si vedono solo le minacciose ombre dei bombardieri), il clima è cupo perché tali, salvo poche eccezioni, sono tutti i personaggi, i gemelli in primis. Ciononostante si tratta di un film – ha vinto il Crystal Globe al Festival di Carlovy Vary – che progressivamente coinvolge e induce a riflettere sulla natura umana.

Origine: Ungheria, Germania

Anno: 2013

In sala dal 27 agosto 2015

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A BLASTA BLAST

Genere: drammatico

Regia: Syllas Tzoumerkas

Cast: Angeliky Papoulia, V. Doganis, M. Filini

Il film: Interessante e potente espressione di un cinema che non esita a puntare l’obiettivo non solo sui grandi problemi che investono la società, ma anche sulle conseguenze che hanno nella vita dei singoli. Tzoumerkas è uno dei registi più acclamati della ‘nouvelle vague’ greca che, forse traendo forza dal difficile momento del Paese, si sta affermando a livello internazionale per stile, coerenza e originalità come testimoniano i riconoscimenti conseguiti, non ultimo il Premio della Giuria al Festival di Cannes 2015 assegnato a The Lobster di Yorgos Lanthimos. A Blast racconta come gli effetti della grave situazione economica colpiscano, come sempre, soprattutto quella parte della popolazione economicamente più debole creando tensioni che possono anche mettere in crisi situazioni familiari apparentemente felici. Maria (Angeliky Papoulia alterna con bravura ed efficacia momenti comici e spensierati ad altri di grande tensione drammatica) ha visto crollare in dieci anni le ragioni che l’avevano motivata a essere una buona moglie e madre di tre figli: è stanca di una vita di attenzioni non corrisposte da un marito assente (forse non solo perché marinaio), una madre invidiosa e una sorella con problemi mentali. Sente di non avere più una sua vita in un Paese in cui una latente violenza sociale e politica è sempre sul punto di esplodere. La sua è una crisi irreversibile e fugge senza una meta: importante è lasciare alle spalle una situazione che ha bruciato e brucia tutte le sue speranze e motivazioni per cercare di riappropriarsi della vita. Il film inizia con Maria sola su un’autostrada deserta mentre frammenti del suo passato forniscono un quadro impressionante della Grecia contemporanea. A Blast è un’opera dura e onesta che racconta attraverso la storia di Maria quella di una popolazione e di un Paese martoriati e traditi da chi doveva prendersi cura di loro.

Origine: Grecia

Anno: 2015

In sala dal 27 agosto 2015

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