Torna a Roma lo spettacolo che ha aperto le porte del teatro a Giuseppe Fiorello. Dopo una prolifica carriera televisiva e cinematografica l’attore ha scelto un personaggio a lui molto caro per iniziare la sua carriera teatrale. “Penso che un sogno così…” porta in scena le vite parallele di suo padre, umile ed onesto uomo siciliano, e di Domenico Modugno, il cantautore italiano famoso in tutto il mondo di origine pugliese ma da tutti creduto siciliano. La grande paura di Giuseppe Fiorello di interpretare quello che fu un mito della generazione del dopoguerra, e soprattutto della sua famiglia, era stata vinta due anni fa quando si calò nei panni dello stesso Modugno dimostrando convincenti doti canori e attoriali e ricevendo l’approvazione e il plauso anche della vedova del cantautore, Franca Gandolfi. Per questo monologo teatrale è stato candidato anche alla V edizione del Premio le maschere del teatro italiano nella sezione miglior interprete di monologo. Accompagnato solamente da due chitarre acustiche, l’attore diventa padrone della scena, rievoca la propria infanzia e le tappe salienti della vita di Modugno in un contrappunto di aneddoti curiosi. Fiorello si racconta senza maschere, svelando la sua timidezza, il suo rapporto con i fratelli più grandi e più spigliati, la sua crescita umana e professionale, spingendo a volte un po’ troppo il pedale della nostalgia. Nelle quasi due ore di spettacolo intervalla la storia della sua famiglia alle celebri canzoni di Modugno che canticchiava il padre, come Malarazza, La cicoria, Volare, Nel blu dipinto di blu, Vecchio frack, La donna riccia e tante altre. Il regista Giampiero Solari mette a punto uno spettacolo piacevole e ritmato scritto dallo stesso Giuseppe Fiorello e da Vittorio Moroni dedicato, nella serata della prima al Sistina, alla giovane dottoranda veneziana Valeria Solesin, uccisa nell’attentato di Parigi del 13 novembre scorso. “Penso che un sogno così…” riesce a distendere gli animi in questo periodo di tensione e a far tornare a sognare.