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A play as a landscape

fotoispirato a Gertrude Stein e Aldo Rossi

idea e regia Filippo Andreatta

disegno luci Arnaud Poumarat

fotografie Antonio Ottomanelli

produzione OHT, Gli Ipocriti

co-produzione Provincia Autonoma di Trento

in collaborazione con CRT Milano

originariamente commissionato con il supporto di Teatro Pubblico Campano e Inteatro

vincitore di Nuove Sensibilità 2008

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OHT | Office for Human Theatre è una realtà teatrale italiana che sviluppa progetti in partnership con gruppi teatrali europei al confine fra arti performative e arti visive. I lavori di OHT travalicano i paradigmi tradizionali della convenzione teatrale diventando “spazio aperto” che cambia ogni volta nella forma e nel contenuto.

E’ proprio tenendo conto di questa vocazione che CRT Milano – che persegue una linea artistica a cavallo fra discipline diverse – intende sostenere questo giovane gruppo guidato da Filippo Andreatta. A novembre 2015 è stata infatti presentata al Teatro dell’Arte una Minuta Prospettiva, che già comprendeva tre diversi progetti (“Autoritratto”, “Debolezze”, “Squares do not normally appear in nature”).

OHT ritorna questa volta con un nuovo omaggio a Gertrude Stein. Nel suo saggio “Plays” la scrittrice, drammaturga e collezionista americana, poneva l’idea seminale di fare del teatro non solo il luogo della narrazione ma appunto uno “spazio aperto”.

A partire da questa visione OHT realizza la nuova versione di un progetto teatrale, “A Play as a landscape”, che tenta, letteralmente, di tradurre il pensiero di Gertrude Stein in azione scenica.

Il progetto abbandona le principali consuetudini teatrali, la divisione dello spazio tra palcoscenico e platea e la separazione tra figura dell’attore e quella dello spettatore: ciascun visitatore sarà attore e spettatore costruendo un proprio tempo teatrale in uno spazio magicamente indefinito abitato dalle cabine dell’Elba dell’architetto Aldo Rossi.

Una piccola calca di case dalle proporzioni vagamente umane mano a mano si svela all’osservatore come un luogo artificiale ma tuttavia familiare. Ogni casetta differisce di poco dall’altra, minute proporzioni che racchiudono storie diverse. Un paesaggio urbano costruito paradossalmente sull’ingombro di corpi umani assenti, con i quali ogni spettatore/visitatore entra in una relazione intima grazie alla disponibilità all’ascolto di ciascuno di essi.

Le parole della drammaturga americana Gertrude Stein si misurano con uno spazio abitato da numerose cabine che derivano dal disegno e dalla riflessione dell’architetto Aldo Rossi. “In realtà mi ero semplicemente accorto del carattere particolare e universale delle cabine poste sulle spiagge. Non solo dell’Elba. Il problema non è quello di vedere ma di guardare, fino ad appropriarsi dell’immagine, e attraverso l’immagine della cosa. Così ho incontrato migliaia di cabine, dalle spiagge del Mediterraneo alla California, alla Argentina. E con piacere ho visto ripetizioni della mia cabina, ma non le considero copie, anzi è come rivedere le cose e riscoprire la sorpresa. La cabina è una piccola casa, è la riduzione della casa, è l’idea della casa.”( Aldo Rossi, 10 gennaio 1992)

Nell’incontro di pensiero, progetto e poesia di questi due personaggi così distanti risiede l’origine di questa proposta creativa di OHT che potrà rivivere nella “visita” di ogni spettatore.

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OHT | OFFICE FOR A HUMAN THEATRE

OHT nasce nel 2008 dopo la vittoria di Nuove Sensibilità, premio nazionale per giovani registi al Napoli Teatro Festival Italia.

I suoi principali collaboratori provengono da Italia, Germania, Spagna e Inghilterra. Mentre ciascun associato si dedica al proprio campo di ricerca che spazia dal teatro alla fotografia, dall’architettura alla scrittura, OHT unisce queste diverse discipline per stimolare la propria ricerca artistica.

Il gruppo ha partecipato a collaborazioni italiane ed internazionali tra cui, più recentemente:

– APAP New York (USA): OHT è invitata a partecipare al network internazionale per le arti dal vivo (2016);

– Prague Quadriennal (CZ): “squares do not (normally) appear in nature” è presentato nella sezione show-&-tell della PQ (2015);

– Josef and Anni Albers Foundation (USA): “squares do not (normally) appear in nature” un progetto sul lavoro di Josef Albers (2014);

– Whitechapel Art Gallery, Londra (UK): “buzz” video installazione inclusa nella mostra “Twixt Two World”, a cura di Gaia Tedone (2014);

– MAXXI Museo delle arti del XXI secolo, Roma (IT): “Delirious New York” è incluso in “Open city – Open museum” a cura di Hou Hanru, direttore dell’istituzione romana (2013);

– Istituto Italiano di Cultura, Vienna (AT): residenza per “autoritratto con due amici” (2012);

– Palazzo Grassi, Venezia (IT): installazione di “Real-Time Polaroid” (2012);

– Museo MADRE e Teatro Pubblico Campano, Napoli (IT): l’installazione/performance “Bios Unlimited / A play as a landscape” è stata presentata in relazione alla collezione del museo (2009).

Infine, Centrale Fies e il MART Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, sono frequenti partner dei vari progetti menzionati e di altri ancora, sia per produzioni sia per debutti.

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Teatro dell’Arte

Viale Alemagna, 6 – 20121 Milano

tram 1, 19, 27 – autobus 57, 61, 94

M 1 e 2 Cadorna Triennale

BikeMi 33

la sede è accessibile alle persone con disabilità

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biglietti

5 euro + prev.

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biglietteria Teatro dell’Arte

tel. 02 72434258

biglietteria@crtmilano.it

orari di apertura: dal martedì alla domenica 10.30 > 19.30

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biglietti on line

www.midaticket.it

con l’opzione print-at-home si ha diritto a presentarsi in teatro all’orario d’inizio dello spettacolo

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info

www.crtmilano.it

www.triennale.org

www.oht.tn.it

facebook.com/CRTMilano

facebook.com/oht.theatre

twitter.com/CRT_milano

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