venerdì, Aprile 19, 2024

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Vienna Strauss Orchestra

fotoSei ragazze vestite color pastello e dieci ragazzi in tight azzurro. Sedici elementi molto giovani divisi tra archi, fiati e batteria per ripercorrere le affascinanti e fiabesche seduzioni della Vienna di un tempo, con le sue feste sfarzose in cui la nobiltà ballava a ritmo di valzer accompagnata dai musicisti di palazzo. Questa l’atmosfera che hanno rivissuto la sera del 7 dicembre scorso gli spettatori corsi al Politeama Genovese per la prima italiana della Vienna Strauss Orchestra. E se giovani sono i musicisti, altrettanto giovanissimo è il loro direttore, Edvin Marton, violinista dal talento eccelso come ci insegna la sua biografia artistica, ma che sorprende in modo particolare per la sua creatività, passione, presenza scenica.

Lo definirei il ‘chitarrista del violino’, che ha ottenuto il privilegio di poter suonare a vita un autentico Stradivari del 1697 del valore di sette milioni di dollari appartenuto a Paganini e con lo strumento si fonde sul palco come se avesse in mano una chitarra elettrica. Non solo infatti, i suoi arrangiamenti sono innovativi e avvicinano maggiormente brani come il ‘Danubio Blu’ o la ‘Marcia di Radetzky’ al XXI secolo, ma colpiscono i suoi virtuosismi da autentico ‘danzatore delle quattro corde’ pizzicate come nessun altro al mondo sicuramente sa fare. La testa, il busto, tutto il corpo si muovono seguendo il ritmo e la passione e più di una volta il nostro termina il brano in ginocchio come un autentico rockettaro.

Che dire? Il pubblico rimane estasiato e accompagna i suoi assoli con applausi scroscianti!

A dire il vero, la serata avrebbe raggiunto il culmine del sogno se alla coppia di cantanti lirici (che non hanno avuto molto spazio) si fossero aggiunte almeno le immagini di qualche coppia di ballerini a vivacizzare il drappo scenografico alle spalle degli strumentisti. La prossima volta vogliamo anche qualche parolina italiana in più da parte del maestro (una maschera che traduca le sue poche frasi per chi nel pubblico non conosce l’inglese?), ma, soprattutto, il programma di sala con l’elenco dei brani eseguiti come in ogni concerto che si rispetti. Voto? In ogni caso: 8+!

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