All’insegna delle melodie vivaci e orecchiabili con la Compagnia Italiana di Operette (attiva da oltre 60 anni), che porta in scena la favola della principessa che non vuole abbandonare i giochi della fanciullezza per accedere alle gioie del matrimonio.
Il libretto di Carlo Lombardo musicato da Virgilio Ranzato ottenne il grandioso successo di oltre 220 repliche, dopo la prima rappresentazione al Teatro Dal Verme di Milano il 18 dicembre 1925.
A Macao la principessa Myosotis va sposa al principe Ciclamino erede al trono di Corea e, secondo la tradizione del Cion Ki Sin vengono sospese tutte le attività fino al momento in cui verrà concepito l’erede, annunciato dal suono e dall’accensione di un grande carillon posto sul talamo nuziale.
La giovane principessa non riesce a gioire delle sue nozze poiché non vuole rinunciare ai sogni e alla spensieratezza, con l’ingenuità alla quale è stata ancorata dall’educazione del consigliere Blum che ha perfino sostituito nel lessico della ragazza tutti i vocaboli che esprimono i sentimenti con altri di significato meno compromettente, rendendo astruso il suo linguaggio e difficoltosa la comunicazione.
Anche il principe Ciclamino è sprovveduto e ignora come vanno espletati i doveri coniugali. Il Mandarino Fon Ki, padre della sposa, è alla disperazione, il popolo aspetta il segnale per tornare alle proprie attività, concludendo i festeggiamenti nuziali.
A creare scompiglio, ecco che arriva a Macao la bella e disinibita Cin Cin La, attrice francese che deve girare un film, già amante del Mandarino ed ex moglie di Blum. Sulla sua scia, arriva anche Petit Gris, perdutamente innamorato di lei che lo respinge e lo deride.
Tra equivoci e malintesi la situazione è ingarbugliata, l’unica soluzione praticabile è l’iniziazione alle pratiche amatorie dei due giovani: lui è affidato a Cin Cin La e, per ripicca, Petis Gris si apparta con Myosotis. Finalmente il carillon suona, due volte, e i principi, apprezzati i piaceri dell’amore, vogliono ripetere insieme l’esperienza, abbandonando bambole e giochi campestri.
Popolo in festa, tutti felici e contenti.
L’impianto di questo lavoro si discosta dai tradizionali canoni dell’operetta che alternano canto e parti dialogate. Qui il recitativo prevale sul canto, e l’impostazione burlesca la rende più simile a uno spettacolo di vaudeville o di teatro di rivista, assecondando i gusti dell’epoca. I costumi molto succinti e gli ammiccamenti ed ancheggiamenti di Cin Cin La rimandano all’iconografia della moderna soubrette.
Silvia Santoro è una sensuale e irresistibile Cin Cin La, Victor Carlo Vitale è perfetto nel ruolo del garbato parigino Petit Gris. La regia di Franco Barbero accentua la caratterizzazione un po’ macchiettistica degli altri interpreti, avvolti nei coloratissimi abiti orientali: Claudio Pinto nel ruolo di Fon Ki, il soprano Irene Gennati Chiolero è la fresca voce di Myosotis e Massimiliano Costantino presta il suo timbro tenorile al principe Ciclamino, Gianvito Pascale è il comico Blum, Simone Pavesio, Mattia Rosellini e Nicola Vivaldi sono gli ineffabili Din, Don e Dan. La direzione musicale di Maurizio Bogliolo guida con maestrie le performance canore, le sontuose coreografie di Monica Emmi traggono spunti dalla tradizione e dalla contemporaneità.