La relazione fra tra il movimento e la musica dal vivo è il fil rouge della dodicesima edizione di Equilibrio – Festival della Nuova Danza in scena all’Auditorium Parco della Musica dal 9 al 28 febbraio.
I maestri del contemporaneo, le coreografe di spicco della scena femminile spagnola e le più importanti compagnie italiane saranno i tre filoni intorno a cui ruota l’edizione 2016 di Equilibrio per raccontare le svariate sfaccettature del personalissimo rapporto fra la musica del vivo e una specifica poetica personale di artisti nazionali e internazionali.
“Il tema di questa edizione del festival è importante: il rapporto tra musica e movimento, che sarà sviluppato in modo diverso dai tanti artisti che sono stati chiamati a lavorare nel corso del prossimo” ha spiegato l’Amministratore delegato della Fondazione Musica per Roma, José R.Dosal.
Fra gli eventi del Festival, En Avant Marche! Dei maestri del contemporaneo francesi Frank Van Laecke e Alain Platel con la direzione musicale di Steven Prengels (in scena il 21-22-23 febbraio) che, in collaborazione con la Banda della Scuola Popolare di Musica di Testaccio, dipinge attraverso la musica e la narrazione dei corpi l’affresco di una banda composta da danzatori e attori, come elemento della vita di una comunità, per dar vita a un affresco potente ed emozionante.
Sono tre le compagnie italiane diventate Centri Nazionali di Produzione della Danza, in seguito al Decreto Ministeriale di luglio 2014 sul Fondo Unico per lo Spettacolo che ha definito una nuova categoria di istituzioni che rappresentano il nostro Paese nell’ambito della rassegna sulla relazione movimento-musica.
Aterballetto inaugura Equilibrio il 9 febbraio con tre coreografie, Upper-East-Side e E-INK di Michele Di Stefano e L’Eco dell’Acqua di Philippe Kratz.
La Compagnia Zappalà Danza sarà in scena il 17 febbraio in sala Petrassi con Instrument 1 – Scoprire invisibile, progetto scritto e diretto da Roberto Zappalà che viaggia all’esplorazione di strumenti insoliti e affascinanti, mentre, ideato e interpretato da Virgilio Sieni, Isolotto (in scena il 12 febbraio) racconta attraverso il corpo un atlante inedito della danza accompagnato dalla musica di Eivind Aarset, presente sul palco spazio. Nello studio Gianni Borgna anche ai vincitori ex aequo del Premio Equilibrio 2015, Elisabetta Lauro con Zero (in scena il 10 febbraio) e Piergiorgio Milano con Pesadilla (13 febbraio),
Consistente e particolarmente interessante la presenza di Sol Picó, Àngels Margarit e María Muñoz, tre coreografe di spicco della scena femminile spagnola che raccontano la società e il mondo femminile attraverso la musica e l’improvvisazione attraverso sperimentazioni che lasciano intatta la tecnica della danza e la purezza del movimento.
Il 23 febbraio María Muñoz sarà protagonista di Bach, lasciandosi piegare a un estenuante solo sulle variazioni musicali mentre il 28 febbraio sarà in scena in Sala Petrassi Capricis di Àngels Margarit impegnata in un divertissement coreografico sui 24 Capricci di Paganini.
Il 26 febbraio sarà in scena Sol Picò, la celebre coreografa e danzatrice spagnola che presenta W.W.(We Women) e che analizza il ruolo della donna nel mondo d’oggi.
Ma non si tratterà di uno spettacolo di flamenco, ma di uno spettacolo di danza contemporanea con musica di flamenco.
“Chi viene a vedere il mio spettacolo non deve aspettarsi uno spettacolo di flamenco classico: la mia formazione è legata ala danza classica, contemporanea, ma anche al flamenco. Nella mia carriera ho sempre voluto parlare delle donne e con W.W. – ha spiegato Sol Picó introducendo il suo spettacolo – mi sono voluta interrogare sulle questioni che riguardano noi donne dal punto di vista di altre culture. Per questo mi sono voluta confrontare coreografe e danzatrici di diverse provenienze geografiche e culturali come Julie Dossavi della Repubblica del Benin, Minako Seki, di origine giapponese ma naturalizzata tedesca, l’indiana Shantala Shivalingappa e io. È chiaro che ogni donna ha una sua visione del mondo a seconda della cultura di provenienza, ma soprattutto una sua propria peculiarità dal punto di vista del movimento e della danza. Da subito c’è stata una forte empatia, ma il momento corale non è il fulcro dello spettacolo, ma ne è parte integrante insieme alla presenza di musiciste anch’esse di provenienze diverse: la violista sarda Adele Madau, la chitarrista sivigliana Marta Robles, e la flautista andalusa Lina León. Lo spettacolo coglie in un certo senso la precarietà che stiamo vivendo”.
“Parlando del futuro, stiamo lavorando a un nuovo Premio Equilibrio, ancora più coinvolgente e spettacolare. Ecco – conclude Dosal – noi vogliamo che Equilibrio sia il primo passo importante verso una nuova stagione per l’Auditorium, un nuovo capitolo vitale. E abbiamo cercato di renderlo evidente lanciando segnali concreti verso la città. Per arrivare al nostro pubblico proprio dove vive e lavora”.
Non mancheranno laboratori rivolti sia al pubblico (domenica 28 è in programma un workshop dedicato alle famiglie e ai bambini) e agli addetti ai lavori (anche sul tema dell’improvvisazione guidata in ambito musicale e coreografico e sull’improvvisazione coreografica tramite l’uso di segni e gesti convenzionali) e due incursioni-performance che invaderanno la al di fuori delle mura dell’Auditorium per coinvolgere i passanti.
Contemporaneamente al Festival sarà inoltre allestita in AuditoriumArte la mostra fotografica di Riccardo Musacchio, Flavio Ianniello e Paolo Porto dal titolo Equilibrio Fuori Scena 2016. Tutte le informazioni su www.auditorium.com, info 06-80241281.