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Gli Omini in “La famiglia Campione”

fotoBABBO – Inizio a preoccuparmi.

FIGLIO – Èun po’ tardi per iniziare.

È uno dei primi dialoghi dello spettacolo “La famiglia Campione”, terzo appuntamento della stagione teatrale 2015/16 del Teatro Fassino di Avigliana, cittadina alle porte di Torino conosciuta per i suoi laghi e anche per l’attenzione riposta verso il pubblico del suo teatro. Sì, perché c’è una gentilezza particolare verso gli spettatori che decidono di passare alcune ore all’interno delle sue sale, da parte dei curatori della rassegna e dello stesso Teatro. Sono i componenti della Piccola Compagnia della Magnolia, regista in testa, che accolgono con un sorriso chi si avvicina alla biglietteria. Se sono persone conosciute si informano, chiedono e danno risposte gentili ma se non lo sono diventano prodighi di attenzioni, mai fasulle, per comunicare che “Siamo contenti di vederti e sapere che hai scelto di passare la serata con noi. Hai fatto una buona scelta”.

Una volta dentro il teatro, pochi minuti prima dell’inizio dello spettacolo la regista informa il pubblico che lo spettacolo sta per iniziare, che ci sarà un incontro con gli attori alla fine della performance per chi vorrà fermarsi, dà alcune notizie per lo spettacolo prossimo del cartellone poi chiede di spegnere i cellulari. E lo fa in modo accattivante, tanto da meritarsi quasi sempre un applauso. E quando è tutto finito, lo stesso gruppo che accoglieva gli spettatori all’arrivo si posiziona davanti alle porta dell’uscita per salutare chi se ne va, per informarsi se è piaciuto quello che hanno visto, insomma i padroni di casa che salutano i loro ospiti. Potrebbe sembrare una banale strategia di pubbliche relazioni. Per me non lo è perché in qualche modo essi si appropriano delle antiche regole dell’ospitalità, e regalano per un costo di poco superiore ad un biglietto cinematografico la sensazione di essere stati fra amici, apprezzati e considerati come esseri umani, e non come numeri. Secondo chi scrive, queste attenzioni dovrebbero essere copiate da tutte quelle realtà che si lamentano del fatto che la gente non si vuole staccare dal calore della casa e dalla comodità della televisione.

Torniamo allo spettacolo che si svolge sotto i nostri occhi, assistiamo alla quotidianità banale e cialtronesca di una qualsiasi famiglia italiana, con i pochi pregi ed i tanti difetti che tutti noi conosciamo. Si è voluto citare Festen oppure La famiglia di Scola, io aggiungerei Jonesco in quello che può sembrare Teatro dell’Assurdo ma c’è molto di più. Questa famiglia di cui parlano Gli Omini è reale, quella che è diventata in questi ultimi 40 anni la nostra società, e che gli attori, ma nel contempo gli ideatori dei testi, hanno estrapolato da una ricerca durata circa 10 anni, da una serie di interviste, con persone reali nelle cittadine italiane. Hanno infatti spiegato, nell’incontro con gli spettatori, che una parte rilevante del loro lavoro consiste nell’andare una settimana in un paesino di provincia (toscano ma non solo), e di fare incontri con la gente, registrando frasi ed atteggiamenti. Al termine del periodo regalano agli abitanti uno spettacolo su ciò che hanno visto e sentito, permettendo a loro di riconoscersi dall’esterno in una rielaborazione teatrale.

I tre attori Francesca Sarteanesi, Francesco Rotelli e Luca Zacchini (a cui si unirà Giulia Zacchini), danno prova di grande capacità teatrale, giostrando con 9 personaggi distinti. Ognuno di loro impersona un figlio/a, un padre/madre ed un nonno/a, con una notevole carica di simpatia ma anche di miseria, che non sfocia mai nell’istrionismo ma dà anzi la sensazione che chi si diverta prima di tutti siano proprio loro. E così vediamo questi personaggi che cambiano continuamente sotto i nostri occhi, ma non è solo un elemento del vestiario che lo distingue dagli altri, è anche la camminata, il modo di parlare, di guardare, di usare questo toscano un po’ rozzo, tipico della provincia pistoiese (e che è molto accattivante), avvicendarsi davanti ad un gabinetto sempre chiuso. Il ritmo è particolare e mai lineare, sembra abbia una sua dinamicità che dipende anche dagli umori del pubblico che li sta guardando in quel momento. Il pubblico, quello di prima, abbastanza numeroso nonostante il freddo quasi siberiano, ha apprezzato con applausi e con domande intelligenti uno spettacolo che è davvero utile a tutti noi.

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Di Francesco Rotelli, Francesca Sarteanesi, Giulia Zacchini e Luca Zacchini
Con Francesco Rotelli, Francesca Sarteanesi, Luca Zacchini

Produzione Gli Omini

Residenza artistica Associazione Teatrale Pistoiese con il sostegno di Regione Toscana

 

 

 

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