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Oscar De Summa in “Stasera sono in vena”

Foto di Manuela Giusto
Foto di Manuela Giusto

Da martedì 26 gennaio a domenica 31 gennaio (martedì, giovedì e venerdì alle ore 20.45, mercoledì e sabato alle ore 19.30, domenica alle ore 16) va in scena al Teatro Ringhiera, Stasera sono in vena, spettacolo di uno degli autori e attori oggi più apprezzati della scena nazionale, Oscar De Summa. L’occasione è rara per Milano, che lo vede sui suoi palcoscenici solo per la seconda volta, dall’inizio della carriera dell’artista.

Prodotto dalla Corte Ospitale, in collaborazione con Armunia – Festival Inequilibrio, vincitore del Premio Cassino Off 2015 e finalista del premio Ubu 2015 come Migliore novità italiana e Migliore drammaturgia Stasera sono in vena è il secondo capitolo della Trilogia della Provincia, iniziata con Diario di provincia (ancora in tour e giunto a circa 600 repliche) e che si concluderà con La Sorella di Gesucristo, in debutto assoluto nell’estate 2016. Estratti dello spettacolo e un’intervista a De Summa saranno trasmessi da Rai 5 il 15 gennaio, alle ore 19.40 e su Rai 1, il 16 gennaio, alle 02.30 (sotto il link al servizio).

La Trilogia della Provincia parte dalle vicende autobiografiche dell’autore, dalla vita ad Erchie, piccolo paese pugliese, scenario della formazione a “tinte forti” del giovane De Summa, nel sud degli anni ’70 e ’80, per parlare di tutta la provincia nazionale, che spesso ha fatto l’Italia più delle grandi città. Stasera sono vena è un “monologo corale e rock”: l’attore incarna se stesso e i tanti personaggi attorno a lui, con pochi precisi gesti in grado di delineare perfettamente caratteri e umori, come accade con la Commedia dell’arte, mentre la musica (di David Bowie, the Doors, Iggy Pop, Jeff Buckley, Pink Floyd, Nick Cave, …) accompagna, sottolinea, affonda o alleggerisce una parola capace di oscillare tra amarezza e ironia, con una misura sapientemente calibrata. “Tutti i ragazzi, ad un certo punto sognano di fare i cantanti – dice De Summa – nello spettacolo canto, nonostante non sia il mio mestiere, perché la musica era molto presente nel quotidiano, vi era, forse come ora, una certa identificazione con i propri idoli rock, un desiderio di uscire dal gruppo, di distinguersi, di affermare la propria identità”. La storia dolorosa è quella di un passato da tossicodipendente, in un contesto sociale, gli anni ’80, localmente controllato dalla Sacra Corona Unita, e a livello nazionale orientato all’ edonismo più futile e privo di consolazione. Allo stesso tempo, la storia racconta la gioia di un risveglio, la soluzione del problema e una vita che vince sulla morte. De Summa, seduto su un amplificatore, al microfono, racconta i dettagli di dieci anni di vita in cui il dolore detta le azioni da compiere per sottrarsi a quel dolore. Un dolore fisico prima di tutto che distrae da uno più grande: quello di non trovare una collocazione nella società, di sentirsi sempre inadeguati, fuori luogo. Ed é qui che fa breccia l’idea di una “panacea di tutti i mali”, una medicina che ci tolga dall’imbarazzo di vivere, è qui che fa il suo ingresso trionfale ed incontrastato “la droga”. Ogni epoca, ogni personalità ha la sua preferita ma tutte sono accomunate dalla caratteristica di “toglierci a noi stessi affermando la necessità di appartenerci”, dice De Summa.

E’ un racconto che non consola eppure fa sorridere, estremamente vitale perché il protagonista si salva e di quella salvezza fa materia di condivisione invece che di confessione. Il primo sentimento dell’autore rispetto a questa vicenda autobiografica è stato la vergogna e lo spettacolo è stato inizialmente pensato per liberarsene. Quasi immediatamente però, grazie all’analisi del tessuto sociale e antropologico nella quale si inseriva il suo personale vissuto la spinta è diventata quella verso la comprensione di un disagio ampio, generazionale e della condivisione col pubblico di quella difficoltà. L’antidoto ad una droga alienante diventa uno spettacolo fortemente incentrato sulla relazione con chi guarda, tanto che una vicenda pur così connotata può sembrare la vicenda di tutti. Il perno dello spettacolo non è la dipendenza da una sostanza tossica, né la denuncia civile ma la commovente capacità di essere quello che si è e si è stati, di fronte ad una platea: l’autenticità

dell’interpretazione è il motivo per cui la storia diventa “esemplare”, indipendentemente dal vissuto di ciascuno. La sensibilità autoriale ed attoriale di De Summa sono ciò che gli consente di parlare a tutti, sono alla base del successo di questo spettacolo, accolto con entusiasmo, nel corso del tour, anche nelle Carceri di Pistoia e Modena.

Le prossime date dello spettacolo: 20 febbraio, Teatro Alice Zeppilli, Pieve di Cento, 26 febbraio, Teatro Subasio, Spello, 5 marzo, ITC Teatro, Bologna San Lazzaro, 19 marzo, Teatro Puccini, Firenze, 9 aprile, Teatro del Cerchio, Parma.

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www.oscardesumma.it/
www.corteospitale.org/produzioni/oscar-de-summa

www.atirteatroringhiera.it

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INFO Teatro Ringhiera

Piazza Fabio Chiesa
Via Pietro Boifava 17 / Milano
MM2 Abbiategrasso / Tram 3 – 15 / Bus 79
Facilità di parcheggio

Ingresso carrabile a Piazza Fabio Chiesa
per persone con disabilità fisiche
attraverso lo scivolo presente in prossimità di
via Santa Teresa 68 (vedi)

Telefono Biglietteria 02 84892195
mail
prenotazioni@atirteatroringhiera.it
Aperta dal giovedì al sabato dalle 17 alle 19
e un’ora e mezza prima dell’inizio degli spettacoli

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APPROFONDIMENTI

Qui l’intervista video per Memo la rubrica di Rai 5, che sarà ritrasmessa il 15 gennaio 2016 e su Rai 1, il 16 gennaio, alle 02.30

Qui l’intervista audio di Laura Palmieri – Radio 3 

Qui il podcast dello spettacolo ospite a Tutto esaurito – Radio 3 

Qui l’intervista audio di Rodolfo Sacchettini – Rete Toscana Classica

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Testo vincitore del premio Cassino Off 2015 con la seguente motivazione:

Per aver affrontato con leggerezza, coraggio, responsabilità e ironia il problema della droga, che parte dai ricordi dell’adolescenza pugliese per arrivare alla Sacra Corona Unita, attraverso un racconto narrato da un solo attore ma cantato da più voci. Un “concerto” blues in cui la storia personale viene messa al servizio di un tema difficile cui serve la luce di un attore, oggi, che se ne carichi il peso ma lo vada a misurare con l’astuzia delle immagini, con il colore della musica”.

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Oscar De Summa

Formatosi alla scuola di teatro della Limonaia presso il Laboratorio Nove con Barbara Nativi, Renata Palminiello e Silvano Panichi si specializza con due corsi di Alta formazione per attori di Polverigi e di Milano (ricordiamo tra gli altri insegnanti Marco Martinelli, Adriana Borriello, Mohamed Driss, Laura Curino, Gabriele Vacis, Thierry Salmon). Frequenta vari stage di Claudio Morganti, Alfonso Santagata prima e di commedia dell’arte con Antonio Fava dopo. Da subito affianca al lavoro di attore presso diverse compagnie (ricordiamo La scena del consiglio di Claudio Morganti e Renata Molinari, L’ora di tutti di Maria Corti, regia di Pamela Villoresi, Satelits Obscens, della Fura del Baus, Miles Gloriosus, di Plauto, regia Marinella Anaclerio, ecc…) con quello di autore e regista ( Diario di Provincia, Hic Sunt Leones, Riccardo III, Selfportrait, pubblicato dalla Minimun fax nella raccolta Senza corpo. Voci della nuova scena italiana, a cura di Debora Pietrobono).

Negli ultimi anni è stato impegnato nella tournée del Mercante di Venezia, con la regia di Massimiliano Civica (premio Ubu 2009 per la regia, premio Vittorio Mezzogiorno agli attori ), di Amleto a pranzo e a cena, di cui ha curato regia e drammaturgia per Fondazione Emilia Romagna Teatro, di Un sogno nella notte dell’estate, con la regia di Massimiliano Civica, chiusigiocchi, scritto e diretto da Oscar De Summa, produzione e distribuzione de La Corte Ospitale, un Otello altro, da Shakespeare, di Oscar De Summa, produzione e distribuzione La Corte Ospitale. Attualmente è impegnato nella tournée di Stasera sono in vena, produzione e distribuzione de La Corte Ospitale e nella scrittura del terzo capitolo della Trilogia della provincia, La Sorella di Gesucristo.

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