produzione Compagnia Benoltre
di Stefano Benni Compagnia Benoltre
regia Orvelio Scotti & Laura Neri
con Chiara Valentini, Mariachiara Salucco, Francesco Bartoletti, Salvatore Clemente, Angelo Salerno, Massimo Zarattin, Aldo Innocenti, Michele Redaelli
scenografie Lapo Scotti
effetti sonori e luci Lorenzo Castagnoli
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All’interno della rassegna teatrale dedicata a Orvelio Scotti, il popolare attore e regista teatrale fiorentino scomparso nel 2014, che si è svolta in tre serate dall’11 febbraio al 13 febbraio 2016, dove sono stati presentati alcuni spettacoli di cui è stato, a vario titolo, protagonista, il 12 febbraio, appunto, è andato in scena Amlieto, il principe non si sposa di Stefano Benni con la regia di Orvelio Scotti e Laura Neri.
“Amlieto, il principe non si sposa” è stata un’opera teatrale scritta da Stefano Benni ed interpretata dai 5 componenti del gruppo comico dei Broncoviz. Venne trasmessa in televisione su Rai Due nel 1997.
Lo spettacolo è avviluppato in una coltre immaginaria o reale di nebbia che scinde l’atmosfera tra sogno e realtà, deforma i personaggi dalla loro aulica connotazione letteraria in post-moderne prospettive grottesche e disorientanti, creando veri e propri personaggi-macchiette. Il palcoscenico diventa un calderone dove sguazza di tutto e di più: il potere e le vittime, i privilegi e la ingiustizie, la fama e la fame, il piacere e il dolore, il gusto e il cattivo gusto, i desideri e le ossessioni. E la nebbia non solo è carnefice di questa dimenticata atmosfera aulica ma anche dei poveri animaletti che abitano i boschi del regno…
Il principe Amlieto, come in una stramba fusione narrativa con un altro cult movie che non ha certo bisogno di presentazioni, ossia Frankenstein Junior, è intento a riportare in vita il suo cane, decapitato in circostanze misteriose, che ancora pulsa assurdamente di uno strano anelito di vita. Al lato del palcoscenico, stagliati all’interno di una sbilenca cornice gli altri personaggi in pose ieratiche da famiglia Addams, attendono il loro turno di entrare in scena, far prendere vita al loro personaggio per dar propulsione all’assurdo ingranaggio della vicenda.
Nicanor detto il boia, feroce e animalista; Gastone, cugino cacciatore di Amlieto, gagliardo e tracotante; la regina Gudula, madre di Amlieto, truce e macbettiana figura; Ofelia Dindero di Oghenlog, bambina cresciuta, sempre in vena di scherzi, che dovrebbe essere la futura sposa di Amlieto; il re Bonario, padre di Amleto, interessato ai banchetti di nozze più per le pietanze ed il vino che per le nozze stesse; il cerimoniere Presenzio, fidato aiutante nelle trame segrete per costringere il figlio Amlieto a sposare la leggera Ofelia; infine Don Vitaliano di Siviglia e il Jolly naturalmente, come in ogni farsa di corte che si rispetti.
Riusciranno i nostri anti-eroi attraverso menzogne più vere della verità, sotterfugi più fitti della nebbia che incombe nei boschi, con pozioni afrodisiache, rocambolesche sceneggiate e quant’altro, a far convolare a giuste nozze, in un inusuale lieto fine per una narrazione che deve tutto a tragedie di letteraria memoria, Amlieto con la svampita Ofelia? O alla fine la misteriosa nebbia che tutto occulta, contorce, deforma, irride, tradisce, avrà la meglio?