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Ubu Roi

Foto di Simone Cecchetti
Foto di Simone Cecchetti

di Alfred Jarry

adattamento e regia Roberto Latini

musiche e suoni Gianluca Misiti

scena Luca Baldini

costumi Marion D’Amburgo

luci Max Mugnai

con Roberto Latini

e con

Francesco Pennacchia, Padre Ubu

Ciro Masella, Madre Ubu

Sebastian Barbalan, Regina Rosmunda/ Zar Alessio

Marco Jackson Vergani, Capitano Bordure/ Orso

Lorenzo Berti, Re Venceslao/ Spettro/ Nobili

Guido Feruglio, Principe Bugrelao

Fabiana Gabanini, Palotini/ Orsa/ Messaggero

direzione tecnica Max Mugnai

collaborazione tecnica Nino Del Principe

assistente alla regia Tiziano Panici

cura della produzione Federica Furlanis

promozione e comunicazione Nicole Arbelli

produzione Fortebraccio Teatro

un progetto realizzato con la collaborazione Teatro Metastasio Stabile della Toscana

durata 1 ora e 50 minuti con intervallo

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Datato 1896, il testo è la definizione di un processo di teatralizzazione unica: un gioco scolastico che diventa spettacolo per marionette e poi occasione scenica per riflessioni sulla natura dell’arte teatrale. Attraverso una costante reinterpretazione del Macbeth di Shakespeare, Alfred Jarry apre il Novecento alla “patafisica”, la scienza delle soluzioni immaginarie. Quasi un errore imprevisto della letteratura teatrale. Una specie di sbaglio che si è cercato talvolta di relegare appena fuori dal teatro, regolamentare dentro una distanza che potesse essere rassicurante, una devianza riconosciuta come diversa e quindi sopportata dentro una differenza. Il tempo, l’arte intorno all’arte e tutto ciò che è il teatro degli ultimi cent’anni, hanno invece reso possibile ricollocare Jarry tra Pirandello e Beckett, ammettendolo all’assolutezza che gli compete e quindi, come rispondendo ad un reclamo, farci i conti.

Ubu Roi è ormai un classico del teatro mondiale, come Edipo o Amleto, capace cioè di superare se stesso e mettersi a disposizione dell’occasione teatro che ogni appuntamento scenico rappresenta.

Per me, da Jarry inizia il Teatro contemporaneo.

Gli Ubu sono un’alterazione e una capacità insieme. Dalla loro comparsa sulla scena si può stabilire un punto di non ritorno. E quindi anche di ripartenza, o partenza nuova.

Mentre ci si affannava ad accompagnare il Teatro alla vita e a ricomporre tutte le sfumature dei velluti del Teatro intanto borghese, Jarry è riuscito a ricondurci al Teatro, a riconvocarci, proponendo delle figure e una modalità di relazione tra testo e scena assolutamente contemporanei.

Jarry propone una nuova convenzione, più che moderna, dentro l’assolutezza che soltanto i classici riescono a determinare.

Ubu apre la strada al Teatro del Novecento.

Sono sempre stato convinto che quanto proposto dalla scena difficilmente riesca a stare al passo con i cambiamenti che avvengono in platea. Voglio dire che la velocità di trasformazione, di evoluzione, del pubblico, i gradi, come conquista, della comunicazione e ogni altra relazione che si stabilisce tra lo spettacolo e il pubblico, sono più in avanti di quanto generalmente lo spettacolo riesca a proporre. Jarry, insieme a pochi, pochissimi altri, è riuscito invece a darci un appuntamento dentro il futuro prossimo, spostando il luogo dell’incontro dalla convenzione stabilita alla relazione possibile.

La patafisica, o scienza delle soluzioni immaginarie, è una parola che da sola può essere sinonimo di Teatro.”

Roberto Latini

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Biglietteria:

Intero € 20,00
Ridotto over 65 € 15,00
Ridotto studenti € 12,00 e gruppi di un minimo di 10 persone, i biglietti per i gruppi devono essere ritirati un giorno prima da un capogruppo
Servizio di prenotazione € 1,00 a biglietto

Abbonamento libero a 10 spettacoli a scelta € 100,00

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