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Il prezzo

fotodi Arthur Miller

con Umberto Orsini, Massimo Popolizio, Alvia Reale, Elia Schilton

regia Massimo Popolizio

traduzione Masolino D’Amico

scene Maurizio Balò,

costumi Gianluca Sbicca,

luci Pasquale Mari

produzione Compagnia Orsini

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La pesantezza del passato è il tema di Il prezzo, testo di Arthur Miller scritto nel 1968.

La compagnia di Umberto Orsini mette in scena la storia di due fratelli di famiglia agiata che, dopo il crollo finanziario del 1929, assistono alla rovina della loro vita borghese. Victor (Popolizio) abbandonati gli studi nei quali brillava, si è arruolato in polizia per mantenere il padre in rovina e sposarsi con la moglie dispotica e alcolizzata (Alvia Reale). L’altro fratello, Walter (Elia Shilton) abbandona la famiglia e prosegue gli studi diventando un importante e ricco chirurgo.

Il prezzo è quello dei vecchi mobili da vendere; quello dei sacrifici fatti; quello di un biglietto per il cinema; il prezzo è quello di un futuro intrappolato nel passato. In questa piace tutto ha un prezzo e tutti pagano un prezzo.

Il massacro familiare che i due fratelli affrontano esplode nel momento in cui si deve trattare il prezzo della vecchia casa. La resa dei conti coinvolge tutti: le aspirazioni repressa di Victor, la sete di denaro di sua moglie, l’egoismo parassitario del padre e la livida spietatezza di Walter.

L’unico personaggio vivo, al centro di una realtà immobile, confinata da ricordi del passato, è Solomon uno scalcagnato broker che si rimette in affari quasi per errore. Ad interpretare questa figura caustica, sprezzante e paradossale è l’insuperabile Umberto Orsini, il quale restituisce dinamicamente un personaggio ambiguo.

Il dramma prende corpo e diventa presenza reale grazie al sottile lavoro degli attori che danno vita alle pieghe dei caratteri e riescono a mettere in luce ogni cambio di registro, ogni svolta, ogni rivelazioni.

La scena è intrisa dal clima del dramma, è cupa e occupata da mobili, ingombranti come il passato e in bilico come le certezze sul futuro; da questi mobili si alzano cigolii inquietanti che fanno da contrappunto ai momenti cruciali, perché i ricordi sono vivi e richiamano a se l’attenzione dei personaggi. Il prezzo è un dramma sulla costante presenza dei passato, perché ogni mobile ha il peso di una vita e dargli un prezzo ti obbliga a ripercorrerla.

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