Il Teatro Eliseo dedica un omaggio a David Mamet, uno dei più grandi commediografi americani del secondo Novecento, con tre spettacoli in prima assoluta.
Drammaturgo, sceneggiatore, regista, produttore cinematografico, scrittore, poeta, è uno degli autori più prolifici e famosi del mondo, vincitore del Premio Pulitzer per il teatro nel 1984, due candidature all’Oscar per le sceneggiature de Il verdetto e Sesso & potere, ha firmato diversi capolavori di Hollywood come Il postino suona sempre due volte e Gli intoccabili.
Capostipite della drammaturgia del Novecento insieme ad Arthur Miller, le sue opere in Italia sono state proposte fin dagli anni Ottanta da Luca Barbareschi, suo grande estimatore e direttore artistico delle due sale dell’Eliseo, che afferma: “Quando ho iniziato a tradurlo per me è stato difficilissimo: i testi sono composti da una serie di botta e risposta molto rapidi, puntini sospensivi e una quantità incredibile di pause. Con gli attori abbiamo scoperto che il segreto è in quello che non è scritto, dove c’è tutta la sua poetica e quando unisci le pause diventano musica. Con lui ho un’affinità culturale, la sua forza è nel non dare risposte alle domande ma semmai rispondere con un’altra domanda. I testi che presentiamo in questa prima fase, fino a ottobre, sono indicativi della sua poetica”.
Scritta per Al Pacino, China Doll ha debuttato a Broadway a fine 2015. La versione italiana, tradotta da Barbareschi e diretta da Alessandro D’Alatri, ha il titolo Sotto scacco. Mamet descrive i mali della società contemporanea, menzogna, falsità e sopraffazione, espressi da individui odiosi e arrivisti, portando in scena gli intrighi del mondo della politica e della finanza attraverso le strategie elaborate da un uomo potente e senza scrupoli. Intrighi che, che nella loro diabolica ideazione, si ritorceranno contro di lui.
“È uno dei personaggi più scoraggianti e complessi e difficili che io abbia esplorato sul palcoscenico. È un regalo speciale per un attore, un ruolo nuovo, diverso” ha dichiarato Al Pacino cui il ruolo è stato destinato.
Mickey Ross decide di abbandonare gli affari per dedicarsi alla giovane fidanzata cinese cui ha donato come regalo di nozze un aereo da 60 milioni di dollari, immatricolato in Svizzera per motivi fiscali. Fatto atterrare il jet in Canada con un motivo pretestuoso, la giovane, che era a bordo, viene tenuta in ostaggio in albergo per incastrare Ross in un cinico gioco incrociato di un mondo spietato che si svolge tutto al telefono, in un’atmosfera di humour nero.
Eros Pagni è l’eccellente protagonista, in scena supportato dal segretario Carson che gli smista le telefonate. Un testo quasi privo di dialoghi, in cui la vicenda si delinea attraverso ciò che il magnate ribatte al telefono ai suoi vari interlocutori e prende corpo una feroce analisi della società americana, plagiata dalla forza comunicativa e persuasiva del potere politico sulla spinta di quello economico. Dalla scrivania del suo ufficio newyorkese Mickey Ross impartisce ordini al segretario, parla al telefono con la fidanzata chiusa in albergo in Canada, si adira con i responsabili della società costruttrice del velivolo che lo espongono al rischio di un’accusa di evasione fiscale e una multa di 5 milioni di euro, tenta di difendersi dalle accuse dell’avversario politico figlio dell’ex governatore, impreca con il proprio avvocato e il capo della polizia che non vuole dare credito alla sua autorevole posizione. Un fuoco di fila di battute intense, vibranti e veementi.
Disavventura? Complotto? Il potere tutela se stesso. Essere incriminati pretestuosamente è il rischio che corre ogni potente, che obnubila le coscienze quando è in auge e in poche ore è cacciato nella polvere. Roberto Caccioppoli è il remissivo e taciturno assistente Carson. Eros Pagni è in stato di grazia in un’interpretazione intensa e realistica da grande protagonista della scena, padrone della parola, caustica e sferzante, al giusto livello di tensione.