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Ieri è un altro giorno

fotoIn scena dall’8 all’11 aprile al teatro triestino la divertentissima commedia scritta da Sylvain Meyniac e Jean-François Cros e adattata alla versione italiana da Luca Barcellona e David Conati. Un avvocato ossessionato dalle sue manie e dai suoi tic (in qualche modo ricorda il detective Monk della televisione), sta per concludere la più importante causa della sua vita quando qualche cosa si blocca nell’ingranaggio del tempo e si ritrova a rivivere sempre gli stessi momenti. La segretaria inciampa sempre nello stesso tappeto, il suo capo gli ripete sempre le stesse raccomandazioni, lui stesso si trova costretto a ribadire le medesime cose al collega dello studio.

A calcare le tavole del palcoscenico un bravissimo Gianluca Ramazzotti che non si risparmia nulla della “fatica” dell’attore; dalle camminate strane, agli spiritosi tic, dalle vocine in falsetto dovute alle bizzarrie delle vicende della commedia alle facce contorte e buffe fino all’inverosimile, tanto da farlo somigliare a un pinguino. Con lui Antonio Cornacchione che gli fa da spalla in un turbinio di avvenimenti apparentemente inspiegabili. Brava e sempre bella Milena Miconi nelle vesti della segretaria di uno studio di avvocati, la regia è di Eric Civanyan che rende il testo, già di per sé, particolare e spassoso, ancora più dinamico e vivace. Lo spettacolo che è una commedia moderna e piena di colpi di scena è stato realizzato con la collaborazione del Thearte des Bouffes Parisien di Parigi. A dare vita alla storia sul palco anche i bravi Biancamaria Lelli, Antonio Conti e Alessandro Sampaoli, le scene di Eduard Laug, i costumi di Adele Bargilli, le luci di Stefano Lattavo. Le musiche di Sylvain Meyniac fanno da magnifico accompagnamento alle scene ed ai movimenti degli attori che costruiscono, anche molto con la mimica, uno spettacolo elaborato e divertente. La commedia oltre ad essere estremamente comica ha una profonda morale in quanto i nodi si sciolgono quando il protagonista, non senza innumerevoli dubbi ed esitazioni, decide di fare la “cosa giusta”. Il pubblico della Contrada, sempre molto attento e partecipe, ha applaudito entusiasta al calare del sipario.

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