produzione C.I.C.T. / Théâtre des Bouffes du Nord
in coproduzione con The Grotowski Institute; PARCO Co. Ltd / Tokyo; Les Théâtres de la Ville de Luxembourg; Young Vic Theatre; Singapore Repertory Theatre; Théâtre de Liège; C.I.R.T., Attiki Cultural Society and Cercle des Partenaires des Bouffes du Nord
basato sul Mahābhārata e lo spettacolo scritto da Jean-Claude Carrière
adattato e diretto da Peter Brook e Marie-Hélène Estienne
musica Toshi Tsuchitori
luci Philippe Vialatte
costumi Oria Puppo
con Carole Karemera, Jared McNeill, Ery Nzaramba e Sean O’Callaghan
musicista Toshi Tsuchitori
Spettacolo in inglese con sopratitoli
adattamento e traduzione a cura di Luca Delgado
Durata: 1h e 10’, atto unico.
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Martedì 24 e mercoledì 25 maggio va in scena alla Pergola il grande teatro internazionale. A distanza di trent’anni dal suo Mahābhārata, opera memorabile e monumentale, il maestro della scena Peter Brook torna con Battlefield al celebre poema epico indiano, uno dei testi fondamentali della religione induista.
Con lo stesso scarno linguaggio del capolavoro dell’85 – niente scena, elementi e colori naturali – medesimo l’adattamento di Jean-Claude Carrière, rivisto con Marie-Hélène Estienne, solo 4 attori, Carole Karemera, Jared McNeill, Ery Nzaramba e Sean O’Callaghan, e un musicista, Toshi Tsuchitori, Battlefield racconta la guerra di sterminio nella famiglia dei Bharata tra i cinque fratelli Pandava e i cugini Kaurava. Yudishtira, il re dei Pandava, ne esce vincitore, ma guardando intorno la morte e la distruzione provocata, ammette la sua sconfitta.
“In guerra una vittoria è una sconfitta – afferma Peter Brook – voglio raccontare la storia di Battlefield per far capire a Obama, Hollande, Putin e a tutti i presidenti cosa succede dopo la battaglia. Se tu sei un leader e sostieni una guerra devi sapere che farai milioni di morti, anche se vinci”.
Uno spettacolo della Fondazione Teatro della Toscana nell’ambito di Fabbrica Europa 2016.
Il Mahābhārata è il più ampio poema epico non solo dell’India, ma di tutta la letteratura mondiale. La sua messa in scena nel 1985 (circa nove ore) lasciò senza fiato, per semplicità e profondità, il pubblico del Festival di Avignone. Oggi Peter Brook con Battlefield trova la possibilità di far rivivere sul palcoscenico quelle stesse fascinazioni in un atto unico di poco più di un’ora, che arriva alla Pergola in esclusiva regionale martedì 24 e mercoledì 25 maggio. Una storia di violenza e rimorso che interroga il nostro tempo e riflette i conflitti che straziano il mondo. Una guerra di sterminio che si consuma tra fazioni della stessa famiglia, i Bharata, per una storia universale che ci insegna ancora, inaspettatamente, ad aprire gli occhi di fronte alla realtà.
“Gli Indiani dicono – annota Peter Brook – che ogni cosa è contenuta nel Mahābhārata, e se non è nel Mahābhārata non esiste. Questo grande poema epico di migliaia di anni fa è cresciuto negli anni assimilando le più importanti idee cosmiche e metafisiche, accanto alle cose più semplici della vita di tutti i giorni. La terribile descrizione della guerra che si consuma nella famiglia dei Bharata, con “dieci milioni di morti”, può far pensare a Hiroshima o alla Siria oggi”.
Londinese, classe 1925, due figli (uno regista, l’altra attrice) Brook ha segnato la storia degli ultimi decenni con storici spettacoli che vanno da Shakespeare a Weiss (il leggendario Marat / Sade), da Oliver Sacks a Beckett, ma è stato anche autore di importanti saggi (in particolare sui suoi rapporti con un altro maestro, Jerzy Grotowski) e regista cinematografico (Il signore delle mosche del 1963). Quando più di trent’anni fa, dopo l’esperienza del teatro africano, decise di affrontare il Mahābhārata (che sarebbe divenuto poi anche un film ridotto da nove a tre ore e a cui avrebbe partecipato, come unico attore italiano, Vittorio Mezzogiorno), lui aveva forse una visione meno pessimistica del futuro. Adesso, a 91 anni, rimasto vedovo (sua moglie era l’attrice Natasha Parry), pare cogliere il tempo in maniera diversa. “Nessuna nostalgia — chiarisce – se ho deciso di riproporlo è perché ce n’è bisogno”.
Dunque, Battlefield è un grande affresco sull’esistenza umana dove ritroviamo espressi, in modo moderno e incalzante, i quesiti della nostra vita attraverso il racconto della grande guerra fratricida che dilania la famiglia Bharata. Da una parte sono schierati cinque fratelli, i Pandava, dall’altra i loro cugini, i Kaurava, i cento figli del re cieco Dhritarashtra. Entrambi usano terribili armi di distruzione. Alla fine del conflitto prevalgono i Pandava, il più anziano dei quali, Yudishtira, deve salire al trono con il peso di una vittoria macchiata dalla distruzione. Il re Dhritarashtra, che ha perso tutti i suoi figli, e il nuovo re, suo nipote Yudishtira, condividono lo stesso bruciante dolore. Infatti, sia Yudishtira che Dritarashtra, il vecchio re, preda dell’angoscia e del rimorso, si interrogano sulle azioni passate cercando di dipanare il bandolo delle proprie responsabilità.
“Vogliamo parlare di quello che accade – spiega Peter Brook – dopo la battaglia. In entrambi gli schieramenti, i leader attraversano un momento di profondo dubbio; chi vince afferma: “la vittoria è una sconfitta”; chi perde ammette: “avremmo potuto evitare questa guerra”. Nel Mahābhārata alla fine i leader hanno la forza di porsi queste domande. Per questo la reale platea a cui ci rivolgiamo è composta da Obama, Hollande, Putin e da tutti i presidenti”.
La ricchezza della lingua di questo testo epico senza tempo e i suoi racconti sempre sorprendenti, permettono quindi di trasferire al presente una storia che, seppur appartiene al passato, riflette al contempo gli aspri e durissimi conflitti del nostro presente. La grande lezione del regista inglese è quella di raccontare una carneficina con solo quattro attori Carole Karemera, Jared McNeill, Ery Nzaramba e Sean O’Callaghan (tre africani e un irlandese capaci, come dice il maestro, “di cuore e arte”) e un musicista, Toshi Tsuchitori, in uno spazio spoglio illuminato da una luce rossa che allude al sangue versato (le luci sono di Philippe Vialatte, i costumi di Oria Puppo).
“Quando guardiamo i notiziari – precisa Peter Brook – siamo arrabbiati, disgustati, furiosi. Ma nel teatro ognuno può vivere attraverso tutto questo e uscire più sicuro, coraggioso e fiducioso nel poter affrontare la vita. Per me il teatro è la possibilità di vivere, per un’ora o due, in un luogo di raccoglimento insieme al pubblico, un’esperienza condivisa affinché ognuno possa sentirsi rigenerato dai propri pensieri”.
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TOURNÉE:
29 – 30 maggio 2016: Teatro Storchi / Modena / Italia
03 – 05 giugno 2016: Printemps des Comédiens / Montpellier / Francia
09 –12 giugno 2016: Teatros del Canal / Madrid / Spagna
28 settembre – 09 ottobre 2016: Brooklyn Academy of Music / New York / USA
25 – 29 ottobre 2016: Atelier Théâtre Jean Vilar / Louvain-la-Neuve / Belgio
03 – 04 novembre 2016: Théâtre de Sartrouville / Francia
30 novembre – 2 dicembre 2016: Radiant-Bellevue / Caluire-et-Cuire / Francia
07 – 09 dicembre 2016: Théâtre de Villefranche / Francia
04 – 08 gennaio 2017: La Comédie de Clermont / Clermont-Ferrand / Francia
12 – 14 gennaio 2017: Les Théâtres de la Ville de Luxembourg / Lussemburgo
18 – 20 gennaio 2017: Comédie de l’Est / Colmar / Francia
28 febbraio – 2 marzo 2017: Théâtre de Nice / Francia
06 – 08 marzo 2017: Comédie de Saint-Etienne / Francia
26 – 30 giugno 2017: Théâtre des Nations / Mosca / Russia
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BIGLIETTI
Prezzi
INTERI
€ 32,00 PLATEA ● € 24,00 PALCHI ● € 16,00 GALLERIA
Ridotti (escluso domenica)
OVER 60
€ 28,00 PLATEA ● € 20,00 PALCO ● € 14,00 GALLERIA
UNDER 26
€ 20,00 PLATEA ● € 16,00 PALCO ● € 12,00 GALLERIA
SOCI UNICOOP FIRENZE (martedì e mercoledì)
€ 25,00 PLATEA ● € 18,00 PALCHI ● € 13,00 GALLERIA
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BIGLIETTERIA
Teatro della Pergola, via della Pergola 30, 055.0763333 biglietteria@teatrodellapergola.com.
Orario: dal lunedì al sabato dalle 9.30 alle 18.30.
Online su https://www.boxol.it/TeatroDellaPergola/it/advertise/3ef6637e-802a-43d7-84d0-0b45b07ca574-battlefield e tramite la App del Teatro della Pergola.
Circuito regionale Boxoffice