Per la rassegna Parioli in Danza che ha ospitato spettacoli originali nel corso della stagione, torna la compagnia Ritmi Sotterranei, dopo una tournèe internazionale, con la performance elaborata da Alessia Gatta con la drammaturgia di Marco Angelilli, coniugando teatro e danza.
La compagnia giovanile di danza contemporanea Ritmi Sotterranei è espressione dello spirito di ricerca e sperimentazione della fondatrice Alessia Gatta, performer e coreografa internazionale di Modern Dance.
L’innovativo linguaggio scenico applicato allo spazio nel quale vengono svolte azioni e funzioni in un contesto geometrico circoscritto, viene definito “danza diagrammatica”, poiché traccia nello spazio lo schema delle attività che vengono svolte. L’esigenza di delimitare gli ambienti entro i quali i corpi dei danzatori tracciano virtuali ghirigori interagendo con l’ambiente, nasce dalla passione per l’architettura e gli spazi urbani che richiedono un progetto di organizzazione e arredo.
La personale forma espressiva ha fatto guadagnare alla coreografa nel 2005 il primo posto nella composizione coreografica alla Settimana Internazionale della danza di Spoleto e nel 2008 il premio Positano “Leonide Massine”.
Sul palcoscenico, simbolico terrazzo di un’abitazione, sei danzatori giocano e volteggiano lanciando in aria manciate di sabbia che disegnano dorati arabeschi, come i contadini nel campo pronto per la semina spagliano i dorati chicchi del grano.
Il lento e ritmico cammino verso l’interiorità, sulle note di una musica minimalista, viene figurativamente rappresentato con l’abbandono dello spazio aperto e l’ingresso al piano sottostante in cui si trasforma il palcoscenico leggiadramente spazzato dalla sabbia con ramazze e palette. Questo è il luogo, vuoto, della scambievole coesistenza, in cui condividere gli ambienti e valutare il proprio margine di azione. Le evoluzioni di ciascuno devono integrarsi con la presenza degli altri, con i quali sperimentare anche il contatto fisico imparando a gestire i propri bisogni di libertà e a manifestare i pensieri.
Continuando a perlustrare in profondità, i convitati scendono al piano inferiore dove condividono il cibo che prelevano da un cubo le cui facce sono sezioni in scala dell’appartamento. Ciascuno occupa il proprio angolo per mangiare e per danzare, con totale consapevolezza dei corpi in movimento nella festosa esternazione di un gioco collettivo. Oltre che gesto fisico, il mangiare assurge a simbolo di nutrimento e conoscenza di sé e dell’altro, anche attraverso la voce.
Hip-hop, danza contemporanea, teatro-danza, breakdance si alternano e si compenetrano in una spontanea e gioiosa commistione che simboleggia la confusa sovrapposizione di conflitti, contrapposizioni e contraddizioni della società contemporanea, e delle giovani generazioni che cercano una modalità d’espressione sintetica, quella gestuale. Commistione di generi musicali, di cibo, di vite, di entusiasmi, di aspirazioni, in sintesi, di arte totale.
L’impianto coreutico va oltre una primitiva sensazione di disarmonico disordine, approdando alla consapevolezza dei limiti del proprio mondo e al rispetto di quello altrui. Padroni dei tempi e degli spazi i danzatori-attori Gioele Coccia, Marco Grossi, Vanessa Guidolin, Vittoria Markov, Viola Pantano, Giacomo Sabellico.